*34*

215 20 4
                                    

Dovevo respirare.

Da quando avevo realizzato di avere davanti Clarisse ero andato nel panico più totale, ma nonostante questo non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Aveva l'aria stanca e sembrava avesse pianto da poco, aveva gli occhi rossi e il mascara leggermente sbavato, ma ciò non toglieva che era sempre stupenda.
Quando restammo soli cominciammo a battibeccare e tentai di non farmi sentire da nessuno mentre raggiungevamo i nostri parenti e quando mi accusò di dire bugie ai suoi nonni non riuscii più a trattenermi e gli confessai con rabbia che l'avevo vista mentre baciava il mio hyung.
Purtroppo il suo vecchio aveva già deciso che avremmo passato il resto della giornata insieme e non avrei avuto modo di sottrarmi da quella situazione assurda.

Come avevo potuto dimenticare che lei fosse la nipote del signor Lee? Ricordavo di averla incontrata quel giorno in spiaggia, persino di aver adorato giocare insieme a lei, ma avevo scordato che il nostro legame andava ben oltre. Tutte le volte che avevo incontrato i suoi parenti al cimitero non avevamo mai parlato della loro famiglia, solo qualche volta il vecchio aveva accennato a una sua parente lontana che molto probabilmente conoscevo, ma guardandoli e osservando l'aspetto di Clarisse, non avrei mai collegato le due cose, perché erano totalmente differenti.

E, ancora una volta, sembrava che il fato mi stesse mandando dei segnali, ero fermamente convinto che il destino ci volesse insieme, nonostante lei stesse di nuovo con Rin.

- Fratellone. - La mia sorellina mi chiamò, attirando la mia attenzione su di lei. - Quella è la tua ragazza?

- Cosa? No! - Iniziai scuotendo le mani. - Piccola, che vai a pensare? - Risi, grattandomi la nuca imbarazzato.

- Non mentire hyung! - Ecco che ci si metteva pure il mio fratellino. - Vi abbiamo sentiti litigare! - Ghignò divertito.

Il mio viso diventò paonazzo, i miei sforzi per evitare di essere sentito furono decisamente vani e non seppi cosa rispondere. - Finitela di inventarvi le cose, voi due, e fatevi i fatti vostri.

- Koko ha la fidanzata!! - Cominciò a canzonare la bambina, mentre io la fulminavo con lo sguardo.

- Smettetela ragazzi! - Si intromise mia madre sorridendo. - Non fate fare brutte figure a vostro fratello maggiore o vi metto in punizione per una settimana!

Tirai un sospiro di sollievo, fortunatamente quelle pesti erano molto ubbidienti e appena mamma parlò la smisero di prendermi in giro, giusto in tempo... Eravamo arrivati a casa dei nonni in campagna, dove avremmo passato la giornata.

Durante il tragitto in auto avevo deciso che avrei smesso di fare lo scontroso e avrei dato modo alla mia amica d'infanzia di spiegare cosa era successo quel giorno con Harin e, a mia volta, le avrei spiegato il motivo della mia improvvisa sparizione.
Era giusto che sapesse la verità, soprattutto se volevo seguire le indicazioni del mio amico, il signor destino.

Sceso dalla macchina le andai incontro, notando tutto il suo imbarazzo mentre stringeva entrambe le mani alla tracolla della sua borsetta.
- Ehi. - Dissi cautamente. - Ti va di fare un giro?

- No! - Rispose secca, lasciandomi interdetto, mentre suo nonno prendeva parola, dandole una pacca sulla spalla.

- Non essere ridicola Clarisse, vai con Korain, avrete tanto di cui parlare, non vi vedete da parecchi anni.

- In realtà, ci eravamo già incontrati prima di oggi. - Confessai.

Il signor Lee restò a bocca aperta, poi sembrò riflettere. - Ma certo! La casa discografica! - Rise, portando una mano alla pancia, poi aggiunse - e allora continuate a recuperare il tempo perduto. Non voglio vedervi fino a che il pranzo non sarà pronto in tavola, andate!

Clarisse guardò suo nonno contrariata, ma poi rinunciò a polemizzare quando anche sua nonna la osservò sorridendo e finalmente lei si affiancò a me e mi invitò a incamminarmi.

I primi cinque minuti trascorsero nel più totale silenzio, mentre percorrevamo la strada del nostro passato, l'uno accanto all'altra, infine parlò.
- Perché sei sparito, Korain?
La sua domanda fu diretta e concisa e non potei fare a meno di raccontarle la verità, di come Joonwoo ci avesse beccati e mi avesse dato un ultimatum, o lei o il gruppo, le dissi chiaramente che per me i ragazzi erano importanti e Clarisse sembrò ascoltare con poco interesse, mentre camminava guardandosi i piedi con aria triste.
- Mi dispiace, io non li posso tradire, sono la mia famiglia.

Poi un luccichio sulla sua guancia attirò il mio sguardo.

Stava piangendo.

Il cuore mi diventò minuscolo, non sapevo cosa fare né cosa dire, mentre la osservavo portarsi la mano sul viso per asciugare le lacrime.

- Io non sono tornata con Harin. - Sussurrò improvvisamente.

I miei occhi la scrutavano, mentre lei alzava il volto e mi mostrava un sorriso amaro che mi fece deglutire per l'apprensione.
Non so perché, ma appena la guardai con quell'espressione e quegli occhi spenti, capii subito dove voleva andare a parare e, per un momento, mi sentii felice.

- Se fossi rimasto, sapresti che ho rifiutato il tuo amico, perché io non voglio stare con lui... - Stavo per ribattere, ma lei mi sorprese continuando il discorso. - Io quel giorno ti stavo cercando, proprio perché tu ti eri dileguato, ma lui mi ha intercettata e le cose non sono andate nel verso giusto. Quella sera ho capito una cosa, ma ormai è inutile uscire il discorso, tu hai fatto la tua scelta e io oggi farò la mia.

Altre lacrime fuoriuscirono, arrivando fino agli angoli della sua bocca, che era ancora piegata in un sorriso triste e addolorato.
Mi sentii male per lei, sapevo cosa voleva dirmi, ne ero certo, e io invece le avevo praticamente dichiarato che lei non sarebbe mai stata la mia prima scelta.

Potevo fare solo una cosa per tentare di rimediare al mio errore e questa volta non ci sarebbe stato nessuno a sbarrarmi la strada, nessuno hyung pronto a dirmi di spaccare il mio cuore a metà e, in un gesto sconsiderato quasi quanto quello fatto al lago, le afferrai il braccio per farla voltare con tutto il corpo verso di me, la tirai facendo sbattere il mio petto al suo e la baciai.

All'inizio lei fece resistenza spingendomi via, ma senza alcun risultato, poi si lasciò andare e finalmente ricambiò il bacio, mentre continuava a piangere.
Fu allora che staccai le mie labbra dalle sue e portai le mie mani sul suo volto per asciugare quelle gocce che, insistenti, continuavano a scendere giù.

- Mi dispiace. - Non aspettai che fosse lei a pronunciare quelle cinque lettere, la precedetti perché dovevo farmi perdonare e Clarisse doveva comprendere pienamente che non sarebbe mai stata la mia seconda scelta. - Ti amo, Clara.

*****

Stringimi e basta,

come hai fatto quel giorno,

senza dire una parola.

Sono tornato vivo dall'inferno,

Se sai che non l'ho fatto per me,

Ma piuttosto per te,

Allora non maledirmi,

Salva solamente la mia vita.

[Make it right, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora