Faccio un bagno bollente rilassandomi e cercando di levare il freddo dalle ossa mentre ripenso alla piacevole giornata al mare e alle informazioni ottenute riguardo ai neonati. Vado a cena nello studio di Aro portando con me il telefono, sono tentata di chiamare a casa ma mi prendo la cena per decidere, inaspettatamente il proprietario di casa è presente.
E' seduto sul divano ma non legge, mi sorride e mi indica gentilmente il sofà opposto dove sono solita mangiare. La cena è servita e una zuppa bollente mi attende, la cosa mi rende felicissima insieme alla legna che scoppietta nel grande caminetto in pietra, che rende l'aria tiepida nella stanza.
"C'è il mare al bar?" chiede improvvisamente Aro mentre sto mangiando, per poco non mi strozzo con la zuppa.
"No, abbiamo preferito un bagno ad un caffè" faccio spallucce cercando di riprendere compostezza.
"Dovevi dirmelo prima, non tutti di noi sono affidabili in egual modo" ovviamente si riferisce alla mia incolumità.
"Felix non mi ha mai fatto nulla" soffio guardandolo storto, credo che Lui mi abbia lasciato più lividi di Felix in fin dei conti.
Aro pare capire esattamente cosa si celi dietro alla mia affermazione e sospira, inutilmente per sua natura tra l'altro.
"Stefan e Vladimir arriveranno tra qualche mese, in parecchi li seguono. Resterai qui con noi fino ad allora, non c'è altro posto sicuro per te al momento, vedremo più avanti se parteciperai o no allo scontro" dice alzandosi e voltandosi verso il caminetto.
"Quindi ci sarà sicuramente uno scontro?" chiedo preoccupata.
"Non so quali prove abbiano ma in molti li appoggiano, devono avere qualcosa di decisamente persuasivo" soffia infastidito.
"Hanno solo la parola di Afton..." sussurro più a me che a Lui.
"No, deve esserci dell'altro" il tono è pensieroso. In quell'istante il telefono trema sul tavolino in vetro e io lo guardo nel panico totale, non ho ancora preso una decisione. In un guizzo Aro è al mio fianco e lo artiglia con una mano, alza la cornetta e se lo avvicina all'orecchio.
"Pronto" esordisce calmo e la mia mascella potesse sfiorerebbe il suo elegante tappeto bianco "Sono Aro, Adel è qui con me a Volterra" dice gentilmente e sento la voce di mio padre esplodere dall'altra parte del telefono, solo lui conosce il Suo nome.
"Come sta?" chiede mio padre con voce preoccupata e Aro si volta dubbioso verso di me guardandomi.
"Sta bene, è qui davanti a me" sorride in modo un po' cattivo palesemente pronto a passarmi il telefono.
"No intendevo lei, Adel mi ha detto dell'incidente" il Suo sguardo si contorce in una smorfia schifata e lancia un'occhiataccia alla cornetta allontanandola dall'orecchio. Trattengo divertita una risata sotto i baffi, temendo che Lui possa far saltare la mia copertura mi alzo immediatamente e prendo lo smartphone.
"Ciao papà, Aro sta bene ora. Sono venuta qui perché dovevo chiarire le cose con Lui, scusatemi" sono sinceramente dispiaciuta.
"Adel sei matta? Pensavamo fossi a Cuba, fossi scappata!" mia mamma mi perfora i timpani.
La chiamata dura una buona mezz'ora e ovviamente Aro sente tutto.
"Ma dove stai tesoro? Lì non hai casa né lavoro" mi chiede giustamente apprensiva e non so cosa inventarmi di meglio come scusa.
"Sto da Aro per ora" arrossisco leggermente perché so già quale sarà la domanda successiva che difatti non si fa attendere.
"Tesoro, c'è qualcosa allora tra voi? E' Lui l'affascinante ragazzo del bar?" chiede complice. Diventando paonazza devo dare l'unica risposta possibile, farfugliando un imbarazzatissimo 'Sì'.
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La Regina degli Scacchi
Fanfiction{COMPLETA} Scacco matto al Re per Aro Volturi, sta per incontrare La Regina degli Scacchi. Adelaide, giovane donna di scienza, si è da poco trasferita in un bilocale sotto le mura di Volterra quando si scontra con l'esistenza del sovrannaturale cono...