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Eravamo chiusi in studio a lavorare da almeno due settimane buone, i nostri unici spostamenti comprendevano solo il tragitto fino a casa nell'eventualità che ne avessimo davvero avuto bisogno, perché altrimenti riposavamo qualche ora al dormitorio situato all'ultimo livello dell'agenzia. Oggi, però, io avevo un piano diverso: volevo uscire in incognito per andare a gustare un bel gelato nel mio locale preferito.
Sapevo che era rischioso, che chiunque avrebbe potuto beccarmi, soprattutto le fan più accanite, quelle che non aspettavano altro che un nostro passo falso per coglierci in flagrante, le sasaeng... delle vere e proprie stalker. Ma ormai avevo deciso di infrangere qualche piccola regola e scappare per una misera oretta d'aria. Era una cosa che noi ragazzi facevamo di rado, perché vigevano degli accordi a cui non potevamo venire meno, scritti nel contratto con la MusicLife, la nostra casa discografica. Eppure, ogni tanto, ci capitava di avere delle crisi, dei momenti bui in cui l'unica soluzione era volatilizzarsi e ricominciare a respirare per pochi attimi, prima di fare ritorno alla realtà. Certo, questa era la vita che avevamo scelto, ne eravamo pienamente consapevoli, ma la lontananza dalla famiglia e dagli amici spesso e volentieri faceva capolino e riusciva a disintegrarci dentro, perciò qualche scappatella era il nostro rimedio allo stress e alla solitudine che ci colpiva di tanto in tanto, nonostante fossimo sette membri, uniti più che mai.

Non mi sarei preso neanche la briga di disturbare gli autisti, perché con molta probabilità mi avrebbero impedito di fuggire, e poi ero perfettamente in grado di guidare e avevo persino pensato a una scappatoia in caso di avvistamento.

- Ehi, hyung*, noi andiamo a riposare in previsione degli allenamenti delle cinque, tu non vieni? - Ovviamente no, non sarei andato col gruppo a fare un pisolino e non li avrei messi al corrente dei miei spostamenti. Sapevo che se li avessi informati, qualcuno avrebbe preso la palla al balzo per venire insieme a me, ma non potevo mettere nei guai anche loro, avrei portato degli snack per tutti al mio ritorno.
- No, resto ancora un po', vorrei rivedere un pezzo del testo che ho scritto poco fa, non mi convince molto. - Mentii spudoratamente.
- Aaah, hyung... sempre così concentrato! Sei un vero esempio. - Disse infine JD, entrando in ascensore.
Altro che esempio, pensai, stavo trasgredendo alle regole senza scrupoli di coscienza e solo perché avevo voglia di un gelato... e di liberare la mente per un po'!
Afferrai la prima cosa che trovai, una felpa nera appartenente a uno dei ragazzi, il berretto nero di Woobin e via, sgattaiolai giù dalle scale antincendio, arrivai a pianterreno e mi recai furtivo nell'ufficio dove il portiere, che adesso dormiva beato alla sua postazione, teneva le chiavi di ogni stanza e delle auto di tutta la crew. Ne afferrai un mazzo e pregai che si trattasse di una macchina non troppo vistosa, scesi nel parcheggio sotterraneo, pigiai il tasto di apertura e... bingo!
Salii su una station wagon rossa e un po' ammaccata, perfetta per girare la città in incognito, e mi avviai verso la mia meta.

L'idea era semplice: parcheggiare sulla strada parallela e recarmi nella gelateria da una via secondaria e buia, poco trafficata, effettuare l'acquisto degli snack e tornare in agenzia.
Era tutto studiato talmente bene che pensai ingenuamente non sarebbe sorto nessun intoppo, ma mi sbagliavo. Non avevo calcolato l'affluenza del posto né tutte le ragazzine che popolavano la città, nonostante fosse davvero tardi per gironzolare.

Successe in un attimo: voltai l'angolo felice e contento, fischiettando come farebbe una persona normale, che poi è quello che ero nonostante facessi parte dei Be7, la band fenomeno della Corea del Sud, ma non feci in tempo ad attraversare la strada e raggiungere la mia destinazione che delle ragazze mi stavano già additando, come se conoscessero ogni mio passo; sentii addirittura qualcuna di loro urlare il mio nome.

Ero preda di cacciatrici feroci, pronte a divorare il loro pasto!

Tornai indietro, dapprima lentamente abbassando la visiera del cappello per coprire il volto e camminando per non dare nell'occhio, poi però, capita l'antifona e quanto fossi stato stolto nel pensare di poterla fare franca, accelerai il passo. Stavo letteralmente andando veloce come un treno, ma le fan erano delle vere e proprie furie a confronto, così il panico si insinuò in me, non ero più certo di poter tornare a casa sano e salvo. Ma, come una luce in fondo al tunnel, qualcosa catturò il mio sguardo, i miei occhi caddero su una figura che veniva nella mia direzione. Decisi senza pensare che non si trattava di una minaccia, bensì di un'opportunità per scamparla e, raggiunta quella ragazza, la tirai con me nel baratro: era diventata una povera vittima sacrificale, uno scudo contro le frecce che mi erano state scagliate addosso, un salvagente in un oceano in tempesta.

Io e la sconosciuta che avevo accanto voltammo l'angolo e, senza lasciare la presa su di lei, mi bloccai un momento per escogitare qualcosa. Notai un cassonetto dell'immondizia, ci buttai dentro la felpa stando attento a non perdere il berretto, spinsi la ragazza verso l'ombra più vicina, incrociando per un millesimo di secondo il suo sguardo e, infine, la baciai.

Fu il gesto più sconsiderato che avessi mai fatto, questo era certo, ma guardare i suoi occhi per un istante fu anche la cosa più pazzesca che mi capitava da tempo. Anche se per un attimo, fu come sentire cantare una sirena e quasi mi pentii di non averli inchiodati nuovamente ai miei dopo aver staccato le mie labbra dalle sue, ma anche lei avrebbe potuto capire chi ero. Così mi nascosi all'ombra del cappello e mi allontanai senza proferire neanche una parola. Non me ne erano rimaste, ero totalmente annegato in quelle iridi che mi ricordavano un mare scuro e profondo di molti anni fa.

*****

"Hai vagabondato sperduta

Inseguendo un sogno sfumato come un arcobaleno?

Non è qualcosa di così banale come il "destino"

Quello sguardo carico di dolore vede ciò che vedo io

Per favore, rimani in questo sogno

Da lontano, sento il rumore del mare

Vai oltre i tuoi sogni, oltre la boscaglia

Dirigiti in quel posto sempre più vivido

Ora prendimi per mano"

[Euphoria, BTS.]

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*HYUNG: significa "fratello maggiore". I ragazzi più giovani usano questa parola per riferirsi ai più grandi. Non necessariamente devono essere fratelli di sangue.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora