La scacchiera

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Mentre mi dirigo verso la fermata tranquillamente, sento la brezza ancora più fredda degli altri giorni. Mi stringo nella giacca di pelle e uso la sciarpa larga come scialle sulle spalle per proteggermi. Noto con piacere che si sta schiarendo il cielo ad est che questa volta sembra essere completamente sgombro dalle nubi. Si preannuncia una giornata autunnale fredda ma soleggiata, di quelle con l'aria frizzantina.

Approdo al mio triste bilocale e vado in modalità automatica ad accendere lo scaldabagno, preparandomi per una bella doccia dopo aver fatto uno spuntino per smorzare la fame. Uscendo accaldata dalla doccia mi asciugo per bene, tanpono i lunghi capelli castano scuro; li osservo pensierosa su quel shatush biondo che vorrei fare da tanto tempo, ma per cui non mi sono mai decisa. Arrendendomi all'inerzia della mia tiubanza perenne mi dirigo stancamente verso il letto dopo aver sistemato la sveglia per il primo pomeriggio.

Vengo svegliata dal cellulare che suona, sono abbastanza riposata e felice. È una bella giornata di sole e decido di salire a Volterra per fare una passeggiata, un po' di spesa e per spiare una partita interessante.

Mi dirigo molto presto a Il Palazzo e mi siedo al mio tavolo. È impressionante come sia diventato famigliare e personale questo posto in una sola volta. Vengo presto disillusa sul Suo arrivo, rimango per ore con lo smartphone in mano. Del giocatore elegante non si vede neanche l'ombra proprio. Arrivano le cinque di sera, un po' delusa e oramai disillusa decido di andarmene. Passeggiando per le stradine della cittadella di Volterra vedo una piccola zona panoramica sopra alle mura esterne e decido di salirvi.

Un paesaggio mozzafiato si apre davanti ai miei occhi mentre faccio capolino dalle mura di alcune case nella viuzza laterale, il sole sta tramontando, il cielo è popolato solo da qualche nuvoletta soffice che vira ai colori arancioni insieme al cielo stesso, sotto la cittadella si estendono le campagne tra le varie colline di Volterra. Vedo i campi coperti da viti ben ordinate e altrove zone boscose dalle chiome sui colori autunnali. I raggi del sole mi colpiscono il volto, ne sento il tepore sulla pelle, non sono così intensi da costringermi a chiudere gli occhi, la brezza è gelida, un altro giorno sta finendo.

Mi perdo nei pensieri sedendomi su una panchina di pietra lì vicino e mi ritrovo a pensare a Lui. Inizio a ipotizzare non si sia presentato perché l'avevo fissato a quel modo il giorno prima, probabilmente l'avevo infastidito: chissà di che persona importante e influente si tratta...

Dopo essermi goduta il bellissimo paesaggio decido di scendere a casa, ma provo a fare una foto con il telefono. Nonostante le scarse doti fotografiche viene comunque discreta e decido di pubblicarla appena possibile.

Rientro a casa e preparo qualcosa di leggero per cena. Dopo una breve chiamata con i miei amici crollo nel letto in un sonno profondo, stanca per le ore di sonno perse nel turno lavorativo.

Suona la sveglia e mi alzo intontita, vorrei dormire ancora perché probabilmente non ho riposato molto bene. A malincuore mi dirigo nella doccia fredda per darmi una bella svegliata, l'effetto shock funziona e mi attivo rapidamente per evitare di congelare sotto il getto d'acqua ed esco di lì il prima possibile. Dopo colazione mi lavo i denti e per la prima volta i miei occhi non appannati dal sonno mi vedono riflessa. Quasi mi spavento per la faccia che ho decido di mettere un filo di correttore sulle occhiaie, per migliorare la situazione e cerco almeno di sembrare meno stravolta.

Infilo dei vestiti adatti al lavoro, prendo un camice pulito per sostituire quello che ho in ospedale. Parto da casa dirigendomi alla fermata, seguo la solita routine ma la giornata in ospedale si rivela parecchio piena di imprevisti.

Sono costretta a correre da una parte all'altra dell'ospedale seguendo il dottor Piombo, ci sono molte visite da fare, controlli e cartelle da compilare. Sembra che stia iniziando ad abituarsi a lavorare con me, forse abbiamo preso le misure l'uno con l'altra e riusciamo a fare squadra, credo mi senta meno un peso e più una risorsa. Va tutto così bene che faccio anche un pochino di straordinario.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora