Cammino verso casa sotto l'effetto rilassante del suo profumo rotondo e frizzante, credo sia pepe rosa; mi avvolge totalmente. Entro in casa solo a mezzanotte passata sapendo che dovrò fare il pomeriggio quel giorno e non lo potrò incontrare: cavolo non gliel'ho detto!
Dopo essermi infilata il pigiama vado a dormire tenendo piegato il soprabito ai piedi del mio letto, ho la sensazione che Lui sia qui con me. Dormo tranquilla fino alle nove, dopo la solita doccia gelida e la colazione, lavo i denti e mi sistemo per andare a fare due commissioni in posta e in banca prima del lavoro. Mentre sono in procinto di uscire faccio per prendere la mia giacca grigia per poi bloccarmi, far scivolare gli occhi sul fondo del mio materasso: ma che cosa penso diamine?
Scrollo la testa, prendo la Mia giacca ed esco subito per non avere tanto strani quanto inopportuni ripensamenti. Terminate le varie commissioni mi dirigo direttamente alla fermata dell'autobus, sempre ripensando alla giacca profumata che mi aspetta a casa al mio ritorno. Durante il viaggio tiro fuori dal portafoglio il bigliettino trovato la sera precedente, osservo l'eleganza della sua calligrafia: pensavo che nessuno scrivesse più così!
Lavoro tutto il pomeriggio, ma sono distratta da una domanda che mi martella in testa, penso potrà portarmi ad un'emicrania entro fine turno: com'è entrato a casa mia quel pezzettino di carta?
Ogni risposta che do è poco probabile o con risvolti a dir poco agghiaccianti; non sono mai stata tanto vicina al vero probabilmente. Quando il mio collega mi dà il cambio fuggo dall'ospedale, aspetto alla fermata del bus cerco una bustina di Oki nella borsa con scarso successo; passo il viaggio ad occhi chiusi cercando di controllare il mal di testa, cosa ovviamente impossibile. Appena entro nel mio bilocale, dalle tapparelle abbassate, levo i vestiti sporchi e con la tuta mi sdraio sul materasso nel buio della stanza.
Un braccio ricade su un tessuto morbidissimo, non ho dubbi è il soprabito nero come la notte. Lo traggo a me con uno sforzo che pare sovrumano e lo stringo lasciandomi avvolgere dall'aroma di pepe rosa, dopo alcuni minuti sembra che tutto ciò abbia un effetto analgesico pari al 'calarsi' un Oki.
Quando mi alzo per l'ora di cena il mal di testa si è un po' placato, solo allora noto un nuovo bigliettino sul tavolo. Riconosco immediatamente la carta, lo apro e decifro con una certa difficoltà, sicuramente dovuta all'emicrania, l'elegante tratto nero.
Se la sera prima ero stata presa dall'ansia di arrivare troppo tardi e non trovarlo, ora vengo presa letteralmente dal panico per non essermi proprio presentata. Mi passo una mano tra i capelli: probabilmente voleva la giacca indietro.
Automaticamente prendo il telefono come se potessi chiamarlo, inviare un messaggio per scusarmi o altro, ma non ho nulla con cui contattarlo. Faccio l'unica cosa possibile chiamando la mia amica e raccontandole tutta la vicenda, nella speranza di ottenere qualche buon consiglio, ma in due deduciamo che non posso fare nulla se non aspettare l'indomani.
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La Regina degli Scacchi
Fanfiction{COMPLETA} Scacco matto al Re per Aro Volturi, sta per incontrare La Regina degli Scacchi. Adelaide, giovane donna di scienza, si è da poco trasferita in un bilocale sotto le mura di Volterra quando si scontra con l'esistenza del sovrannaturale cono...