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Perdoniamo noi stessi ora,

La vita è troppo lunga per buttarci via,

Fidati di me all'interno di questo labirinto,

Perché quando l'inverno finisce,

La primavera ritorna.

[Answer: love myself, BTS]

*****

Era da un po' che non vedevo Korain, però la sua presenza nella mia vita era ormai una costante, ci sentivamo tutti i giorni, la sera quando tornava in stanza esausto, prima di dormire mi videochiamava e parlavamo finché uno dei due non crollava. Era quasi sempre lui a cedere, era più stanco di me, nonostante io provassi giornalmente per l'imminente provino che sembrava non voler più arrivare. Avevamo passato il suo compleanno separati, ma guardai la live che avevano girato per i fan e, per un certo verso, mi sembrò di essergli accanto. Durante il video parlarono anche dei compleanni degli altri ragazzi e mi resi conto di quanto cattiva fossi stata senza nemmeno accorgermene. Rin compiva gli anni all'inizio di dicembre e io proprio in quel periodo gli avevo confessato di provare qualcosa per il suo amico. Ero stata così stupida da non fargli gli auguri e spezzargli pure il cuore, perciò  decisi di mandargli un messaggio in cui gli chiedevo scusa per la mia mancanza, sperando con tutta me stessa che mi perdonasse. La sua risposta mi gelò all'istante...

"Oltre il danno, la beffa".

Era freddo e arrabbiato, lo sapevo bene e non potevo dargli torto, desideravo solo che non se la prendesse con Korain per sfogare la frustrazione che io gli avevo causato. Anche se sapevo che non avrei potuto sperarlo per troppo, perché prima o poi avrebbe scoperto di noi due e avrebbe dato di matto.

Ma che potevo fare per sciogliere questo difficile nodo? L'unica soluzione era fingere, fingere che io e Rain non fossimo una coppia, almeno finché Rin mi avrebbe dimenticato.

Quando guardai l'ora sul cellulare, constatai che mancava poco alla fine del mio turno serale dal signor Min e non vedevo l'ora di arrivare a casa per sentire il ragazzo di cui, ormai, non potevo fare a meno, però lui mi sorprese e mi venne a prendere a lavoro.

"Mi mancavi troppo", quelle erano state le sue parole quando chiesi il motivo di quell'incontro improvviso. Ero felicissima di poterlo finalmente abbracciare, ma c'era qualcosa nel suo sguardo e nel suo tono di voce che mi fece preoccupare; avevo il sentore che qualcosa non andasse e tentai di non farmi prendere dall'ansia, ma era pur vero che percepivo il suo malessere e non potei evitare quello stato di agitazione che quel presentimento mi procurò. Non chiesi nulla, speravo che fosse lui a parlarne e aspettai di arrivare a casa sua, ma lì Korain praticamente mi assalì. Cominciò a togliermi i vestiti, mentre il senso di eccitazione saliva e i brividi mi accarezzavano la pelle. Ci fermammo in corridoio, mezzi nudi, la mia schiena poggiata al muro gelido e la sua bocca che non dava tregua al mio collo, mentre lasciava caldi baci, mordeva e passava la lingua facendomi tremare per l'emozione di averlo finalmente per me. Ero succube delle sue labbra, ma l'egoista che era in me chiedeva sempre di più e, quando giungemmo sul letto, ci lasciammo andare, seguendo i nostri istinti primordiali. Amavo il contatto della sua pelle nuda con la mia, amavo il suo respiro mischiato al mio, le nostre gambe intrecciate e le sue mani che seguivano le morbide forme del mio corpo.

Amavo lui.

E se il suo divorarmi e voler essere consumato a sua volta, era un modo per sfogare la sua tristezza, lo avrei lasciato fare finché lo voleva, senza mai negargli nulla. Oramai mi aveva catturata, ero sua in tutti i sensi e non avrei permesso a niente e nessuno di portarmi via quel briciolo di felicità che ero riuscita a conquistarmi da sola.

Quando entrambi raggiungemmo l'apice del piacere, restammo incastrati come due tessere di un puzzle e sentirgli dire "ti amo" era la cosa che più attendevo ogni volta. Quelle parole erano la conferma che qualcuno a questo mondo teneva a me, ma adesso era il mio turno di fare capire a Korain che lo amavo anche io e senza troppi giri di parole gli chiesi quale fosse il problema.
- Non è niente, sono solo stanco. - Mi teneva stretta a lui e potevo sentire il suo cuore battere, aveva da poco ripreso il normale ritmo, ma come una macchina della verità lo sentii sussultare quando mi rispose.

- Perché non vuoi parlarne? È tanto spiacevole?

- Come fai a capire sempre quando qualcosa non va? Dovresti smetterla di leggermi la mente! - Esclamò sorridendo nel buio.

Con la mano cercai il suo viso e lasciai che le mie dita seguissero il suo profilo perfetto, mentre lui chiudeva gli occhi per quel tocco delicato. Indugiai sulle sue labbra e lui schioccò un impercettibile bacio, poi inspirò profondamente e buttò fuori l'aria disperato. - Rin ha capito tutto.

Mi alzai di scatto, poggiandomi sul gomito, mentre la mia mano tornava sul suo petto. - Cosa sa? - Era un vero problema.

Korain accese la luce e mi spiegò che il suo amico si era accorto dei sentimenti che provava per me, ma che non poteva avere una conferma che sospettasse anche della nostra relazione, perché non aveva proferito parola al riguardo.

Mi dispiace. - Dissi infine, facendo corrugare lo sguardo al ragazzo sdraiato accanto a me. - Credo di averlo fatto arrabbiare qualche giorno fa. Gli ho mandato un messaggio di scuse. - Spiegai a Rain quello che avevo combinato e lui mi abbracciò di nuovo.

- Risolveremo anche questa, stai tranquilla. Non è un male che abbia capito che i nostri sentimenti sono reciproci, noi ci apparteniamo e prima o poi dovremmo uscire allo scoperto. - Aveva ragione, ma io volevo evitare situazioni scomode a tutti i costi.

- Il tuo discorso non fa una piega, ma... - Esitai prima di continuare, poi trovai il coraggio. - Non possiamo aspettare che parta per il militare? Quando tornerà, sono certa che avrà dimenticato ogni cosa e ci darà il suo benestare senza che ci rimettiate la vostra amicizia e, soprattutto, il gruppo! - Sparai quelle parole a raffica, senza guardarlo negli occhi. Sapevo che era una meschinità mentire, ma che altro modo avevamo?
Però Rain non sembrò d'accordo con me e alle mie parole si irrigidì, alzandosi dal letto e cercando i suoi abiti. - Datti una sistemata, ti riporto a casa.
Quella fu la prima volta che calò un silenzio abissale tra noi.
Non mi era mai passato per la mente di poter provare una sensazione così sgradevole in sua compagnia, ma Korain era diventato freddo e apatico tutto d'un tratto e io sapevo che c'erano ancora cose di cui non mi aveva parlato, però non avevo voluto insistere oltre.
Sarebbe arrivato il tempo in cui, da solo, avrebbe desiderato dirmi ciò che più lo faceva stare male.
Speravo solo che quel suo tacere non fosse sintomo di qualcosa di più grave e che non durasse troppo a lungo.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora