Dopo una lunga chiacchierata con Rin, tornai al dormitorio dove trovai Woobin sveglio ad aspettarmi.
Era in pensiero per me e non potevo dargli torto, ero uscito di fretta senza dirgli dove andavo. Da buon amico aveva capito che c'era qualcosa di importante che si celava dietro ai miei comportamenti ed era intenzionato a conoscere ogni sfaccettatura della mia misteriosa situazione. - Si può sapere che cosa combini, Rain? - Domandò serio ma calmo, mentre mangiava della cioccolata.
- Se proprio vuoi saperlo, ti conviene sederti, la storia è lunga e complicata... - Annunciai al ragazzo che avevo di fronte, che smise quasi di masticare e, adesso, mi guardava con occhi confusi ma curiosi.
Sarebbe stato difficilissimo esporre ogni dettaglio e spiegare come il destino mi aveva aiutato, così cominciai direttamente dal principio.
Narrai a Woobin la storia di un bambino che per gioco, in un giorno uggioso, si trovava sull'isola di Jeju. Aveva accompagnato il nonno e lui, come premio, lo aveva mandato in spiaggia con la sola raccomandazione di stare attento e di non fare assolutamente nulla di pericoloso, ma quel ragazzetto che viveva nel suo mondo incantato non aveva ascoltato le parole del vecchio e aveva deciso che doveva entrare in acqua a fare il bagno, nonostante non sapesse nuotare poi così bene.
Woobin mi bloccò un momento per farmi la domanda che aspettavo da quando avevo iniziato il racconto. - Eri tu quel bambino, Rain?
Io annuii, consapevole che il peggio doveva ancora arrivare.
Sapevo che mi avrebbe considerato uno stupido, ma se non partivo da quel dettaglio lui non avrebbe potuto capire.
- Mi tuffai - dissi con un mezzo sorriso. - Ma il tempo non era dei migliori e il vento soffiava forte facendo alzare delle onde assurde, fui così sciocco da farmi travolgere dalle prime schiume che si infrangevano sulla battigia, ma non so per quale miracolo qualcuno mi tirò fuori dai guai. - Sospirai prima di continuare a parlare e vidi Woobin che mi guardava assorto, come se gli stessi raccontando una favola della buonanotte e, in un certo senso, lo era. - Ero stato salvato da una bambina, una straniera che si trovava su quell'isola, in quella spiaggia e in quell'esatto punto, per puro caso... Lei era nel posto giusto al momento giusto!
- Ma cosa c'entra questa vecchia vicenda con il presente? - Chiese lui, arricciando il labbro.
Sorrisi portando una mano alla fronte coprendo gli occhi, poi continuai a parlare. - Quella bambina... io l'ho incontrata Woobin, di recente intendo, di nuovo per puro caso e, come la prima volta, lei si trovava nel posto giusto al momento giusto. Ricordi quando ho rubato una macchina dello staff e ho provato a raggiungere la gelateria? - Il ragazzo annuì e mi spronò a continuare. - Bene... Vi avevo detto che avevo dimenticato di prendere i gelati anche per voi, ma ho mentito. In realtà le fan mi avevano colto in flagrante e durante la fuga avevo beccato questa ragazza bellissima in un vicolo, con la valigia tra le mani... Ed era lei, capisci? Certo, non l'ho riconosciuta subito. Quella sera ho incrociato il suo sguardo e avevo notato la familiarità, ma non riuscivo a capire dove l'avessi già vista, eppure sentivo un legame incredibile... L'ho persino baciata per salvarmi. Ma poi il giorno dopo, mentre uscivamo dal ristorante lei era lì, ancora, e guardandola di nuovo negli occhi ho ricordato quel giorno al mare... Non volevo crederci. Mi sembrava impossibile ritrovare una persona così, dal nulla. E non te ne ho parlato prima perché volevo accertarmi a ogni costo che si trattasse della mia Clarisse, così si chiama, non è un nome bellissimo? - Era una domanda retorica, ma vidi Woobin prendere fiato e aprire bocca per rispondere. Lo fermai sul nascere continuando a raccontare la mia storia. - Quella sera stessa mandai un messaggio a Seo Joon perché volevo cercarla, ma non sapevo da dove cominciare, perciò l'indomani l'ho incontrato per discutere i dettagli dell'indagine, e indovina? Lui l'ha trovata, assurdo ma vero!
Mi fermai per riprendere fiato, l'entusiasmo aveva preso il sopravvento, ma qualcosa mi turbava e Woobin se ne accorse subito. - Rainie, tutto ok?
Volevo dire di sì, ma non potei.
- Purtroppo sono arrivato tardi, amico mio... - Abbassai il capo guardandomi i piedi, mentre l'eccitazione di poco prima svaniva lasciando spazio al vuoto più totale.
- Allora? - Woobin mi scrollò per farmi riprendere. - Perché ti vuoi arrendere?! Non capisco, sembra che il destino vi voglia vedere insieme.
- Lei stasera era con Rin. Ero andato lì per incontrarla, per farmi avanti, ma c'era qualcuno che ci osservava. Ho creduto che potesse trattarsi di qualche sasaeng o di un paparazzo appostato e non ho potuto fare nulla, l'unica cosa ottenuta, e aggiungo per sbaglio, è stato lo scambio di cellulare. Figurati che l'avevo persino contattata, dopo, perché mi sembrava l'ennesimo segno che il fato ci volesse insieme, ma alla fine sono riuscito a fare parlare Rin e ho scoperto che le piace e che stasera si sono baciati.
Woobin deglutì, poi si morse il labbro superiore e capii dalla sua espressione che era rimasto senza parole. Anche lui sapeva perfettamente che dopo stasera non avrei potuto farmi avanti con lei per nessun motivo al mondo, perché il nostro gruppo veniva prima di tutto, il rispetto per i nostri hyung non poteva vacillare per una ragazza, anche fosse l'ultima sulla faccia della terra, non potevo rovinare un legame che stava nascendo per un ricordo d'infanzia. Così spiegai al mio amico che nonostante domani avrei potuto vederla per restituirle il telefono e recuperare il mio, avrei lasciato correre e avrei mandato l'autista a effettuare lo scambio, col cuore in frantumi per lei ma felice, perché Rin-hyung forse aveva trovato un po' di serenità prima del grande giorno.*****
Il mio freddo cuore
Ha dimenticato come chiamarti,
Ma non mi sento solo, va bene, va bene.
Anche se la più profonda e buia delle notti
Ridesta sogni che si erano assopiti,
Non ho paura, va bene, va bene.
Mi sento bene, bene, bene.
Ora lascerò andare la tua mano.
[I'm fine, BTS]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...