Addio

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Informazioni utili: questo capitolo è piuttosto lungo rispetto agli altri, ma ho preferito non spezzarlo in due parti per mantenere un filo continuo di emozioni. Buona lettura!

Rimango senza parole, il silenzio cala tra noi, credo mi stia prendendo in giro. Non capisco e Lui pare rendersi conto della mia profonda perplessità nei confronti delle sue parole.

"Io, Marcus e Caius abbiamo deciso che puoi andare via, è stato possibile grazie alla lealtà che hai dimostrato nei miei confronti, tolto il fatto di aver liberato Sulpicia. Il tuo talento è unico, le tue potenzialità immense, ucciderti sarebbe uno spreco indicibile. Il tuo atto contro di me, quindi contro i Volturi, resta comunque intollerabile, non intendo perdonarti ma farò da garante" scuote la testa lentamente, le labbra arricciate "Il fatto che tu abbia contribuito ad eliminare un membro della Guardia è inaccettabile per entrambi i miei fratelli. Caius chiuderà un occhio solo perché Athenodora è tornata sana e salva e ha messo una buona parola su di te, ma direi che non tollera più la tua presenza a palazzo. Marcus pareva riluttante, ma alla fine ha acconsentito" mi spiega meglio Lui. Capisco allora che non sta scherzando, che è tutto vero, che posso finalmente fuggire da questa situazione.

Il mio cuore accelera mentre prendo coscienza della mia imminente liberazione, mi apro in un grandissimo sorriso e le lacrime di gioia salgono ai miei occhi.

"Ovviamente noi due avremo un patto, un accordo che non dovrai infrangere altrimenti ti verrei a cercare io stesso: non potrai mai dire niente a nessuno, non dovrai dare sfoggio del tuo potere e soprattutto dovrai andartene da Volterra e non tornare mai più. Tieni bene a mente questo: 'I Volturi non danno una seconda possibilità'" dice con tono pacato. La prima parte la davo per scontata non volendo essere rinchiusa in un altro manicomio, ma la seconda mi fa venire un nodo alla gola, sono appena stata bandita da Volterra e questo in qualche modo mi ferisce, presto però tutte le emozioni positive sovrastano il piccolo dettaglio che mi intristisce e torno euforica e solare.

Terminata la cena mi sono praticamente bevuta mezza bottiglia di vino, sono felice e spensierata e la mia testa è alleggerita dai fumi dell'alcol. Aro mi guida verso il Palazzo dei Priori, mi fermo ad osservare il portone, Lui mi lascia un pochino di tempo per guardarlo e avvicinandosi al mio orecchio sussurra.

"E' l'ultima volta che entri Adel, domani mattina potrai andare via. Non voltarti indietro, scappa lontano da Volterra e cerca di dimenticare tutto" nuovamente il nodo alla gola torna, ma non capisco cosa mi faccia star male. Lui si incammina verso il portone lasciandomi ammirare la facciata del palazzo un'ultima volta ancora, lo raggiungo a passo svelto.

"Aro dimmi una cosa: perché? Non sarebbe più semplice morissi?".

Sono felice di poter andarmene libera, ma la domanda risuona insistente nella mia mente, Lui si ferma nella semioscurità dell'androne.

"Per diversi motivi insieme: ho apprezzo la tua lealtà prima dell'ultimo colpo di testa, so di averti involontariamente trascinata qui dento io e mi dispiacerebbe ucciderti, come anche spazzar via cotante potenzialità. I doni sono unici e irripetibili, te l'ho mai detto?" un piccolo sorriso mentre è davanti a me, un sospiro e riprende a camminare "Ma cosa più importante mi hai arrecato una mole di danni che non puoi nemmeno immaginare e la morte sarebbe una scorciatoia troppo semplice" conclude, si volta appena per farmi vedere un piccolo ghigno malvagio sul volto.

Scuoto il capo, non vedo come poter uscire viva di qui possa risultare una condanna ai suoi occhi, è assurdo a parer mio ma se la pensa davvero così non sarò di certo io a fargli cambiare idea.

Il mio accompagnatore mi guida nei corridoi bui del Palazzo dei Priori, verso la mia stanza, mi fa entra. Rimanendo sull'uscio mi accarezza la guancia come solo Lui sa fare, mi guarda fisso negli occhi.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora