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"Ascolta il battito del mio cuore,

ti sta chiamando a sé,

in questa pesta oscurità

sei cosi splendente"

[Save me, BTS]

*****

Mentre aspettavo sotto casa di Rin l'auto che mi avrebbe riportata nel mio quartiere, tornai con la mente a qualche momento prima e alla richiesta quasi disperata che mi fece. Era stato diretto e conciso, senza giri di parole mi disse che voleva rivedermi a ogni costo e non mi lasciò andare neanche quando gli risposi che non potevo. Ovviamente non capiva perché facevo resistenza, se così poteva definirsi, e io, dal canto mio, non avevo alcuna intenzione di rivelargli il vero motivo per cui continuavo a negargli quell'opportunità. Come avrei potuto? Spiegarglielo significava raccontargli dettagli della mia vita che non avevo mai avuto il coraggio di rivelare ad anima viva, avrei dovuto parlargli dell'incidente dei miei e della conseguente apatia che mi aveva colpita dopo, ma non ero ancora pronta per aprirmi con nessuno. Gli dissi chiaramente di lasciarmi perdere, che non facevo al caso suo, ma in fondo non ci credevo nemmeno io perché il mio cervello, in quell'istante, differiva totalmente dalla volontà del mio cuore. - Harin, ti prego... Non insistere oltre! - Stavo per dirgli addio, per un secondo crebbe in me una voglia matta di spingerlo fuori dall'ascensore e scappare, volevo allontanarlo da me e dal veleno che era la mia vita, ma non riuscii più neanche a respirare quando, senza indugi, Rin fece un passo nella mia direzione prendendomi il viso tra le mani e baciandomi dolcemente. Ero con le spalle al muro, senza alcuna via di fuga, e tenevo gli occhi fissi su di lui con il cuore che mi martellava nel petto e che minacciava di spaccarlo e uscire fuori. Alla fine non potei fare altro che cedere a tutte quelle emozioni, rilassai le spalle e, chiudendo gli occhi, mi beai di quel momento all'apparenza perfetto.

Non provai le stesse sensazioni dell'incontro al ristorante, quel senso di appartenenza che mi destabilizzò quando incrociammo gli sguardi, questa volta sentii qualcosa di nuovo che mi piacque comunque e che mi spinse ad accettare la sua proposta di rivederci e di buttare via come se nulla fosse tutti i miei buoni propositi. Come potevo rinunciarci dopo quel bacio accattivante che sapeva di tranquillità? D'altronde, dopo la brutta vita vissuta finora, un po' me lo meritavo, no? Perciò gettai le buone intenzioni nella sezione "indifferenziata" e lo salutai con la consapevolezza che lo avrei sentito ancora e che, quando avrebbe avuto un attimo di libertà dagli impegni, ci saremmo rivisti per un primo, vero appuntamento.

Stavo ancora attendendo la macchina che mi avrebbe riportata a casa, quando qualcuno mi venne addosso distogliendomi dai miei pensieri e facendo volare la mia borsa per terra, riversando tutto il contenuto sul marciapiede.
- Oh, mi perdoni! - Disse con voce profonda, mentre si inginocchiava e raccoglieva tutto. - Non l'avevo vista...
Lo osservai immobile, impaurita dal fatto che potesse trattarsi di un ladro e mi maledii mentalmente per non aver permesso a Rin di scendere a tenermi compagnia mentre aspettavo l'autista. Lo sconosciuto indossava una tuta nera, aveva il viso coperto dalla sciarpa e dai capelli mori che gli ricadevano sugli occhi e, in tutta onestà, sembrava essere davvero un malfattore. Però dovetti ricredermi quando si alzò e, inchinandosi per farsi perdonare, mi consegnò i miei effetti personali e scappò via correndo ed entrando nello stesso palazzo da dove io ero uscita.
Mi ritenni fortunata quando il van nero finalmente arrivò e mi portò a destinazione in piena sicurezza.

Era appena mezzanotte quando rincasai, e l'indomani avrei iniziato il nuovo lavoro al minimarket del signor Min. Volevo essere in forma smagliante, così andai subito in camera mia, mi cambiai infilando un comodo pigiama rosa cipria in jersey, con degli unicorni stampati e infine lavai i denti. Mancava solo la sveglia e mi sarei lasciata andare tra le braccia di Morfeo, sperando di sognare quel bacio magico ricevuto in ascensore. Corsi a recuperare il cellulare in borsa, ma quando infilai la mano e lo uscii di lì, rimasi allibita.
Non era il mio.
Si trattava di un telefono costoso, ma non era neanche quello di Rin, perfettamente riconoscibile dal colore rosa. Non sapevo che fare, ero entrata nel panico e il mio cervello si era impallato, speravo solo che il proprietario di quel dispositivo sconosciuto avrebbe chiamato presto per un ipotetico scambio.
Cercai di respirare profondamente e riflettere sul da farsi quando lo schermo si illuminò per una chiamata in entrata, rivelando una bellissima foto nello sfondo: un cagnolino piccino e dolce come lo zucchero, che dormiva beato tra le braccia di qualcuno.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora