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Di nuovo instabile,

Di nuovo pericoloso,

Fa così male.

[House of cards, BTS]

*****

Nel momento in cui realizzai che Korain era quel ragazzo, una punta di felicità mi inondò il corpo, provocandomi un sussulto al cuore, ma durò veramente poco.
Una telefonata interruppe il nostro bacio e, mentre lui era impegnato a rispondere, mi allontanai raggiungendo l'auto con le mani tra i capelli.
Delle domande presero vita tra i miei pensieri facendo sparire ciò che di buono era scaturito da quell'unione improvvisa.

Lo sapeva?

E se fosse stato così, perché non mi aveva detto niente?

Mi aveva trattata male per una ragione specifica?

Avevo fortemente desiderato che la persona incrociata in quel vicolo fosse Korain, perché lui era l'unico che riusciva a farmi provare determinate emozioni, ma anziché dirmi la verità aveva permesso che mi avvicinassi al suo amico Rin.
C'erano tante cose che mi frullavano per la testa e mi arrabbiai, ma soprattutto l'idea che lui fosse a conoscenza della verità e non avesse fatto altro che mentirmi per tutto quel tempo mi faceva male.
Lo travolsi con i miei quesiti e per ogni domanda lui aveva la risposta pronta, era semplice capire che dicesse il vero, ma io non lo stavo ascoltando, mi ero impuntata e non volevo sentire ragioni, stavo facendo i capricci come una stupida bambina viziata.

Quando mi lasciò a casa, Korain aveva lo sguardo più affranto di sempre e mi si spezzò il cuore a vederlo andare via così e sapere che la colpa era solo della sottoscritta. Mi odiai per il mio comportamento e, col senno di poi, decisi che avremmo chiarito tutto.

Mi fiondai a letto, ma non riuscii a chiudere occhio, continuando a girarmi nel letto e a crogiolarmi nella mia stupidità, pensando a tutto ciò che era successo con lui dalla prima volta che lo avevo incontrato. Il primo bacio, l'incontro al ristorante, lo scontro sotto casa di Harin quando per errore aveva preso il mio telefono, la cena in cui mi aveva trattata male senza una ragione, il sorriso che mi aveva rivolto in sala prove, le chiacchierate fatte quando era in America fino all'abbraccio nel parco, quando piansi tra le sue braccia, per non parlare del grande aiuto che lui e Woobin mi avevano dato per la coreografia. Era davvero poco il tempo che avevamo avuto a disposizione e, anche se all'inizio era stato sprecato, adesso vedevo chiaramente le sue intenzioni. Mi diedi della cretina mille volte per aver rovinato un momento come quello in cui ci eravamo finalmente baciati, ero stata impulsiva e non mi sarei mai perdonata di aver distrutto tutto prima ancora che iniziasse.
Volevo solo che domani arrivasse in fretta, per chiedere scusa a Korain e sperare che mi perdonasse.

Dopo essermi svegliata in ritardo per la prima volta da quando ero arrivata a Seoul e avevo iniziato a lavorare per il signor Min, mi dissi che dovevo concentrarmi e dare il meglio come sempre, dovevo lasciare i problemi fuori e così feci.
Dimenticai per un'intera mattinata di possedere un cellulare e non lo toccai neanche quando arrivai alla Music Life e mi misi a provare come una forsennata. Nonostante fossi stanca, non mi ero concessa neanche una pausa, volevo solo danzare e liberare la mente.

In realtà ero consapevole che questo mio impegnarmi così tanto era una tattica per non sentire Korain.

Avevo paura.

Paura di aver demolito quel piccolo barlume di felicità che mi ero impegnata tanto a raggiungere.

Paura che lui mi rifiutasse, come tutti avevano sempre fatto, facendomi sentire inadeguata, una reietta.

Avevo il terrore che tutto mi venisse portato via ed era per quella ragione che tutti i miei legami erano poco più che conoscenze, perché non davo modo a nessuno di avvicinarsi.
Lo avevo fatto solo lì, in quella città che riuscivo a malapena a chiamare casa, ci avevo provato con Rin, ma con lui non aveva funzionato.

Con Korain era diverso, però. Con lui c'era un legame che nemmeno io riuscivo a comprendere e credevo fortemente che il destino ci stesse venendo incontro, perciò il solo pensiero di perderlo mi faceva avere una paura assurda e per quella ragione il panico mi aveva assalita, la sera precedente.

Lo aspettai a lungo, mentre ballavo sulle note della canzone dei Be7, ma lui non arrivò quel pomeriggio e nemmeno nei giorni a seguire e la cosa mi angosciò non poco. Provai anche a mandargli qualche messaggio e a telefonargli, ma non rispose. Era chiaro come il sole che mi stesse evitando.

Come ero solita fare, avevo disintegrato ciò che avevo costruito con quel ragazzo, ne ero certa.

Questa volta però, non avrei permesso che accadesse, non lo avrei perso, così, prese le mie cose, cominciai a vagare per i vari piani dell'agenzia alla ricerca della sala dove i Be7 facevano pratica.
Mi ci volle un bel po' di tempo per azzeccare il piano giusto, ma alla fine riuscii a trovare la loro stanza.
Lo capii subito, perché da fuori riuscivo a sentire la voce di Rain, roca e profonda, distendersi sulle note di una sua canzone dai toni r&b e soul che avevo ascoltato in loop un milione di volte.
Mi vennero i brividi e rimasi incantata a seguire quella melodia giungere alla fine, in estasi, fino a che una voce mi fece rinsavire.

- Clarisse, che ci fai qui? - Rin mi sorprese a sognare e mi vergognai, sentendo pure un senso di colpa nei suoi riguardi. Non sapevo cosa dire e come giustificare la mia presenza in quel preciso corridoio, così restai in silenzio con lo sguardo rivolto a terra. - Se ti scoprono verrai buttata fuori. - Disse poi, preoccupandosi.
E mentre io alzavo lo sguardo verso di lui, vidi Korain alle sue spalle, davanti alla porta che ci fissava, mentre Rin mi afferrava per il polso e mi portava via senza darmi modo di parlare con l'unica persona che stavo cercando.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora