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Mi sto spezzando,

Ma vedo una luce,

Alla più buia delle notti,

Seguirà l'alba.

Supereremo ogni cosa,

Anche il futuro.

Non ci fermeremo proprio ora.

[Lights, BTS]

*****

Quella sera non ricevetti alcuna videochiamata e la cosa mi lasciò amareggiata, perché malgrado ci fossimo incontrati, il modo in cui ci eravamo separati mi aveva turbata e avrei tanto voluto sentire la sua voce calma e tranquilla prima di addormentarmi. Alle due dovetti rassegnarmi e cedere al sonno, visto che l'indomani mi aspettava una giornata piena.

Quando la sveglia suonò mi alzai controvoglia, avevo fatto le ore piccole, ma il signor Min mi attendeva per l'inventario e non potevo tardare di un secondo.
Arrivata al supermarket, un van nero occupava un posto proprio davanti l'entrata e per me fu un sollievo vedere quell'auto, voleva dire che Korain non era arrabbiato o altro. Indugiai in attesa di un cenno e, quando il finestrino si abbassò leggermente e i suoi occhi color cioccolato spuntarono dalla fessura, lo raggiunsi entrando nell'abitacolo dai sedili in pelle nera.
- Che fai qui? - Domandai sorridendo.
- Avevo cinque minuti, volevo salutarti e scusarmi per ieri, avrei tanto voluto che restassi a dormire, ma... - Non continuò, era ancora titubante e io non sapevo cosa dire, lo guardai semplicemente, aspettando una spiegazione che però non arrivò. Io volevo spezzare a tutti i costi quel silenzio che alle miei orecchie risultava assordante, così domandai timidamente a che ora fosse l'appuntamento per quella sera. Rain mi aveva detto di aver organizzato tutto nei minimi dettagli, ero entusiasta e non vedevo l'ora di cenare con lui.

- Ecco, a proposito di quello... - Sospirò, alzando la testa dispiaciuto. - Oggi proverò fino a tardi perché dobbiamo registrare i nuovi pezzi, perciò dobbiamo rimandare il nostro incontro. - Lo guardai un momento e mi sentii distante mille miglia da lui, annuii e abbassai lo sguardo.

- Oh, va bene... Adesso devo andare. - Feci per scendere dall'auto, ma lui mi fermò e mi abbracciò nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, mentre il suo alito caldo mi solleticava la pelle. Restammo in quella posizione per qualche minuto e i miei occhi bruciarono, minacciando di far cadere lacrime salate. Solo per poco mi sentii abbandonata, nonostante quell'abbraccio volesse consolarmi.
- Clara, non è come pensi. - Sussurrò lui al mio orecchio, rispondendo al mio stato d'animo. - Non sono arrabbiato, ma solo stanco. Vorrei più tempo per noi e invece sembra sempre meno. Ieri ho dimenticato questo. - Si voltò afferrando qualcosa, poi mi guardò, mi porse un pacchettino adornato con un fiocco e mi sorrise, mostrando il mio rettangolino preferito. - È un regalo di Natale per te.

Lo fissai a bocca aperta e mi scusai, perché io non avevo preso nulla per lui neanche per il compleanno. Non ero abituata a certe cose e, anche per quella ragione, la mia espressione scioccata lo fece ridere di gusto. Scartai tutto con avidità e appena notai il contenuto, imitai Korain formando una mezzaluna con la bocca, mentre le mie gote si tingevano leggermente di rosso.

Nei miei pomeriggi vuoti, mentre studiavo i Be7 e puntalmente mi perdevo nei video di Rain, ne avevo visti molti in cui lui scattava foto e avevo scoperto che era una sua passione. Il regalo mi sorprese perché, nonostante conoscessi questo suo hobby, non avrei mai pensato di ricevere un'immagine tanto bella.

Lo scatto, rigorosamente in bianco e nero, raffigurava una me intenta a ballare; ero in sala prove alla casa discografica e mi guardavo allo specchio madida di sudore, coi capelli legati in una coda disordinata e qualche ciocca che mi si attaccava al viso con insistenza. Era la foto più bella che avessi mai visto, non perché il soggetto fossi io, ma perché Korain era stato così bravo da far trasparire la mia e la sua passione in un mix di dedizione e amore che non aveva limiti.

- Ma questa quando... - Non riuscii a continuare.

- Era la prima volta che ti vedevo lì e il tuo sguardo mi aveva catturato come sempre, la grinta e la determinazione erano all'apice di tutto, avevo con me la fotocamera e non ho esitato. Eri troppo "tutto" per non immortalare quel momento.

Il mio cuore saltò qualche battito, mentre stringevo quella cornice tra le braccia. - Grazie, è un dono meraviglioso. - Lui non lo sapeva, ma dalla morte dei miei non avevo mai ricevuto nulla, neanche una caramella. Invece, da quando lo avevo conosciuto, lui mi aveva offerto un pacchetto completo, emozioni che avevano reso la mia vita finalmente degna di essere di nuovo chiamata tale.
Ci salutammo e mi promise che appena ne avrebbe avuto occasione, sarebbe venuto a cercarmi.

Quel giorno lavorai con un peso in meno sul cuore.

Finito l'inventario, augurai una buona giornata al mio capo e mi recai alla Music Life per le mie prove, ma quando arrivai in sala, la trovai occupata. Bussai timidamente e, appena mi invitarono a entrare, affacciai la testa per guardare meglio. C'erano due ragazze sulla ventina e un'altra persona che le aiutava con la coreografia che anche io dovevo presentare. Mi accomodai e poggiai il borsone in un angolo, mentre attendevo che finissero. La musica si fermò due minuti dopo, il ragazzo si scusò per l'intrusione e mi disse che se volevo potevo unirmi a loro. - Io sono Han Chung Hee, piacere di conoscerti, loro sono San Ha Neul e sua sorella gemella San Soo Min. - Fecero un inchino e io li seguii a ruota.

- Io mi chiamo Clarisse Moreau.

- Oh, sei francese? - Chiese lui, mentre le altre ripassavano il pezzo. Io annuii e senza giri di parole gli dissi che ero lì per provare, così non perse tempo e insieme, cominciammo a ballare sulla canzone scelta dai giudici.

Dopo quattro ore piene, decisi che poteva bastare e gli altri pensarono la stessa cosa.
- Che ne dite di andare a mangiare qualcosa? - Propose Ha Neul alla sorella e a Chung Hee che accettarono di buon grado, mentre io mi facevo i fatti miei. Stavo per uscire dalla stanza per andare negli spogliatoi, quando una voce maschile risuonò alle mie spalle.
- Tu non vieni? - Spalancai gli occhi per la sorpresa e mi voltai a guardarlo, incontrando i suoi occhi dorati che mi scrutavano mentre mi sorrideva, in attesa di una risposta.

- Dici a me? - Mi morsi il labbro imbarazzata. Non sapevo mai come fare per dire di no, così mi feci convincere e andai fuori a cena con degli sconosciuti, senza sapere che i pianeti si stavano allineando per farmi combinare un guaio bello grosso.

Zero o'clock •{Kim Taehyung}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora