Schiaffo

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Rimango sdraiata sul materasso fino all'ora di cena, a quel punto mi dirigo stancamente allo studio di Aro. La Sua presenza mi viene informata con un saluto distaccato, rimane nella zona superiore quindi non lo vedo per tutta la cena. Finito tutto mi dirigo alla sua scrivania, salgo le scale in marmo fino al bellissimo colonnato in marmo. Sembra stia scrivendo delle lettere o qualcosa di simile, si ferma appena lo guardo. Posa la penna stilografica con un sorriso beffardo, si appoggia allo schienale chiudendo le mani in grembo.

"Allora come procede l'allenamento?" ghigna sapendo perfettamente che non va affatto bene, lo guardo storto: cosa vuole ottenere?

"Male e tu lo sai perfettamente. Perché non mi aiuti più?" il mio tono è quasi accusatorio.

"Mi hai offeso in molteplici modi, cosa ti aspetti da me ora?" il suo tono è calme e educato, ma risulta più accusatorio del mio.

"Da che pulpito poi! Ti ha offeso la verità?" sbuffo una risata sarcastica.

"Non sai niente di me!" ringhia battendo un pungo sul tavolo e si alza di scatto fissandomi furioso, credo sia ancora ferito "Tu non sai nulla sulla mia vita, chi sia davvero!" ringhia con gli occhi pieni di rabbia.

"Non è vero. So che hai intrappolato tua moglie e ucciso tua sorella, solo per egoismo e il tuo tanto adorato potere. Direi che non c'è molto altro da conoscere" dico lentamente, con estrema calma. Sembra che la frase lo faccia impazzire perché guizza su di me con un ringhio, gli occhi mi sembrano pieni di rabbia e dolore, indietreggio e mi ritrovo con le spalle bloccate da una colonna in marmo.

La situazione è straordinariamente simile a quando Caius ha cercato di farmi confessare il nome del fratello, la grande differenza è che mi ci sono cacciata con le mie mani in questa situazione.

"Scappa" soffia tra i denti. Credo di aver sbagliato a dire quella frase, l'ho ferito immensamente e lo vedo nel suo sguardo. Non corro ma alzo una mano verso il Suo viso contratto in una smorfia di dolore e furia. Un suo pungo colpisce la colonna all'altezza del mio volto, il marmo si sbriciola vicino al mio orecchio e io sobbalzo ritraendo la mano "Non toccarmi, vattene!" ringhia offeso.

"Aro io..." il mio è un sussurro minimo e Lui mi afferra rapidamente per il polso sano trascinandomi giù verso la porta. La stretta è saldissima e mugolo per il dolore senza riuscire ad oppormi alla sua marcia "Ti prego fermati" soffio e Lui si volta, il suo naso ad un centimetro dal mio.

"Devi sparire, andartene. Vattene da Volterra, perché giuro che non avrai un'altra occasione" la minaccia esce tra i denti stretti, la mascella è serrata e gli occhi sono disperati: ho fatto un disastro!

"No, non vado da nessuna parte" risponde in un sussurro. Vedo una sua mano aperta alzarsi sopra al mio viso, chiudo gli occhi pronta all'impatto con la pelle immortale. Non succede nulla, quando apro gli occhi Aro sta guardando il suo palmo con un mare di tristezza nelle iridi.

"Sono un mostro" sussurra abbassando il viso e il braccio con il pungo serrato, non è un pungo minaccioso, è un pungo per trattenere il gesto precedente. Trattengo il fiato con le lacrime agli occhi, poi gli accarezzo il volto, con estrema delicatezza e Lui alza di scatto gli occhi su di me "Basta Adel, tu mi confondi! Perché lo fai?" la voce esce strozzata, disperatamente confusa.

"Perché credo di aver sbagliato qualcosa io" la mia risposta è bassissima.

"Io ti ho costretta a farmi vedere i tuoi pensieri, ti ho ferita, ti ho schifosamente minacciata e ora ti ho spaventata. E tu mi dai una carezza" mi guarda perplesso con la fronte corrugata.

"E cosa ti ha spinto a tutto questo?" chiedo fissandolo nelle iridi scarlatte.

"Tutto quello che hai pensato di me quel giorno e perché credevo mi vedessi diversamente. Invece mi vedi esattamente come chiunque altro, come mi hai appena descritto!" dice voltandosi immediatamente "Nessuno è mai entrato là dentro, Sulpicia non ha mai visto quel salotto, tantomeno quella camera. Nessuno ha mai visto quel posto. Credevo di arrivare e trovarti felice, affascinata, innamorata ed invece eri disgustata e nauseata. Non hai fatto altro che vedermi con mia moglie su ogni maledetta superficie. Ti ho aperto una porta, uno spiraglio verso di me e mi hai dato uno schiaffo" il tono è confuso "Poi un altro e un altro ancora..." l'ira sembra tornare come un'onda del mare, mentre ripercorre gli eventi nella sua mente, ma questa volta è più pacata.

Aro si muove verso il divanetto dandomi le spalle, sembra straordinariamente stanco, come se il peso dei secoli gli fosse piombato sulle spalle improvvisamente. Artiglia con le mani lo schienale del sofà nero, scarica parte del peso sulle braccia, la testa ciondola in avanti.

Riprendo fiato in silenzio e asciugo con il dorso della mano una lacrima sfuggita silenziosamente, mi rendo conto di aver fatto un disastro totale con Lui. Scivolo verso Aro in silenzio, perfettamente conscia che mi senta arrivare. Allungo una mano verso la sua schiena, vorrei dargli una carezza di conforto per provare a porre rimedio al danno.

"No Adel, vattene. Io ho chiuso con te" sospira la sentenza davanti a sé precedendo la mia carezza. Alza il capo sempre dandomi le spalle, attende me ne vada dal suo studio; so di non avere molto tempo e credo che entrambi abbiamo bisogno di rimanere soli a pensare.

"Scusami" sussurro. Il mio tono è così sincero da farmi sentire ancora più in colpa per le mie parole, a passo svelto lascio la stanza senza voltarmi indietro. Torno nella mia camera e mi preparo per la notte persa nei miei pensieri. Rimango alcuni minuti a fissarmi allo specchio: perché dobbiamo cozzare ogni volta?

Intristita mi infilo sotto le coperte, piango silenziosamente ripensando all'accaduto. Aro ed io ci siamo feriti e offesi reciprocamente, non capisco cosa mi sia preso, perché l'abbia voluto giudicare in quel modo con quelle parole tanto amare.

La verità è che ora sono spaventata, il suo tono quando mi ha mandata via aveva un timbro strano, erano un ordine. Ho seriamente paura abbia deciso di abbattere ogni ponte che abbiamo costruito tra noi, chiudere ogni porta, sigillare ogni spiraglio di contatto sincero.

Continuo a piangere, oramai il danno è fatto e non sono certa sia recuperabile questa volta. Lacrime amare rigano le mie guance mentre stringo le coperte a me, stremata crollo nel sonno.

Il mio sonno è tranquillo mentre passeggio nell'antico bosco che tanto spesso popola i miei incubi, questa volta non sono perseguitata da nessun vampiro. Sono rilassata e serena finché non giungo al limitare di una piccola radura, due figure immortali brillano ai tenui raggi del sole. Non li riconosco immediatamente ma sono stretti in un abbraccio, credo si bacino, poi Aro si volta rendendosi conto della mia presenza. Mi sento immediatamente a disagio e in imbarazzo perché stringe amorevolmente a sé Sulpicia, lei sorride posando la guancia sul suo petto e sorridente mi guarda.

Sono felici e bellissimi, sono perfetti insieme e io la invidio mentre sento un nodo alla gola, perché so quanto sia bello stare tra le Sue braccia. Mi volto e scappo, corro non inseguita da un vampiro ma dai miei stessi pensieri, dai miei sentimenti ed emozioni.

Quando vengo svegliata da Demetri sono triste e malinconica, lui è seduto alla scrivania.

"Forza Adel, oggi cambiamo palestra, sarà divertente" ghigna mentre mi dirigo al bagno.

"Dove andiamo?" chiedo curiosa.

"Una miniera abbandonata: tutto buio, odore di terra e zolfo che nasconde quasi ogni scia, cunicoli che si intrecciano, improvvisi strapiombi, echi da ogni parte" sussurra in modo davvero inquietante e mi vengono i brividi.

"A te piace perché sei l'unico che ci capisce qualcosa dato il tuo dono, vero?" sospiro divertita e lui con un sorrisetto felice scatta in piedi, mi fa un cenno di assenso "Allora vediamo come te la cavi senza potere" sussurro arricciando le labbra divertita. Scompaio in bagno, il segugio rimane in silenzio a pondera la mia minaccia giocosa e poi lo sento ridacchiare andandosene.

Mentre mi preparo mi chiedo come intendano farmi allenare al buio in una miniera abbandonata, poi scrollo le spalle pensando che in qualche modo di saranno organizzati.

Angolo autrice: Questo capitolo mi stringe sempre il cuore, spero che il confronto con Aro vi abbia reso più chiaro il motivo della sua rabbia nei confronti di Adelaide! Secondo voi ora cosa succederà? Un bacione, Layla Lilshepherd

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora