Gelosia

348 24 6
                                    

Giorno 4

Notte

Questa notte i miei sogni sono popolati da Caius, da cui fuggo per le viuzze ciottolate e lunghe di Volterra, mi sento braccata e in pericolo, finché qualcuno non bussa alla porta. Apro di scatto gli occhi e ritrovo Aro farvi capolino.

"Vestiti, ti aspetto fuori" il tono è lontano e distaccato. Richiude la stanza, fuori è ancora buio, non penso sia passata che qualche ora da quando siamo tornati io e Caius perché ho la sensazione di aver dormito pochissimo.

In questi mesi ho imparato a non fare troppo domande quando mi viene ordinato, da Aro e con quel tono, di fare qualcosa. Mi alzo e recupero gli indumenti sparsi sul pavimento, impiego pochi istanti ad essere pronta. Quando esco sul corridoio buio Lui è lì davanti a me, mi invita a seguirlo con un cenno secco del capo. Percorre rapidamente i corridoi di pietra e fatico a stargli al passo, ripenso all'accaduto e mi chiedo cosa stia succedendo. Mi chiedo se abbia incontrato Caius, oppure se tutto questo sia scorrelato a ciò che è accaduto con il fratello.

La presenza di Aro vicino a me, rivederlo dopo il bacio con Caius, mi fa sentire debole e in colpa per non essere stata sufficientemente forte da bloccare l'influenza vampiresca del biondo. Forse si aspettava mi liberassi esattamente come avevo fatto con Lui sotto il mio bilocale, o come ho fatto recentemente, sempre con Lui, nel suo studio.

Quando usciamo sul portone troviamo la Ferrari rosso fiammante, mi fa rapidamente cenno di salire, non so che ore siano ma Volterra è deserta nonostante il turismo estivo la mantenga viva fino a sera tardi. Suppongo possa essere passata circa l'una e mezzo, sto sfrecciando in macchina, per le strade buie, con un vampiro millenario ed affasciante.

Rimango in silenzio osservando fuori dal finestrino, ho paura possa vedere qualcosa semplicemente dalla mia espressione, non oso chiedere né dove siamo diretti né perché e Lui non fa parola di nulla.

Riconosco appena il cartello che segnala la fine del comune di Volterra e mi volto verso Aro, non esce mai di qui senza un'adeguata scorta, non con Vladimir e Stefan vicini e pronti ad attaccare. La Sua espressione non è cambiata di una virgola, osserva freddamente la strada davanti a sé. Sospiro affidandomi completamente a Lui, non chiedo nulla e torno ad osservare il paesaggio là fuori, là dove il Mondo è un posto normale.

Il viaggio non dura molto, intravedo un paese molto simile a Volterra abbarbicato sulla cima di una collina, illuminato e affascinante nella notte calda. Iniziamo a salire verso il borgo alto e sono estremamente incuriosita, Aro posteggia in un piazzale dedicato stracolmo di macchine. Quando scendo sento forte musica provenire dal centro del paese, senza gran cavalleria Lui cammina diretto alla meta, io lo seguo come un'ombra fragile. Ci dirigiamo rapidamente verso la baraonda, verso la festa di paese e lo seguo silenziosamente sempre più dubbiosa.

Percorriamo una serie di grandi strade lastricate sino alla piazza principale rotonda, gremita di gente, il centro è estremamente simile e differente da Volterra. Aro si muove nella folla senza problemi, le persone si scansano senza nemmeno rendersene conto davvero, fuggono il vampiro. Invece io proseguo con maggior fatica, dando qualche spallata a ragazzotti con bicchieri di birra o cocktail in mano, chiedo timidamente scusa mentre arranco seguendo la figura in nero. Giungiamo al centro della piazza, le note di 'Big Girls Cry' di Sia riempiono l'aria in modo tranquillo ma intenso, le persone oscillano calme parlottando in piccoli gruppi, con ancora una bevanda da consumare tra le mani. Aro si volta attendendo il mio arrivo e ci fissiamo in silenzio, osservo la situazione attorno e sono dubbiosa.

"Cosa ci facciamo qui?" domando corrugando la fronte.

"E' il modo per assicurarmi di non farti nulla" sento la voce arrivare un po' lontana, in competizione con il rumore circostante. Osservo nuovamente la folla tranquilla in cui siamo immersi, non potrebbe mai fare cose avventate qui in mezzo, dare spettacolo di doti sovrannaturali o semplicemente aggredirmi nel bel mezzo di una piazza. Apprezzo il suo gesto di tutela nei miei confronti, capisco perché non abbiamo parlato durante il viaggio, eravamo soli e immersi nella campagna buia, non era sicuro secondo Aro.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora