Sala del Consiglio: parte II

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Quando entro nella mia camera sono arrabbiata perché volevo solo aiutarlo e invece sono stata mandata via malamente. Mi rendo conto quanto il mio ruolo qui dentro venga visto in modo estremamente diverso da me e Aro, il suo punto di vista non mi sta affatto bene.

Sbuffo sedendomi alla scrivania in mogano guardando fuori dalla finestra, accavallo le gambe e congiungo le mani sulle labbra pensando corrucciata. Mille pensieri incoerenti frullano nella mia mente mentre, metto in dubbio anche solo l'idea di passare un altro minuto in questo maledetto palazzo in pietra: ma come osa...?

Quando riapro gli occhi vedo quella maledetta scacchiera collocata da Aro alcuni giorni prima: il Re nero e la Regina bianca appartengono alla scacchiera che ho a casa, il primo pezzo ha una casella vuota al suo fianco, mentre la Regina avorio è schierata dall'altra parte.

Soffio adirata, esce quasi un basso ringhio per il fastidio, mi alzo di scatto spingendo via la sedia, afferro il Mio pezzo e lo sbatto con forza vicino alla rappresentazione di Aro: vuoi la Regina? Ora ti faccio vedere cosa vuol dire!

Marcio furibonda nel corridoio con i pugni stretti, vorrei dargli un cazzotto sul naso ma so perfettamente che avrei la peggio, probabilmente mi spezzerei un polso da sola. In ogni caso non otterrei l'effetto desiderato, seppur la cosa mi darebbe parecchia soddisfazione, ho infatti idea di usare qualcos'altro per prendere a calci il suo culo immortale.

Procedo a gran falcate, sono certa mi abbiano già sentita arrivare e infine apro quel maledetto portone sbattendolo con tutta la forza che trovo; il mio sguardo furente si scontra con gli occhi scarlatti altrettanto iracondi di Aro. È ancora a metà della tavolata e ci dirigiamo l'uno verso l'altra a grandi passi, il calice sembra sul punto di spezzarsi tra le sue dita, ringhiamo vicendevolmente. Il suo è decisamente più spaventoso del mio, che risulta invece un basso sibilo rotolante nella gola. Quando ci fronteggiamo definitivamente ci stiamo guardando in cagnesco.

"Vuoi i diamanti sulla corona Aro? Beh la corona ti peserà sulla testa allora" soffio verso di Lui "Vuoi la Regina? Eccomi, prendere o lasciare!" ringhio afferrando il calice dalle sue mani bevendo quel poco che resta del suo contenuto in una sola golata, sbatto poi il contenitore di vetro sul tavolo.

Il sapore metallico del sangue riempie la mia bocca, non lo trovo affatto buono o invitante, ma per l'occasione percepiscono il sapore della vendetta. La punta di superiorità evapora dal Suo viso dannatamente bello mentre bevo, dal Suo calice, il Suo sangue.

"Se non ti sta bene uccidimi senza tante storie perché non starò mai al mio posto".

La sua fronte è corrugata, credo di averlo preso contropiede con questa mia azione risoluta e inaspettata. Non reagisce nemmeno quando lo supero, dirigendomi verso i suoi fratelli, lasciandolo a fronteggiare lo spazio lasciato vuoto da me.

Un attimo dopo i miei movimenti vengono bloccati da una forza incontrastabile, che mi afferra per un braccio facendomi voltare indietro. Il volto di Aro è ad un centimetro dal mio e i suoi lineamenti sono contratti in un'espressione di puro fastidio.

"Tu scherzi con il fuoco Adelaide". Il tono è basso e suadente, così assurdamente lontano dalla luce rabbiosa dei suoi occhi, forse mette ancora più paura di un ringhio mostruoso, ma non vacillo non posso permettermelo ora.

"E tu, Aro, non hai ancora capito che io non scherzo affatto" la mia voce esce perfettamente controllata, decisa e inflessibile, tanto da convincerlo perché la sua presa attorno al suo braccio si fa immediatamente più morbida e mi lascia.

Quando mi volto trovo un ghigno divertito sul volto di Caius intento a osservarci, invece Marcus ha un'espressione davvero particolare: un sopracciglio è estremamente inarcato verso l'alto accentuando la lunghezza del suo volto perfetto, un lievissimo sorrisetto tira le sue labbra, pare divertito e perplesso insieme.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora