Semplicemente crediamoci
e iniziamo a correre.
[So what, BTS]
*****
Quella sera Korain mi aveva fatto una bella ramanzina per essere uscita con uno sconosciuto ed essermi anche ridotta a uno straccio; si era preoccupato proprio come farebbe un padre, ma capii il suo stato d'animo e amai alla follia il suo modo di dimostrarmi quanto fosse in pensiero per me. Avere una figura maschile accanto era un aspetto della vita che mi mancava; ovviamente mio zio non faceva testo perché era sempre rimasto in disparte, se non nei momenti in cui mi domandava dei soldi, mentre Rain mi riservava ogni premura possibile e rendeva le mie giornate piene di amore senza nemmeno accorgersene. Ogni suo piccolo gesto faceva la differenza e gliene ero grata.
Finalmente arrivò il tanto atteso giorno del provino e, anche in quell'occasione, il mio ragazzo non mancò nel farmi sentire importante. Ovviamente non poteva dare troppo nell'occhio, venne bardato di tutto punto e assistette alle esibizioni in silenzio, finché non arrivò il mio turno.
Ero tesissima e mi tremavano le mani, dovetti scuoterle un bel po' prima di riuscire a farle fermare. Salii sul palchetto e mi posizionai al centro, presentandomi con la giuria mentre mi inchinavo, poi feci un cenno indicando che ero pronta per cominciare e la musica partì.Avevo provato quella coreografia tante di quelle volte che ormai i passi risultavano naturali come quando si cammina; ero sciolta e i movimenti fluenti diedero modo ai giudici di notare la mia preparazione, oltre che di assistere a una performance perfetta.
Quando finii avevo il respiro corto e il cuore che batteva come se volesse esplodere da un momento all'altro; ci poggiai una mano sopra e sorrisi mentre mi osservavo i piedi, sentendo un fischio di ammirazione, molto probabilmente proveniente dall'unica persona che conoscevo lì dentro.
- Vedo che ha già dei fan, signorina Moreau. - Fu proprio il CEO della società a parlare, Bang Eunji, il capo indiscusso della Music Life. La sua faccia paffuta mi regalò una mezzaluna che riuscì a farmi sentire subito a mio agio e apprezzata. - La sua prova, al momento, si è rivelata la migliore. Per tutto questo tempo abbiamo tenuto tutti i partecipanti sotto controllo e devo riconoscere che lei è stata una delle poche che ha mostrato dedizione e tenacia. - Il mio battito cardiaco aveva superato la frequenza massima, le note positive del presidente mi fecero dedurre che ce l'avrei fatta, anche se non sapevo quanta altra strada c'era ancora da percorrere. Sperai con tutta me stessa che quel lunghissimo step fosse l'ultimo.
L'amministratore, continuò. - Ammetto che ci sarebbero altre fasi da percorrere per poter proseguire, ma credo che entrambe le prestazioni siano state degne di nota e preferisco averla direttamente nella crew, piuttosto che aspettare ancora e non poterla vedere sfruttare il suo talento. - Sorrise e mi rivolse un piccolo plauso soddisfatto.
Io, dal canto mio, ero incredula, portai le mani alla bocca e iniziai a inchinarmi e ringraziare, mentre indietreggiavo e alla fine uscivo di scena con qualche lacrima che mi sfiorava il viso.Nei corridoi incontrai Chung Hee, intento a prepararsi per il provino. Quando mi vide piangere pensò che non ce l'avessi fatta, ma appena capì che invece ero passata a pieni voti esultò e mi abbracciò, felice per me. A quel gesto mi irrigidii un momento, non ci conoscevamo così bene da poterci permettere certe confidenze, ma si scusò subito e, imbarazzato, indicò un punto dietro di me. - Credo tu abbia visite.
Mi voltai e notai Korain che mi aspettava in un angolo del corridoio, vestito in modo strano, mentre tentava invano di passare inosservato; quando lo raggiunsi col borsone in spalla lo prese per liberarmi da quel peso e mi trascinò via, tenendomi per mano.
- Mi porti a festeggiare? - Sorrisi mestamente, mentre ero certa che anche lui, da sotto la mascherina, faceva lo stesso.
- Sei stata grande! - Esclamò, voltandosi e guardandomi con gli occhi che luccicavano per l'emozione. - Chissà... - Aggiunse trasognante. - Adesso potresti anche lavorare con noi qualche volta, potremmo collaborare per le coreografie o anche per i video musicali. Sarebbe stupendo! - Rain sembrava anche più euforico di me e, mentre andavamo chissà dove, non potei fare a meno di osservare le nostre mani perfettamente incastrare l'una all'altra, mentre il mio cuore si riempiva di felicità e orgoglio. Ero finalmente riuscita a fare qualcosa di grandioso e avevo accanto la persona che più amavo al mondo, non potevo chiedere di meglio.Salimmo in auto e imboccammo la strada che portava all'appartamento di Korain. - Dormi con me stasera. - Disse dopo un po'.
- Non hai da lavorare? Avevo capito che sarebbero stati dei giorni pieni. - Ero contenta della proposta, ma non volevo che trascurasse il lavoro solo per me, avremmo potuto festeggiare in un altro momento.
Rispose che non c'era da preoccuparsi, aveva usato i giorni precedenti per completare la maggior parte delle cose, mancavano solo le riprese dei vari video-clip. Non riuscì a convincermi pienamente, ma la voglia di stare con lui superava il buonsenso, perciò non mi opposi e finimmo per passare la serata insieme.Cenammo in compagnia di Woobin, che al momento era l'unico del gruppo a conoscenza della nostra storia. Ero lieta di passare del tempo in sua compagnia, era un ragazzo dolcissimo e speciale, sorrideva sempre e mi era mancato; non lo vedevo dall'ultima volta in cui mi aveva aiutato con la coreografia. Quella sera, però, non sembrava molto in forma.
- Va tutto bene? - Chiesi, quando lo sentii sospirare per l'ennesima volta.
- Mi dispiace. - Si scusò. - Non volevo appesantire l'atmosfera col mio malumore, ma...
- Ya, Woobin-ah! - Urlò Rain dalla cucina. - Puoi venire un secondo ad aiutarmi?
Il ragazzo si alzò chinando la testa e raggiunse l'amico ai fornelli.
Non so se fu una coincidenza, ma Korain aveva bloccato Woobin dal dirmi qualcosa e adesso stavano sussurrando per non farsi beccare. Temevo ci fosse qualcosa che mi stessero nascondendo, ma quella sera avrei scoperto sicuramente di cosa si trattava.
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Zero o'clock •{Kim Taehyung}•
Fanfiction•{COMPLETA}• Clarisse Moreau ha soltanto dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente e va a vivere a casa di uno zio con il quale non condivide nulla a parte il cognome. Deve aspettare quattordici anni prima di riuscire a scappare i...