Simili e diversi

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Giorno 3

Notte

Aro è placidamente seduto sul divanetto barocco in velluto rosso del suo salottino privato, mi sorride gentilmente mentre mi osservo silenziosamente attorno. La stanza è rimasta assolutamente invariata, stracolma di storia, arte e oggetti di ogni sorta ed epoca, ogni centimetro quadrato è stato sapientemente studiato per avere una collocazione ottimale di tutti gli oggetti. Non regna il disordine o il caos perché si percepisce la profonda attenzione nella scelta fatta da Aro. Questa stanza è assolutamente magnifica ed è assurdo non possa vederla nessuno tranne Lui e me.

"Non permetti a nessuno di entrare qui, perché a me sì?" chiedo rompendo il silenzio, è una curiosità che ho da molto tempo ma con questo vampiro millenario non è facile relazionarsi. Appena sorge una domanda accade qualcosa di ancor più curioso da far momentaneamente passare in secondo paino la domanda iniziale, si crea piano piano una lista di quesiti o discorsi lasciati indietro. Aro corruga la fronte alzandosi e avvicinandosi lentamente a me, mi studia osservandomi intensamente, come se stesse cercando la risposta in me, o in quello che pensa lui stesso di me.

"Perché vedo me" sussurra quando mi è davanti. Questa frase fa tornare alla memoria le parole di Marcus, la somiglianza che lo aveva tanto divertito, rimango in silenzio pensierosa "Tu sei molto diversa e molto simile a me Adelaide, vedo qualcosa di me in te, sento come se fosse rinato qualcosa dell'umano Aro di Corinto l'otto Settembre di ventinove anni fa" dice studiando ogni centimetro della mia fragile figura "Sento la tua potenzialità e mi ci riconosco, ti sento affine e vicina quanto lontana e opposta a me" sorride accarezzandomi una guancia con dolcezza "Anche te lo senti Adel, anche te lo vedi e io lo so" sorride compiaciuto, capisco a cosa si riferisce.

"Troppo simili e diversi per stare sia vicini che lontani" ripeto quello che avevo pensato al laghetto nella miniera.

"Esattamente, c'è affinità e competizione" sorride "Sei la parte migliore di me e la parte peggiore insieme" un sorrisetto compiaciuto si dipinge sul viso.

"Come possono funzionare due calamite che si attraggono e respingono insieme?" lo guardo interessata, scommetto che Lui conosce già la risposta. Aro si avvicina al mio orecchio scostando una ciocca dei miei capelli mossi e scuri.

"Lealtà e complicità" sussurra e il suo fiato fresco solletica il mio collo facendomi sospirare appena.

In pochissimi minuti siamo nuovamente sull'elegante copriletto bordeaux inseguendoci vicendevolmente con i nostri corpi, questa volta Aro mi permette di privarlo di qualche indumento. Dopo una danza passionale ed elegante, in cui ha il completo controllo, mi lascia le redini della situazione, invitandomi silenziosamente a guidarlo per lo stesso percorso seguito nei sotterranei tempo prima, lo stesso percorso che sembrava averlo colpito tanto profondamente.

Nuovamente rimane fermo sospirando abbandonato ai miei movimenti, alle mie carezze.

"Puoi muoverti se vuoi" dico rallentando appena, non so perché si ostini a rimanere immobile.

Aro si issa stringendomi, rimango a cavalcioni su di lui e mi osserva intensamente.

"Io non so fare questo Adel, non posso darti la stessa cosa" scuote il capo lievemente "Non pensavo nemmeno di poterne ricevere" soffia una risata stupita dal naso.

Qualcosa nella sua risposta mi intristisce Lui se ne rende conto perché si volta altrove lasciando andare i miei fianchi, come se il mio dispiacere lo infastidisse o ferisse.

"Una volta un vampiro millenario e lungimirante mi disse: Molto spesso siamo noi che creiamo i nostri limiti solo perché pensiamo che una cosa non ci appartenga, non appartenga alla nostra natura" dico accarezzando una guancia.

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