Schema

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Giorno 3

Sera

Sto giocando a scacchi seduta alla grande scrivania in mogano, la sera sta calando rapidamente sulla città alta dopo un'altra rovente giornata d'agosto, ripenso a cosa stessi facendo un anno fa in questo periodo. Ero ancora a casa con la mia famiglia, mi preparavo per il trasferimento a Volterra, sicura che avrei presto trovato un modo per ottenere un avvicinamento a casa terminata la gavetta.

Scuoto il capo osservando il cielo tingersi di un arancione intenso e caldo, poi rosso come il colore delle mie iridi tra non molti giorni. Il mio cuore scalpita nel petto nuovamente, come se si sentisse in trappola, come se percepisse la sua fine incombere e volesse fuggire lontana dalla sua proprietaria, da questa pazza Adelaide Volturi.

I miei pensieri vengono dolcemente interrotti da un delicato bussare, Bianca fa capolino quando mi volto verso di lei, tra le mani ha un sacchetto e riconosco il bel logo come quello della boutique di Giorgio, il sarto dei Volturi.

"Il Maestro mi ha ordinato di farlo sistemare" sorride posando il pacchetto sul fondo del letto ed estraendo l'elegante abito, mostrandomelo: è tornato come nuovo, perfetto, pulito e bellissimo, come se nulla gli fosse mai successo.

Mi scappa quasi da ridere, se non fosse che abbiamo fatto pace, che Aro si è profondamente scusato con me, questa cosa mi farebbe andare su tutte le furie.

"Grazie Bianca" le sorrido, lei intende le mie parole come l'ordine di sistemarlo nell'armadio. Mentre si adopera torno a fissare la scacchiera, non so nemmeno a che punto ero arrivata, stavo giocando in modo estremamente distratto fin da subito.

"Sei una Volturi adesso Adel, complimenti" la sua voce è un sussurro remissivo.

"È stata una cosa inaspettata anche per me, non mi sono scordata di te Bianca" le sorrido per rassicurarla. Devo ammettere che lei sia finita invece in fondo alla lista dei miei pensieri e delle mie priorità nelle ultime quarantotto ore, mi riprometto di tirare a galla il discorso con Aro questa sera.

Come d'abitudine mi dirigo nel Suo studio per l'ora di cena, Aro è seduto con le gambe accavallate che mi aspetta, sempre sul divanetto in pelle nera difronte al mio posto per la cena. Mangio silenziosamente non volendolo disturbare, mi rendo conto sia immerso in qualche pensiero profondo, la cena è deliziosa come sempre e quando ho terminato il pasto decido di rompere il silenzio.

"Ho parlato con Chelsea" dico impaziente di una sua reazione, spero possa prenderla bene. Percepisco perfettamente mentre riemerge dalla sua mente, finalmente sbatte le palpebre muovendosi appena.

"Lo so, ho sentito tutto ovviamente" risponde placidamente con un sorriso "Speriamo ti dia retta" sospira alzandosi piano e dirigendosi alla scalinata per la zona sopraelevata dell'elegante studio "Sei stata molto gentile occupandoti di questo piccolo problema al posto mio".

Bianca entra per sparecchiare e mi lancia un'occhiata rapida con un piccolo sorriso prima di uscire. Aro non considera minimamente la segretaria, come se non fosse nemmeno entrata nella stanza, mi fa un cenno per seguirlo e non lo faccio attendere.

Arrivati al piano superiore fa elegantemente il giro della scrivania prima di sedersi al suo trono con un sorriso. Ho come la sensazione debba dirmi qualcosa e allora mi accomodo nei posti riservati agli interlocutori.

"Spero ti abbia fatto piacere riavere il vestito sistemato" rompe il silenzio e lo ringrazio con un sorriso e un cenno d'assenso "Mi spiace che tu consideri quella serata come un errore, come se non fosse mai dovuta esiste" arriccia le labbra riferendosi alla festicciola finita male.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora