Caius

335 17 7
                                    

Giorno 4

Pomeriggio

Mi rendo conto di aver strisciato le braccia nei frammenti aguzzi e sottili, le piccole lame si sono piantate nella mia carne come fosse una silenziosa piccola vendetta di Bianca stessa. Mi appallottolo contro il legno della scrivania osservando il mio braccio offeso, l'acqua della rosa inzuppa i miei pantaloncini e parte della mia maglietta. Inizio a sfilare i piccoli spunzoni trasparenti dalle mie braccia, faccio con delicatezza ed attenzione. Non ho la mano ferma come un chirurgo, ma sicuramente posso cavarmela senza spezzare altri frammenti sotto la mia pelle.

Nel giro di alcuni minuti ho levato tutti i pezzi e il sangue scivola fuori dalle ferite profonde e nette, decido di imitare Aro nella radura buia. Levo la maglia e la chiudo attorno al braccio, quindi mi dirigo rapidamente verso camera mia nella speranza di non attirare troppo l'attenzione.

"Non è una buona idea girare seminudi e sanguinanti in questo palazzo, soprattutto non per una bella ragazza come te" una voce un po' arcigna mi fa voltare. Caius ghigna alla fine del corridoio luminoso, in un guizzo è davanti a me annusando l'aria "Vetri, ti sei tagliata con dei vetri" sussurra curiosamente e io rimango sconvolta dal fiuto dei vampiri.

"Sì, stavo andando in camera" rispondo impaziente di allontanarmi dal biondo. So essere piuttosto antico, ma non conosco le capacità di autocontrollo di Caius, Aro ha detto che alcuni non imparano mai a controllarsi totalmente. Stringo con maggior forza il braccio avvolto nella t-shirt bianca, nella speranza di bloccare il sangue.

"Quale camera, la tua o quella di mio fratello?" un piccolo sorriso malizioso lambisce i suoi tratti mentre scuote appena i capelli biondi e lisci, qualcosa in lui è bello da far star male. Deglutisco in difficoltà e volto lo sguardo altrove, spero di trovare Demetri, Felix o magari Aro nel corridoio con noi, nulla da fare.

"La mia" soffio con la gola stretta.

"Ti accompagno" un sorriso educato e disponibile mentre mi invita a procedere. Una sua mano scivola appena sulla mia schiena, il tocco è gelido come quello di Aro. Vado in confusione totale, mi sento improvvisamente in pericolo: cosa sta facendo?

Giunti davanti alla porta di camera mia spero intenda fermarsi, invece Caius decide che vuole proseguire oltre praticamente entrando senza alcun mio invito; mi sento morire mentre la porta viene richiusa alle mie spalle.

"Fammi vedere" sorride gentilmente con un gesto elegante della mano, io sono in reggiseno davanti a lui, la mia maglia avvolta al braccio.

Per quest'oggi ho già preso troppe volte iniziative pessime, spero che qualcuno stia sentendo cosa accade qui dentro, spera che qualcuno sia pronto a fare irruzione per fermare Caius. Obbediente sciolgo il tessuto dal mio avambraccio con lo sguardo fisso sul fratello di Aro, Caius si avvicina lentamente deglutendo e osservando le ferite, prende dolcemente l'arto leso e lo studia corrugando la fronte.

Stranamente non mi sento in pericolo, mi aspettavo potesse esplodere alla vista del sangue dato il suo carattere intenso e infuocato, invece si è mosso con grazia lentezza e gentilezza nei miei confronti. Quando ha completato la sua valutazione attenta mi guarda negli occhi con un sorriso.

"I tagli sono netti e sottili, posso sistemare tutto" sussurra gentile "Posso? Vero?": ma di cosa sta parlando?

Il mio volto è sicuramente dubbioso e la fronte corrugata mentre avvicina il braccio al viso, vorrei scappare via ma so che la sua presa non me lo permetterebbe mai. La lingua guizza leggera e fredda sulla ferita apparentemente più profonda e grave.

Sento un pizzico intenso sulla pelle, percepisco perfettamente la linea della lesione, è decisamente peggio dell'acqua ossigenata. La sensazione di bruciore cresce e fa accelerare il mio cuore, è estremamente intensa e piccola insieme. Ho paura possa in qualche modo espandersi, esplodere invadendo il resto del mio copro.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora