La Magia del Natale

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Angolo autrice: Questo è un piccolo 'Speciale Natale', fa riferimento a fatti già avvenuti in precedenza nella narrazione principale, in particolare si fa riferimento ad un pezzo di 'Test'. Avverto che non sarà un capitolo che sprizza gioia da ogni parola, ma spero possa farvi piacere e intrattenervi in un Natale un po' solitario come quello di questo maledetto 2020.

Buon Natale a tutti! Un bacione, Layla Lilshepherd

Io sono più antico del Natale stesso ma i giorni di questa festività mi hanno sempre dato una strana sensazione, mentre percepisco con tutti i sensi quello che succede nella piazza della mia amatissima Volterra. La città alta è completamente deserta e silenziosa, tutti sono nelle proprie case a festeggiare con i loro famigliari, anche la mia famiglia è in casa, siamo tutti riuniti nel Palazzo, ognuno solitario e silenzioso nel proprio cantuccio preferito.

Non è una festa per quelli come me, non è una festa per i vampiri, non siamo invitati, non siamo ammessi a tale gioia. Tutti quelli come me sono tristi e malinconici a Natale perché non c'è posto per noi, perché non siamo noi a nasconderci al mondo ma è il mondo che ci ignora. Non siamo i cacciatori più spietati siamo semplicemente inesistenti.

La Magia del Natale è renderci vere e proprie statue appena non ci muoviamo, ci induce ad una profonda situazione di stasi mentre percepiamo profondamente l'inerzia e il vuoto della nostra stessa esistenza. Il Natale illumina il mondo dei viventi e i mostri si rintanano nell'oscurità, è una tregua per gli uomini espressa in una separazione tra chi può gioire e chi no.

Sì, direi che il Natale ci fa sparire dalla faccia delle Terra e noi non possiamo fare nulla se non constatare profondamente il vuoto che ci circonda e che regna dentro di noi. Sono per mia natura sempre molto attivo, attento, pronto a reagire a nuovi stimoli eppure il Natale mi spegne; ogni anno mi sento straordinariamente vicino a Marcus in queste giornate.

Ho da sempre trascorso il Natale fermo immobile seduto sul mio trono cercando di non pensare, annullandomi come se fossi una presenza fastidiosa anche a me stesso. Mi sono sempre obbedientemente rintanato nell'angolino oscuro e ignorato che il Mondo là fuori mi riserva durante la gioiosa e lieta festa.

Come ogni anno sono già stancamente abbandonato sul trono del mio amatissimo e bellissimo studio, tutti gli abitanti del palazzo sono silenziosi e fermi. Quando provo a svuotare la mia capiente mente, un piccolo suono rotondo e ritmato mi ricorda che qualcuno in casa mia non subisce la stessa mia malinconia.

Nessun umano ha mai festeggiato il Natale qui dentro, è un evento a dir poco eccezionale, ma soprattutto Adel non merita di passare il suo ultimo Natale circondata dal silenzio di statue marmoree dagli occhi rossi. Resto immerso nell'ascolto del lieve tamburellare del suo cuore per alcune ore, immobile come una statua, il capo chino e gli occhi chiusi. La sento muoversi per la stanza, la sento trascinarsi sino al letto per appallottolarsi sul materasso, andare alla scrivania e alla finestra e infine ripetere tutto da capo.

Me la immagino triste e sconsolata, penso riesca a percepire la stessa nostra solitudine stando tra noi, ma a differenza nostra non ha la possibilità di dimenticarsi della propria esistenza, lascarsi scivolare il tempo addosso. Gli umani non possono farlo se non, forse, nel sonno; suppongo si senta in una gabbia nella gabbia e inizio a sentirmi quasi più mostro a rimanere inerte seduto qui, che ad essere me stesso.

Con gran lentezza apro gli occhi e mi muovo, percepisco il peso di ogni passo perché mi sento spento, vuoto e psicologicamente stanco. A passo lento mi dirigo verso la cella dorata di Adel, non so esattamente cosa intendo fare, magari solo fermarmi un po' lì vicino per tenerle compagnia perché, non avendo il telefono, non può nemmeno distrarsi un po' ascoltando della musica. Peccato che lei non si accorgerebbe mai del mio passaggio, della mia presenza.

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