Premessa importante: 'Stella cadente' nasce dall'unione di due capitoli, è quindi piuttosto lungo ma volevo dare 'continuità alla storia'. Ho deciso però di spezzarlo in due pubblicazioni e vi informo, per non tenervi troppo sulle spine, che domani uscirà la seconda parte. Buona lettura, Layla Lilshepherd
Dopo cena faccio una doccia bollente, mentre sono avvolta nell'accappatoio mi rendo conto che non ho portato con me a Volterra vestiti che non siano formali per il lavoro, o casual per le commissioni. Provo a mettere insieme un look smart casual con un jeans scuro aderente, uno stivaletto basso marrone scuro, una camicetta bianca liscia, un maglioncino color sabbia con scollo a V e con trama intrecciata.
Concludo sistemando le onde scuore alla meno peggio con questo catorcio di asciugacapelli che mi ritrovo, mi ricopro di burro di cacao le labbra secche e screpolate. Prendo l'unico cappotto lungo e davvero pesante che ho portato qui con me, sono pronta per stare sia all'aperto che al chiuso.
Mi dirigo verso il luogo dell'incontro rendendomi conto che il mio cuore è accelerato e che mi sono preparata come se fossi un quindicenne al suo primo appuntamento. Rido sentendomi tradita da me stessa, salgo rapidamente verso le mura di Volterra chiedendomi cosa succederà questa sera.
Arrivata nell'oramai famigliare vicoletto che permette l'accesso al mio bar preferito, trovo la serranda abbassata ma un presenza nera ben nota è immobile lì davanti. La figura snella e slanciata, un paio di stringate leggermente a punta di un nero opaco ai piedi, pantaloni di sartoria eleganti fasciano perfettamente la Sua silhouette esaltando le gambe asciutte ma ben definite. La giacca del completo contrasta, risaltando, la camicia bianca dalla linea semplice ed elegante, alla quale è stato aperto il primo bottone per dare un aspetto meno formale, l'intera figura è in parte coperta da un capo assai singolare e che ben poche volte ho visto indossare da qualcuno: un mantello di velluto nero caratterizzato da i bordi di un rosso scarlatto e la chiusura, alla base del collo, creata con un fermaglio a forma di V.
Mi dirigo verso la raffinatissima figura di Aro, non senza una certa agitazione.
"Buonasera Adel, ti andrebbe una passeggiata? Vorrei farti vedere un luogo qui nella città alta" mi saluta porgendomi la mano aperta, ovviamente inguantata, come invito a farmi guidare da lui, quasi come fosse un ballo.
"Buonasera Aro, dove mi porti di bello?" sorrido posando la mano sulla pelle nera, morbida e lucente del suo palmo rivestito. Immediatamente le mie guance diventano rosse, lui sorride compiaciuto mentre iniziamo a camminare affiancati per le strette e deserte stradine di Volterra.
"Lo vedrai molto presto, non temere. Intanto ne approfitto per parlarti della Mia Volterra. Queste strade lastricate, questi muri, hanno tutti una storia da raccontare, ma la mia preferita è quella di questa casa" dice con tono pacato, come se avesse iniziato una lunga storia. Indica un piccolo balconcino con una ringhiera dalle morbide curve in ferro battuto "Alcuni secoli fa una giovane donna viveva in questa casa, era la ragazza più bella di tutta Volterra, amava i gerani e in estate adornava il suo terrazzo con questi fiori color rosso porpora. Lei aveva un dono unico: riusciva a farsi amare da tutti, grandi e piccini, uomini e donne. Non le fu difficile convincere moltissimi cittadini di Volterra a seguirla in una casa dove si diceva vivesse un mostro, un figlio della notte, forse un demone. Un numero ingente di persone entrarono nel palazzo in questione e nessuna ne uscì viva, forse tranne lei. La popolazione di Volterra si trovò, nel giro di una notte, decimata, da allora si narra che Lei vaghi inquieta per le vie di Volterra raccogliendo nuove vittime con il suo fascino fatale. Il Mio paese ha però già pagato un caro prezzo, difatti si narra che i cittadini di Volterra siano immuni al suo oscuro potere, mentre i forestieri siano le vittime sacrificabili per il demone" conclude tranquillamente lui. Io sono stata catturata dalla storia e dalla sua narrazione fluente e avvincente, il mio cervello cerca di elaborare il confine tra realtà, leggenda e mito.
"E' una storia molto intrigante Aro, secondo te dove finisce la realtà e inizia la leggenda?" chiedo curiosa della sua opinione.
"Se cerchi nei registri di Volterra vedrai un crollo demografico nel periodo di cui ti ho parlato.." sospira lui alzando lo sguardo verso il balconcino e fermandosi in mezzo alla viuzza.
"Potrebbe trattarsi di una malattia o un periodo di carestia, o più probabilmente la combinazione dei due" propongo da buona donna di scienza.
"Potrebbe" sorride scostandomi una ciocca di capelli e lasciano un leggera carezza sulla guancia "Però fai attenzione, tu non sei volterrana" mi dice serio.
"Farò attenzione a una donna fatalmente attraente a cui piace il rosso allora" sorrido divertita.
"Io ci conto Adel" conclude ricominciando a camminare, cala il silenzio e percorriamo alcuni metri. Dunque lui cambia totalmente discorso "Hai visto che hai trovato un po' di tempo libero?" mi sorride dolcemente, ne approfitto per esprimere le mie perplessità a riguardo.
"Aro, sono quasi certa che ci sia tu dietro a questa mia ritrova libertà dal lavoro! Cos'hai fatto?" domando secca ricordandomi improvvisamente dei miei dubbi sulla sua presenza in ospedale.
"Quasi certa, non è certa! Non è sufficiente, cara Adel" ghigna lui e una luce furbetta illumina i suoi occhi.
"Tu sei certo di non essere immischiato in questa storia Aro?" chiedo bloccandomi piuttosto arrabbiata per il tentativo di fuga dalle Sue responsabilità.
"Quasi certo" mi sorride colpevole e bonario insieme.
"Aro Volturi, non ti permettere mai più di influire sul mio lavoro in ospedale!" sbotto seccata e decisamente infastidita "Se l'hai fatto per me sei uno sciocco, sapevo esattamente cosa comportava questa carriera lavorativa e non devi intrometterti, se l'hai fatto per te è anche peggio, sei egoista!" sbotto fissandolo negli occhi, mi guarda stupito, poi sorride.
"Va bene, ma sappi che verso la bella stagione, con le strade affollate non ci vedremo praticamente mai se non posso influire nei tuoi turni".
"Bella stagione? Aro io quest'estate non ci sarò nemmeno più a Volterra.." sono confusa: vuole farmi sentire in colpa per il futuro quantomeno improbabile?
La sua espressione è indecifrabile, corruga la fronte, forse non aveva tenuto in conto del fatto che appena posso me ne andrò, forse non l'aveva capito e gli ho appena lanciato in mano una granata.
"Hai ragione Adel, allora è tutto risolto" conclude con un ampio sorriso sollevato tenendomi il mento tra le dita: è davvero felice che me ne vada?
Dopo alcuni minuti di passeggiata tranquilla e silenziosa, l'atmosfera è ancora pesante tra noi e provo ad alleggerirla.
"Ma come hai fatto a convincere il dottor Piombo scusa?" chiedo e lui ridacchia furbescamente.
"Sono un tipo persuasivo oppure mi doveva un favore, quale ti aggrada di più Adel?" mi lancia un'occhiata complice.
"Aro sei un uomo affascinante, dai modi raffinati ed elegante e le persone ti devono dei 'favori': sei il Diavolo oppure un boss della malavita?" incalzo divertita.
Provo a ciondolare contro la sua spalla per spintonarlo amichevolmente, ne risulta che rimbalzo indietro senza averlo mosso di un millimetro, come fosse stato un muro e non una persona. Lui esplode in una fragorosa risata, non l'avevo mai visto ridere così di gusto, è disarmante la sua compostezza ed eleganza durante un'azione del tutto liberatoria ed esageratamente esplodiva come una bella risata autentica."o più probabilmente la combinazione dei due" ripete la mia frase di qualche minuto prima e scoppio a ridere anch'io molto divertita, mentre lui si zittisce e mi guarda sbellicarmi sorridendo quasi perplesso.
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La Regina degli Scacchi
Fanfic{COMPLETA} Scacco matto al Re per Aro Volturi, sta per incontrare La Regina degli Scacchi. Adelaide, giovane donna di scienza, si è da poco trasferita in un bilocale sotto le mura di Volterra quando si scontra con l'esistenza del sovrannaturale cono...