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Erano passate un paio di settimane dall'uscita di quell'articolo sulla presunta relazione tra me e Korain, ma come da accordi con Bang Eunji, era stato messo tutto a tacere e i giorni trascorsero nella serenità più assoluta. Era chiaro che avevamo iniziato a fare attenzione a ogni singolo passo che compivamo, sempre pronti a guardarci le spalle per evitare di farci cogliere di nuovo di sorpresa dalle malelingue.
Ha Neul sembrava essersi data una calmata, non avevamo più interagito se non per due uniche coreografie che, notai felicemente, erano le sole che avevamo in comune.
Chung Hee mi stava alle calcagna come sempre, intento a farmi notare ogni sguardo che Minjun mi riservava, ma ero certa che non lo facesse per cattiveria, era il suo modo di essere e oramai mi ero abituata anche a lui, potendolo definire quasi un amico.
Mi ero avvicinata pure all'idol dai capelli rosa che tutte le mattine, appena entravo in sala, mi regalava un impercettibile e dolce sorriso, facendomi cominciare sempre bene le prove.

Mi sentivo cambiata da quando frequentavo quel posto e Rain: era come se il mio cuore, prima privo di spazio, adesso fosse pronto ad accettare l'affetto che proveniva da altri individui.

Era una cosa nuova per me, ma da quando avevo compreso che la compagnia di alcune persone mi piaceva, stavo meglio con me stessa. Grazie al mio ragazzo e al suo amore, avevo ritrovato la voglia di vivere e di avere degli amici attorno.

Minjun era proprio una di quelle persone di cui stavo imparando a fidarmi, si preoccupava quasi al pari di Rain e se non mangiavo mi sgridava per bene, era sempre pronto a spiegarmi i passi che non riuscivo a eseguire e, cosa molto importante, aveva il potere di farmi ridere per ogni stupidaggine che faceva o diceva e anche quando il mio umore non era dei migliori riusciva a strapparmi un sorriso gioioso di cui ero fortemente grata.

Quando la sveglia suonò, quella mattina, non mi alzai subito, ma non appena lo feci mi lavai, recandomi poi in cucina per la colazione.
Come sempre la nonna aveva preparato un banchetto per cento persone e mi rammaricai quando non vidi il nonno seduto a tavola come tutti i giorni.
- Buongiorno tesoro.
- Buongiorno a te, nonna. Dov'è il nonno?
L'anziana mi guardò, accigliandosi. - Sta poco bene, ha deciso di rimanere a letto. Su, mangia cara.
Mi spronò a mandare giù il riso e le altre prelibatezze, ma la sua espressione mi convinse poco, mi preoccupavo che ci fosse qualcosa di più grave che non voleva rivelarmi. - È tutto ok?
- Ma certo, non farti paranoie e sbrigati, altrimenti farai tardi.
Guardai l'orologio e imprecai mentalmente, ero in ritardo sulla mia tabella di marcia e se non smuovevo il sedere, non sarei arrivata in tempo per la registrazione del primo MV ufficiale al quale partecipavo.

Ero emozionata, era la prima volta che facevo una cosa simile e pensare che mi sarei rivista a ballare in tv o su YouTube, in un video, mi rendeva nervosa e felice al tempo stesso.
Quando arrivai in agenzia, la gente era in fermento e alcuni correvano a destra e a sinistra in preda al panico. Finalmente il coreografo attirò la nostra attenzione e ci spiegò che avremmo dovuto raggiungere una meta specifica, così ci avviammo nel parcheggio interno e, in ordine, ci smistammo indipendentemente nei vari pullman. Eravamo tantissimi e si prevedeva di lavorare fino alla sera, perciò mi misi il cuore in pace e mi rassegnai alla consapevolezza che avrei visto Korain direttamente l'indomani.

Arrivammo in un posto desolato, una radura che sembrava il set di un film horror, alberi spogli e silenzio tombale, se non fosse per il vociare dei membri della crew, intenti a sistemare i vari stand per il make-up, l'acconciatura e il cambio abiti. Ci vestirono e truccarono come i personaggi di Maze Runner e sembrava proprio che ci trovassimo sul set di quel film. I ragazzi della band stavano già provando i microfoni e, alla fine, fummo tutti pronti per girare.

A dispetto di ciò che pensavo, fu una vera passeggiata far parte di quel progetto e le scene più importanti erano state filmate in poche ore; avevamo fatto tutti un ottimo lavoro e per premiarci, i manager del gruppo, ci portarono a cena in un ristorante dove servivano della buonissima carne.
Mangiai ogni piatto che mi misero davanti e lo accompagnai con il soju, senza però esagerare. Quella bevanda da quattro soldi era come nettare degli dei e la sensazione di leggerezza che mi regalava ogni volta, non mi dispiaceva affatto.

Anche Minjun era brillo e contento del buon risultato ottenuto in quella giornata e si avvicinò per congratularsi.
Ridemmo e scherzammo come bambini e quell'atmosfera mi convinse ancora di più che, forse, nella mia vita mancava anche qualche amico per completare il quadro.
Regalai una mezza luna a Junie, così lo avevo iniziato a chiamare per abbreviare il suo lungo nome, e poi uscii fuori per prendere una boccata d'aria.

Fu allora che ricevetti un messaggio di Rain in cui mi chiedeva di vederci, perché doveva parlarmi di una cosa importante. Tentai di chiamarlo per spiegagli che non avrei potuto raggiungerlo neanche volendo, perché ci trovavamo fuori città e non avevo un mezzo per tornare a Seoul e incontrarlo prima di mezzanotte, ma lui non rispose alla mia telefonata, perciò glielo comunicai inviandogli un sms.
Poco prima di rientrare, arrivò la risposta in cui lui insisteva nel volermi aspettare perché si trattava di una cosa molto importante, quindi alla fine accettai e, all'orario prestabilito, con la troupe tornammo alla casa discografica e trovai Korain ad attendermi proprio all'ingresso.

Andammo a casa sua e per tutto il tragitto in auto il silenzio non era stato spezzato nemmeno per un momento. Sentivo rimbombare nelle orecchie il cuore che aumentava il battito di minuto in minuto in preda alla paura, pensai subito a qualcosa di negativo, avevo il brutto presentimento che stesse per scoppiare una bomba peggiore dello scoop che i paparazzi avevano costruito su di noi.

Appena entrammo nell'appartamento, Korain si diresse verso il frigorifero e ne estrasse due bottiglie di soju.
- No, grazie. - Dissi. - Io sono a posto. - Lo osservai, mentre lui evitava il mio sguardo da quando eravamo saliti in macchina. - Rain, che succede? Così mi spaventi. - Fui diretta, mi stava davvero terrorizzando con il suo strano comportamento, perciò volevo strappare subito quel dente per evitare di sentirlo ancora traballare.
Si schiarì la voce prima di parlare e, sempre con lo sguardo rivolto verso il suo bicchiere, con cui armeggiava da un po' senza neanche prenderne un sorso, fece il suo annuncio. - Credo... - Esitò per un secondo. - Credo che sia meglio finirla qui... Lasciamoci.

*****

"Pensi che tutto questo abbia senso?

Il nostro amore può cambiare così facilmente?"

[Outro: does that make sense?, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora