Dominio

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Giorno 9

Notte

Sembra che il silenzio cali tutti insieme, io sorrido entusiasta osservandomi attorno. Ce l'abbiamo fatta, siamo tutti interi, più o meno, e abbiamo vinto. Io non sono morta e nemmeno mortalmente ferita, non ho ossa rotte e sono sopravvissuta ad una battaglia tra immortali, sono ridotta molto meglio di tante altre situazioni all'apparenza meno pericolose. Tutto questo è anche merito della corazza, osservo i pezzi che hanno ceduto e gli indumenti sporchi di terra marroncina e polverosa.

Immediatamente il mio pensiero va al leader, ce l'abbiamo fatta, abbiamo fatto un fantastico gioco di squadra. Sono entusiasta e mi volto a cercare i suoi occhi, un paio di rubini scarlatti e soddisfatte mi sorride nella penombra. Ora più nulla ci divide, ora è per sempre.

Un falò viene acceso prontamente per concludere l'opera, Aro osserva il campo in cerca di qualcosa, poi posa lo sguardo corrucciato su Caius.

"Dove sono quei due?" sputa tra i denti.

"Fratello, sono scappati" sospira "Hanno sfruttato l'istante di titubanza per sfuggirci, sono come anguille!" soffia infastidito il biondo, allargando il petto.

Ho già visto Aro decisamente molto arrabbiato, ma la notizia lo fa esplodere in un urlo che rotola presto in un ringhio mostruoso. Urla al cielo serale in modo folle e carico d'ira e furia. Credo perda proprio le staffe, la frustrazione per la loro ennesima fuga dopo millenni credo sia davvero tanta.

"Maledetti bastardi!" tuona nella notte. Ringhia alla metà di radura appartenuta ai nostri avversari, lo urla verso la foresta dove si saranno ritirati i Rumeni in fuga "Io vi troverò!" minaccia furente al vuoto, sembra fuori di sé, istintivamente mi ritiro tra Caius e Marcus.

"Maestro, ci sono anche altri fuggitivi..." il tono di Felix è calmo mentre riporta l'amara notizia.

Aro sembra calmarsi improvvisamente, torna posato e composto, sono stupita dal cambio repentino d'umore. Fa un profondo respiro inutile, si volta scostando l'elegante mantello prima di voltarsi, il movimento è fluido e mi gira la testa per il fascino, la compostezza e potenza con cui lo esegue dopo il momento di totale e incontrollata escandescenza. È ad occhi chiusi e preme gli indici sulle tempie in modo quasi teatrale, respira profondamente pensando e calmandosi insieme, il silenzio cala e percepisco la tensione di attesa del nuovo ordine del capo.

Aro abbassa le mani in gesto amplio e teatrale, poi crea una connessione tattile con i suoi fratelli, tra i quali mi era prontamente rifugiata. A pensarci sembra assurdo dopo che entrambi hanno attentato alla mia vita almeno una volta. Mi fido di Marcus e anche di Caius, ora che quel filo malsano è stato spezzato, la sua presenza non ha più effetti eccessivamente strani su di me.

Lo sguardo del fratello solare si perde nel vuoto, le pupille si dilatano e poi un lievissimo sorriso si allarga sul suo volto lentamente, sembra stia scorgendo qualcosa di interessante nei ricordi degli altri due leader. I suoi occhi puntano me con un'espressione assorta, un piccolo ghigno mentre lancia uno sguardo prima a Caius e poi a Marcus.

Trattengo il fiato quando si avvicina a me con passo famelico, lo sguardo calmo e calcolatore. Rimango impalata non sapendo cosa aspettarmi: mi ritiene responsabile della loro fuga?

"Prenderemo quei due" sussurra perentorio definendo il successivo obbiettivo del clan.

"Maestro, parto subito" Demetri si muove immediatamente.

"No, non ancora. Felix porta i pezzi di Santiago e Renata al sicuro, che si possano ricomporre. Demetri, tu porterai Adelaide. Miei cari, è ora di tornare a casa" conclude con un sospiro calmo e un sorriso educato per tutti i presenti.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora