Non appena avevo premuto sul tasto invia mi ero pentito anche solo di avere scritto il messaggio. Mi sentivo in colpa nei confronti di Rin, ma allo stesso tempo non volevo fare del male a Clarisse. Trattarla come avevo fatto mi faceva sentire uno schifo, perciò volevo rimediare e l'unica cosa che potevo fare era essergli amico, dovevo mettermelo in testa prima di combinare un vero disastro.
Decisi comunque di andare a scusarmi di persona, ma soprattutto avevo l'urgenza di mettere in chiaro la natura del nostro rapporto per non creare disguidi. Non sapevo cosa pensasse di me, neanche volevo scoprirlo e, per stare bene con me stesso, dovevo pronunciare ad alta voce e davanti a lei la parola "amico" per tranquillizzarmi e mettermi il cuore in pace.
Quando mi risvegliai, la mattina seguente, non trovai nessuna risposta, cosa che forse mi aspettavo, però non mi diedi per vinto. Mi lavai, mi vestii e uscii di casa senza dare nell'occhio, recandomi al mini market dove lavorava Clarisse. Non sapevo se l'avrei trovata, ma ancora una volta il destino sembrava guidarmi verso di lei, perché era lì e, per puro caso, aveva quasi finito il suo turno.
All'inizio tentai di nascondermi, ma lei mi vide e mi raggiunse quasi subito e, mentre camminava verso di me, avevo le mani sudate e il cuore che andava a mille. Non capivo perché proprio quell'unica persona da cui dovevo stare a debita distanza dovesse provocarmi certi fremiti, perché proprio lei doveva essere la ragazza di Rin? Non riuscivo a comprendere nulla di tutto ciò, sapevo solo che la volevo e non poteva essere mia, non a quelle condizioni, non se a soffrirne doveva essere mio fratello.Alla fine mi scusai per il comportamento apatico della sera precedente e le dissi ciò che dovevo, che Harin voleva ci prendessimo cura di lei, infine la accompagnai a casa. Clarisse non sembrava troppo felice delle mie parole, forse l'avevo fraintesa o, semplicemente, non le piacevo e per quello non aveva nemmeno risposto al messaggio. Non ne avevo idea, ma almeno adesso mi sentivo un po' meglio con me stesso.
Dopo averla lasciata a destinazione andai in agenzia per iniziare le prove di canto.
Ero estremamente svogliato, perché nonostante tutto oggi avevo rinunciato a lei, potevo sentirmi un po' giù, no?
Di contro, però, avevo scelto di restare fedele al mio hyung e dovevo esserne felice, dovevo semplicemente accettare la cosa e tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Doyoon si accorse che qualcosa non andava. - Tutto bene?
Lo guardai e accennai un sì col capo, facendo un piccolo sorriso per non farlo preoccupare. Mi dispiaceva vedere i miei hyung in pensiero per me e allora cercai di tirarmi su di morale proponendo canzoni movimentate e allegre, così da riuscire nel mio intento, giocando e scherzando con tutti.
Finito il ripasso, andammo a mangiare e, in tutta onestà, non vedevo l'ora di buttare giù qualcosa di delizioso, adoravo il cibo.
- Korain... - Rin richiamò la mia attenzione. - Dove sei andato stamattina?
Ed eccola, la domanda che temevo arrivasse. Ovviamente non potevo essere sincero, non al cento percento, però dovevo dirgli che ero passato di lì perché non sapevo se lei avrebbe mantenuto il nostro incontro segreto. - Ecco, io.. - Esitai un secondo, mordendomi il labbro inferiore. - Sono passato da Clarisse.
Lui aggrottò la fronte, era evidente che non ne capiva il motivo e voleva vederci chiaro. - Come mai?
- Dovevo scusarmi con lei, ieri mi sono comportato male, ero sfinito, ma tu hai detto che ci dobbiamo prendere cura di lei, così... - Non sembrava troppo convinto dalla mia risposta, ma non gli avevo dato modo di pensare altro, perciò con qualche dubbio che aleggiava ancora sul suo viso passò oltre, annuì e continuò a mangiare i suoi noodles.
Mi alzai dal tavolo per raggiungere di nuovo il buffet e fare il bis e Woobin mi seguì, infine sussurrò - sei impazzito? - Lo guardai senza fiatare. - Vuoi farti beccare, per caso?
- Non preoccuparti, ci ho dato un taglio. - Dissi afferrando l'ultimo raviolo, poi guardai Woobin che osservava il mio piatto con gli occhi spalancati.
Sospirai e glielo cedetti.Quando finimmo la pausa, ci recammo in sala per riprendere le prove, questa volta di ballo, e una visita a sorpresa mi destabilizzò.
Il mio hyung aveva invitato Clarisse a vederci danzare, non senza precauzioni ovviamente. Nessuno sapeva di lei, eccetto noi ragazzi, infatti venne camuffata da ballerina, tuta nera e mascherina per coprire il viso. Rin le aveva fornito anche un pass per poter entrare indisturbata e infatti, dopo la prima coreografia, fece il suo ingresso lasciandomi senza fiato.
Non aveva nulla di particolare, ma vederla ogni volta mi regalava emozioni che non riuscivo a spiegare a parole, restai semplicemente a fissarla per qualche attimo con un sorriso ebete stampato in volto, per poi accorgermi di essere osservato a mia volta.
Rin mi stava guardando con un espressione contrariata, così distolsi lo sguardo da entrambi e mi concentrai solo sui passi.
L'avevo combinata grossa, speravo solo che il mio amico non avesse intuito nulla, perché tanto avevo deciso che non avrei più invaso i suoi spazi.Le prove volsero al termine e dopo la doccia, Rin ci salutò andando via con lei. Provai un moto di gelosia non indifferente, ma che potevo farci? Dovevo solo conviverci fino a che quei sentimenti sarebbero svaniti.
Non riuscii neanche a cenare, decisi di andare a letto e aspettare che il sole sorgesse nuovamente, accogliendo un nuovo giorno.
Prima o poi, avrei smesso di soffrire.*****
Chiudo gli occhi ogni notte in una realtà distorta,
al suono di un tragico carillon.
Ma per essere libero da questo peccato,
per dimenticarlo,
dovrei arrendermi.
[Boy meets evil, BTS]
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...