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Il tempo era volato e non vedevo Korain da quella volta al lago. Mi era capitato di beccarlo solo di sfuggita il giorno in cui Rin mi aveva baciata e io lo avevo rifiutato, e quello era stato anche il momento in cui mi ero resa conto appieno dei miei sentimenti.

Avevo capito di essere innamorata di Korain appena avevo pronunciato quelle parole, ma il problema era che le avevo urlate al ragazzo sbagliato che probabilmente non sapeva che farsene.
L'unica cosa che ero poi riuscita a fare in quei giorni di solitudine era stato provare senza pause per non pensare a niente e lavorare sette giorni su sette senza sosta.
I miei nonni erano preoccupati, si accorsero che a casa non fiatavo, a stento riuscivo a mettere qualcosa tra i denti e che mi stavo facendo il mazzo, perciò il nonno, a mia insaputa, aveva chiamato il signor Min e gli aveva detto che avevo bisogno di qualche giorno di ferie. Quando me lo comunicò mi arrabbiai, eravamo sotto le feste natalizie e al mio capo avrebbe fatto comodo la mia presenza, ma non ebbi scelta e mi arresi al volere dei miei parenti, restando a casa e andando solo ad allenarmi alla Music Life per il provino che si sarebbe tenuto dopo capodanno.

La sera prima della vigilia, la nonna venne da me in camera e mi disse che l'indomani sarebbero andati in campagna a trovare degli amici, aggiunse anche che li avrei resi felici se fossi andata con loro e non avevo avuto il coraggio di rifiutare. Mi ero resa conto che dalla morte dei miei genitori erano stati gli unici a preoccuparsi seriamente per me, perciò li accontentai e la mattina dopo partimmo per la meta stabilita.

In macchina misi le cuffie e feci partire una playlist che da un po' di tempo a questa parte mi teneva compagnia. Una canzone in particolare mi faceva pensare a Korain e, per assurdo, era un pezzo di JD, uno dei membri dei Be7.

Rain. In inglese significava pioggia.

Il brano iniziava proprio con il rumore di fondo di pioggia scrosciante e, dio, se era bello, oltre che essere eseguito alla perfezione ed essere pieno di sentimento. Il significato era perfetto per me e per la situazione e, tutte le volte che lo udivo, lacrime silenziose solcavano le mie guance.

Semmai un domani avessi rivisto quel ragazzo gli avrei confessato tutto, che mi mancava e che lo amavo, anche se lui mi stava evitando.

Finalmente arrivammo a destinazione, il nonno posteggiò tirando il freno a mano e spegnendo il motore e io, col dorso della mano, asciugai il volto intriso di gocce salate, conservai le cuffie in borsa e, solo quando saltai fuori, mi destai dai miei pensieri e mi accorsi dove eravamo.
Era un cimitero e dovetti battere le palpebre più volte prima di capire perché ci trovassimo lì: gli amici di cui parlava la nonna erano morti.
Il magone salì di nuovo e ringraziai il cielo per non essermi rifiutata di accompagnarli, sapevo bene cosa volesse dire perdere una persona cara e, quando ero ancora a Parigi, avrei tanto voluto avere qualcuno su cui contare quando facevo visita a mamma e papà, anziché andare da sola tutte le volte.
Feci un respiro profondo e mi avviai con loro verso l'ingresso in silenzio, con gli occhi bassi, fin quando non raggiungemmo la postazione e alzai lo sguardo perché un ragazzo ci stava aspettando.
Aveva i capelli mossi e scuri, portava gli occhiali e da lontano riuscivo a distinguere perfettamente il minuscolo neo che aveva sulla punta del naso e che adoravo tanto.

Rimasi di sasso a guardarlo, mentre il nonno gli chiedeva se fosse tutto ok e poi la nonna andava ad abbracciarlo, mentre i suoi occhi non si staccavano dai miei.
Era impossibile, mi dissi, stavo avendo le allucinazioni, quella era l'unica spiegazione plausibile.
Non potevo avere davanti proprio Kim Korain, la nonna non lo stava avvolgendo tra le braccia e il nonno non si stava preoccupando per lui, era tutta una mia assurda fantasia.

Poi la donna mi osservò, sembrava aver capito. - Voi due vi conoscete già. - Sorrise, mentre io e Korain rispondevamo all'unisono.
- Sì.
- No!

Cosa? Perché lui stava negando?

L'anziana continuò a fissarci mentre aggrottava la fronte.

Nel frattempo, mentre osservavo quel ragazzo, un turbinio di ricordi vennero a galla, lasciandomi esterrefatta.

Korain non era solo uno sguardo che sapeva di dolci e vecchie sensazioni, lui "casa" lo era davvero.

In breve mi vennero in mente i momenti in cui, da bambina, andavo in campagna col nonno e giocavo con i ragazzini del posto. E Rain era lì, sempre.

Era il nipote dell'amico del mio vecchio e non solo.
Adesso che lo guardavo con quei capelli arruffati e quella montatura spessa e scura, ricordai di una giornata sulla spiaggia all'isola di Jeju, rimembrai un ragazzino che si dimenava sulla battigia, mentre le onde lo ricoprivano, in quello che era stato il nostro primissimo incontro.

Capii che lui era il mio passato oltre che il presente e lo shock mi sovrastò totalmente.

- Ma che sciocchezze vai dicendo, Korain! È ovvio che tu e mia nipote vi conosciate. - Mio nonno rise, poi continuò a parlare, dandogli delle pacche amichevoli sulla spalla, mentre anche Rain stava in silenzio. - Giocavate tutti i pomeriggi insieme, quando lei era bambina. Mi ricordo che la adoravi! - Esclamò infine l'anziano, facendomi arrossire vistosamente.
Continuavamo a fissarci senza dire nulla, poi lo sguardo di Korain si incupì, facendomi provare una punta di disagio che nessuno sembrò notare.
Infine mio nonno aggiunse - dove sono i tuoi genitori, ragazzo? Una volta che vi siete rincontrati, tu e Clarisse dovreste passare un po' di tempo insieme come ai vecchi tempi. - Rise ancora, quasi come Babbo Natale e i suo "oh-oh-oh". - Trascorreremo la giornata con voi!

Cosa mi ero appena detta in macchina? Se lo avessi rivisto gli avrei detto ciò che provavo, ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare al momento era che lo avevo già conosciuto prima del mio arrivo a Seoul e forse lui ne era al corrente e ancora una volta mi aveva mentito.

I miei parenti uscirono per raggiungere i signori Kim, che erano in macchina, e io rimasi sola con Rain.

- Perché non hai detto la verità? - Chiesi con una punta di acidità nella voce.

Lui mi guardò mentre indossava un cappellino nero, ancora visibilmente incredulo nel vedermi lì. - Non ti devo nessuna spiegazione.

- Ah, è così? - Domandai, mentre lui cominciava a muovere i primi passi verso l'uscita e io lo seguivo.

- Si, esatto! - Rispose lui, abbassando la voce per non farsi sentire da nessuno.

- Kim Korain, sei veramente ridicolo, prima mi ignori dopo quello che c'è stato e poi vuoi anche mentire ai miei nonni? Non ti credevo capace di fare certe cose. - Lo superai, camminando spedita verso l'auto, ma lui aumentò la velocità per raggiungermi.

- E cosa dovrei dire io, allora? Ti ho visto che baciavi Harin! So che siete tornati insieme.

Mi si gelò il sangue nelle vene.

Quella volta volevo parlare con lui, ma questo non poteva saperlo.
Mi bloccai e lo guardai correre verso la sua macchina. - Rain, ti posso spiegare!

- Non mi interessa! - Furono le ultime parole che pronunciò il ragazzo, prima di salire in auto e lasciarmi in mezzo alla strada da sola.

*****

Quel giorno, quel momento,

Se avessi saputo sarebbe andata così,

Lo avrei stretto più forte a me.

Quando succederà?

Se potessi incontrarti ancora una volta

Voglio dirti guardandoti negli occhi:

mi sei mancato.

[Still with you, Jungkook, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora