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Finalmente stavamo tornando a Seoul.
Era passato quasi un mese e io non vedevo l'ora di rivedere Clarisse.
Come quando eravamo partiti e stavo scappando da lei salendo in aereo prima degli altri, adesso correvo per incontrarla, sempre in pole position, col cuore che andava a mille.
Non riuscii a chiudere occhio durante tutto il viaggio, speravo solo di poter assistere alla sua esibizione, curioso come un bambino coi primi giochi.
Anche Rin ci sperava, lo aveva detto a Joon mentre ci imbarcavamo e la mia reazione fu motivo di discussione con Woobin. Mi disse che dovevo smetterla, perché se avessi continuato a esternare ogni mia emozione lui avrebbe capito tutto, ma forse in fondo era ciò che volevo. In queste settimane avevo sentito Clarisse molto vicina a me, più di quanto non fosse con lui, riuscivamo a parlare di tutto senza il minimo problema, ci eravamo riscoperte anime affini e la sensazione principale era stata quella di piacerle. Credevo nel mio istinto ed ero sicuro di non sbagliarmi, avrei solo dovuto aspettare che lei capisse chi fossi realmente e tutto sarebbe tornato al suo posto.
Atterrammo di prima mattina e io, come uno stupido, ero a pezzi perché non avevo dormito, ma poco importava perché a breve avrei incrociato di nuovo i suoi occhi. In auto Rin richiamò l'attenzione di tutti, chiedendoci di partecipare a una videochiamata con Clarisse, per augurarle buona fortuna. Non avevamo idea di quando toccasse a lei, così accettai di buon grado perché avevo voglia di vedere il suo sorriso. Non le confessammo di essere già in città, lui voleva farle una sorpresa, ma andava bene anche a me. Quando entrammo in agenzia, ci comunicarono che le prime fasi della selezione stavano giungendo al termine e mi preoccupai di non riuscire a guardare la sua esibizione, ma quando raggiungemmo la sala dove si stavano tenendo i provini, lei stava salendo sul palco. Indossava dei leggings neri e una maglia lunga del medesimo colore, portava i capelli raccolti in una treccia francese e anche da lontano si poteva notare quanto fosse agitata. Mi venne spontaneo urlare "fighting" senza pensare alle persone che avevo intorno, le rivolsi un sorriso sincero, mentre lei osservava la platea buia senza vedermi.
Quando capii il mio errore, però, era tardi e Rin mi stava fulminando con lo sguardo; misi le mani in tasca e mi morsi il labbro con una violenza inaudita, mentre Woobin scuoteva la testa contrariato.
Poi la musica cominciò e venimmo tutti rapiti dalla melodia scelta e da come Clarisse si muoveva, cullata da quelle note intense e dolci al contempo. Era bellissima come sempre ma, mentre ballava, emanava un'energia nuova che ipnotizzò tutte le persone che la stavano osservando, lasciandole senza fiato. Non riuscivo a respirare e a toglierle gli occhi di dosso, mentre con le mani stringevo il poggiatesta di una sedia, sporgendomi in avanti come a volerla raggiungere.
Non avevo idea di cosa stesse facendo il mio hyung in quel momento, ma non mi importava affatto, l'unica cosa che adesso contava era lei che, con le sue movenze, aveva conquistato tutta la giuria e non solo.
Quando la musica finì scoppiò un applauso sentito e lei sorrise, soddisfatta per come era andata, inchinandosi e uscendo in punta di piedi.
Anche Rin andò via, ma ero sicuro che questa volta avesse intuito qualcosa, speravo solo che non se la prendesse con lei.

- Sei un idiota, lasciatelo dire. - Woobin stava ancora pensando alla stupidaggine fatta poco prima di fronte a tutti. - Se non volevi nascondere i tuoi sentimenti, avresti fatto meglio a parlargli, prima di farti beccare in questo modo. - Stavamo andando a casa e in macchina eravamo solo noi due. Sospirò, mentre io mantenevo un profilo basso, poi il mio migliore amico continuò. - È inutile che resti in silenzio con me, cosa credevi di fare?
- Niente, non volevo fare niente... Volevo solo dire quello che ho detto. Volevo augurarle buona fortuna. - Purtroppo, però, non era del tutto vero, perché la lontananza da quella ragazza non aveva fatto altro che far crescere i miei sentimenti. Non riuscivo più a stare al mio posto, così le inviai un messaggio. Volevo incontrarla, e volevo farlo quella sera stessa, senza pensare alle conseguenze che la mia scelta avrebbe causato. Lo dissi a Woobin e lui non replicò, rimase a guardare fuori dal finestrino con aria triste, perché sapeva che sarebbe successo un casino, che l'equilibrio del gruppo si sarebbe rotto.

Lasciato Woobin, mi feci portare dall'autista in un parco poco distante da casa e gli dissi che poteva andare, che sarei tornato a piedi e da solo. Era mezzanotte e stavo per inviare un altro messaggio a Clarisse, quando la vidi arrivare e il mio cuore tremò preda di un terremoto di emozioni. Mi alzai di scatto dall'altalena dov'ero seduto e le andai incontro con le mani in tasca, ma ciò che non mi aspettavo fu che lei, appena inquadrò la mi figura, cominciò a correre e, raggiunta la meta, mi abbracciò, nascondendo il viso tra il mio e il suo giubbotto. Restai a guardare la scena come se ne fossi estraneo per un po', finché le mie mani uscirono dal loro caldo rifugio e le mie braccia la circondarono in risposta, ma avevo intuito che qualcosa non andava. - Clarisse... - Sussurrai. - È tutto ok? - Alle mie parole, senza preavviso, singhiozzò e si rifiutò di alzare lo sguardo e volgerlo verso di me, ma io insistetti e, dopo svariati tentativi, finalmente decise di guardarmi. - Non sei riuscita a passare le selezioni? - Le cinsi le spalle con le mani e la spostai leggermente indietro per osservarla meglio. - È impossibile, abbiamo assistito tutti al tuo provino e sei stata grandiosa.
- Non... Non è per quello, anzi dovrei essere al settimo cielo perché ho passato la prima fase. - Disse, tirando su col naso. Aveva gli splendidi occhi azzurri contornati di rosso e non avrei mai pensato di sentirle dire quelle parole.

- È Harin... lui mi ha lasciata.

Mi si gelò il sangue quando parlò.

Da un lato il diavoletto che era in me era stato felice di aver sentito quella frase pronunciata dalle sue labbra, ma guardarla stare così male mi rendeva triste, non avrei mai voluto vederla in quello stato. Mi sembrava del tutto impossibile che Rin facesse una cosa simile e non comprendevo il motivo della sua scelta, se non il fatto che avesse intuito qualcosa da parte mia, ma anche in quel caso mi pareva una decisione assurda.
Continuai ad abbracciarla in silenzio, cercando di regalarle tutto il conforto di cui aveva bisogno, fino a che non fu lei a dirmi che era tardi e che doveva rincasare.

*****

Quando la lancetta dei minuti

e quella dei secondi si sovrappongono,

il mondo trattiene il respiro per un momento.

Mezzanotte.

[00:00 (Zero O'Clock), BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora