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Non volevo urlarle contro, eppure la voce si alzò e la frustrazione giocò un ruolo fondamentale in quel momento.
Non avrei mai voluto trattare Clarisse con tanta cattiveria, mi faceva male al cuore vedere i suoi occhi pieni di amarezza e sapere che ero stato io stesso a procurarle tale delusione con quella semplice frase che, però, poneva fine a tutto quello che avevamo costruito insieme. Non avrei mai voluto lasciarla andare, non dopo avere ottenuto il tanto agognato benestare di Harin, dopo averla ritrovata come per magia.
Era stata una decisione sofferta, sicuramente errata data la conclusione, ma non potevo permettermi di farla aspettare per due lunghi anni.

Era vero ciò che diceva, ormai i tempi erano cambiati, ma io avevo imparato a conoscerla e sapevo che per lei la libertà era tutto.
- Sai perché saremmo arrivati comunque alla fine, come presumevi tu? - Non ebbi il coraggio di risponderle, continuai a fissare il pavimento dopo la mia inutile sfuriata. - Non mi hai dato modo di scegliere, hai deciso tutto da solo e adesso, sì, sono convinta che la via in cui mi hai spinta sia quella giusta. Ti voglio lasciare, Kim Korain, perché sei egoista e hai pensato solo a te stesso.
- Come? - Alzai lo sguardo sul suo viso immerso da lacrime malinconiche.
Avrei voluto abbracciarla per l'ultima volta, perché avevo capito di aver combinato un disastro immenso, non avrei mai potuto porre rimedio alla cazzata colossale che avevo fatto.
Aveva ragione e, senza volerlo, l'avevo privata della libertà che invece pensavo di concederle rompendo con lei.

Come avevo potuto essere così stupido? Adesso non potevo dire nulla in mia discolpa, non dopo che lei, volente o nolente, aveva accettato di recidere il nostro legame.

Ci guardammo negli occhi per un tempo lunghissimo, chiusi in un ostinato mutismo, piangendo come due stupidi, senza abbracciarci, senza dirci addio, semplicemente immobili. Poi lei si morse il labbro e parlò spezzando quel silenzio. - Sei un idiota, non hai capito niente di me. - Si voltò recuperando la sua roba e mi lasciò lì, a fissarla mentre mi abbandonava a me stesso.

Solo quando sentii la porta sbattere con violenza ricominciai a respirare e mi piegai sulle ginocchia, iniziando a singhiozzare come un bambino. Passai nervosamente le mani tra i capelli mentre mi davo dello stupido. - Che diavolo ho combinato?
Piansi fino allo sfinimento e quando anche le lacrime smisero di scorrere, mi alzai dall'angolo in cui mi ero accucciato e preparai le valigie, prima di tornare al dormitorio. Non sarei riuscito a chiudere occhio in quella casa, in quel letto che aveva ospitato la mia Clarisse, che ci aveva visti mescolarci la pelle e amarci completamente.

La mattina seguente mi ritrovai con due occhiaie che arrivavano al pavimento, il viso simile a quello di uno zombie putrido. Andai a lavarmi e incontrai Harin che spazzolava i denti. - He osa hai atto alla accia? - Mi osservò dal riflesso dello specchio, gracchiando parole confuse. Lo guardai grattandomi la testa e, ancora intorpidito dal dolore lancinante al petto, strinsi gli occhi fino a farli diventare due fessure in attesa che il mio compagno ripetesse la frase senza lo spazzolino in bocca.
Sputò il dentifricio in eccesso che ormai si era trasformato in schiuma, poi si scusò ridendo, mentre asciugava il mento dall'acqua che aveva usato per risciacquare il viso. - Perché hai questo aspetto orribile? Non avrai passato la notte in bianco, spero? - Ci aveva preso in pieno, ma ero certo che, maliziosamente, intendesse tutt'altro. Poi mi scrutò attentamente e, con molta probabilità, notò la preoccupazione che mi attanagliava. - Sei agitato per l'arruolamento? Rain, devi stare tranquillo, saremo insieme e...
- Ho lasciato Clarisse. - Dissi secco.

Rin sbarrò gli occhi e portò la testa indietro, evidenziando il doppio mento.
Se fosse stata un'altra situazione avrei riso fino alle lacrime, ma in quel momento nel suo sguardo leggevo solo shock e rabbia. - Sei impazzito? - Deglutii. Volevo rispondere, ma lui iniziò a sparare parole a raffica, come faceva sempre quando era nervoso. - Ya! Che razza di problemi hai? Pensi che mi sia fatto da parte per nulla? Che abbia rinunciato per farvi fare questa fine? - Si avvicinò e mi afferrò dal collo, mentre con l'altra mano chiusa in un pugno strofinava le nocche sulla mia testa. - Che cosa ti dice il cervello? Sicuramente avrai ferito Clarisse con il tuo atteggiamento immaturo e incoerente. Dopo aver decantato tutto il tuo amore è così che vuoi fare finire la tua relazione?! Eh???
Era in iperventilazione e, quando finalmente riuscii a sottrarmi dalla sua presa, avevo i capelli all'aria e la testa mi faceva malissimo. - Hyung, lasciami spiegare. L'ho fatto per lei, per lasciarla libera di vivere questi due anni senza di me, libera di fare le proprie scelte. Non posso bloccarla in una relazione a distanza, io sono il primo che odia la lontananza e non voglio impedirle di provare qualcosa per qualcun altro che magari non sono io.
- Ma sei serio? - Rin corrugò la fronte. - Credi che i sentimenti che lei provi per te siano così limitati?

Non lo pensavo affatto, ero consapevole che lei mi amasse, dopo ieri sapevo perfettamente che la mia decisione si era rivelata sbagliata, che avremmo potuto parlarne prima e organizzarci per vivere bene il distacco, ma oramai dovevo rimanere sui miei passi, dovevo convincermi pienamente che, senza di me, Clara avrebbe vissuto al meglio questi due anni. - Lei ha degli amici ora, potrebbe innamorarsi di un'altra persona e io non voglio esserle d'intralcio.

Uno scappellotto inaspettato mi colpì alla nuca. - Kim Korain, sei un vero idiota, lo sai pure tu che stai sparando una marea di idiozie. Va' da lei e sistema tutto prima della partenza! - Quel suggerimento mi fece riflettere e, senza che ne capissi il motivo, le parole di Harin furono come una doccia fredda e mi risvegliarono.
Mi morsi il labbro chiedendomi se raggiungendola ed esplicandole il mio punto di vista lei avrebbe capito e mi avrebbe perdonato per essere stato tanto sciocco.
Quando intuii dalla faccia ancora furente di mio fratello che stavo perdendo tempo, mi vestii di premura e scesi ai piani inferiori alla ricerca della mia ragazza. Vagai per un paio di stanze, senza risultato, finché quasi mi arresi all'idea di non trovarla e non poterle neanche parlare.

Quando arrivai nella grande mensa, la sala era ancora vuota, era presto per mangiare, ma dei singhiozzi soffocati attirarono la mia attenzione.
Ero certo che non ci fosse nessuno nei paraggi e invece, seduti su un divano dietro un separè da cui riuscii a sbirciare, Clarisse e Minjun erano avvinghiati e lei piangeva stretta sul suo petto.

Portai la mano sul collo e poi scesi tirando la maglia con violenza, volevo strapparmi il cuore per il dolore che quell'immagine mi procurò.
Persi più di un battito alla vista della mia Clara abbracciata a un'altra persona, ma me l'ero cercata e adesso non sapevo cosa dire o fare per intromettermi tra di loro e chiedere perdono, sentivo di essere arrivato troppo tardi e di non avere più speranza.

*****

"Non si vede la fine,

Esisterà una via d'uscita?

I miei piedi non vogliono,

Non vogliono muoversi."

[Life goes on, BTS]

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora