Guanti

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Il weekend soleggiato mi ha permesso di riposarmi, ricaricare le batterie per la settimana e fare alcune passeggiate a Volterra e nelle zone circostanti, trovando alcuni piccoli parchi pubblici molto tranquilli fuori dalle mura della cittadella. Ho fatto un passo a 'Il Palazzo' ogni giorno ma solo per rimanere sempre più delusa dalla Sua riconfermata assenza e per la riconferma della teoria di Chris. La domenica sera dalla finestra della cucina vedo il sole tramontare e arrivare da nord delle nuvole nere, sta arrivando una nuova tempesta.

Il lunedì mattino vengo svegliata da un terribile boato che squarcia il silenzio della notte, sobbalzo nel letto mentre le finestre tremano, a quel punto le mie orecchie registrano lo scroscio dell'acqua. Un nuovo temporale si sta abbattendo su Volterra, il vento ulula e le fronde più giovani degli alberi frustano l'aria schioccando, le ultime foglie vengono strappate definitivamente via dai rami. Guardo l'ora ed è piena notte, dovrei svegliarmi tra una manciata di ore per andare al lavoro, mi rigiro nel letto difendendomi dall'aria fredda esterna alle coperte. Sorrido nel buio per la prima volta all'idea che il cielo sia nuvoloso.

Dopo una lunga e faticosa mattina al lavoro corro a casa e dopo una rapida sistemata ai capelli riesco immediatamente diretta al bar. Non piove più ma il cielo è plumbeo, finalmente è il giorno decisivo per capire la verità: rivedrò Aro?

Entro carica di aspettative e registro immediatamente la sua assenza, non mi scoraggio, è ancora presto. Vado al mio tavolino ordinando un toast mentre mangio il mio pranzo-merenda, considerata l'ora, guardo sul mio telefono e aggiorno il profilo con la foto di qualche giorno prima. Ricevendo un sacco di 'like' per i miei standard e qualche commento che mi permette di ammazzare il tempo chattando con vecchie conoscenze.

Qualcosa si muove davanti a me e nel tempo che alzo gli occhi una figura nera e slanciata, avvolta in una stoffa delicatissima e pregiata, si siede davanti a me. Gli occhi marroni di Aro si posano su di me e un sorriso divertito si dipinge sul suo volto, io sono ancora con il panino tra i denti ferma che lo fisso, ancora totalmente inebetita dal suo movimento fluido ed elegante.

Aro guarda alle mie spalle con un lieve cenno di assenso, immediatamente Chris, che probabilmente si era bloccato per l'inatteso cambio di tavolo, posiziona la scacchiera tra noi due e fila via.

"Turno finito tardi oggi?" non ricordavo quando la sua voce fosse vellutata e carezzevole. Finisco il toast cercando di non fare gravi danni, sporcare in giro o sporcarmi mentre lui apre la scatola e inizia ad estrarre i pezzi. Vedo che indossa degli elegantissimi quanti neri di pelle, aderenti, probabilmente fatti su misura per lui, quando sto per farfugliare qualcosa che dovrebbe assomigliare a una scusa "Ti chiedo scusa per il mio comportamento, la volta scorsa mi sono ricordato di un importante impegno ma non succederà più Adelaide, è una promessa" sorride suadente. Rimango quasi strozzata con l'ultimo pezzo del pranzo: come fa a conoscere il mio nome intero?

Lui probabilmente vede lo stupore nei miei occhi e appena sto per proferir parola.

"Allora, ora che avrai girato meglio questo paesino sfruttando le giornate di sole, cosa ne pensi di Volterra? Ti piace? La prima mossa è la tua, prego" mi invita a procedere con un gentile gesto della mano sempre avvolta nel guanto.

Mentre eseguo la mia solita mossa iniziale gli racconto della mia esperienza.

"Ho potuto girare in lungo e in largo tra le mura, credo che si possano apprezzare viste mozzafiato da qua su. La parte bassa invece è molto tranquilla, diciamo che è nelle mie corde. Tu vivi qui da molto tempo?" chiedo io poggiando i gomiti sul tavolo in segno di attesa della sua mossa.

"Oh direi proprio di sì, ci sono molto affezionato oramai. Non sono esattamente di queste parti" fa una pausa riflettendo sulla mossa ma appena decide come rispondere afferra il suo pedone e sposta lo sguardo su di me per concludere "Oramai non ricordo praticamente più nulla delle mie origini, quindi la ritengo Volterra la mia casa" sorride soddisfatto.

Mentre la partita si fa più intrigante discorriamo delle bellezze di Volterra: dalla città alta alle colline circostanti.

"La piazza principale è davvero bella, molto interessante la Torre Campanaria" dico distrattamente mentre ragiono sulla contromossa migliore, ma la situazione per me sta prendendo una brutta piega.

"Non si può entrare" mi risponde bruscamente, alzo lo sguardo spiazzata dal tono di voce improvvisamente così perentorio "...credo sia chiusa, da molti anni" addolcisce il tono lui immediatamente, condendo tutto con un sorriso decisamente persuasivo.

"Ah capisco. Peccato, sembra tenuta molto bene invece" rispondo un pochino delusa, sarebbe stato bello fare un giro al suo interno.

"Allora cosa farai adesso Adel? Mi diverte metterti in difficoltà!" mi stuzzica lui capendo esattamente in che posizione mi trovo e portando attentamente il discorso altrove.

"Fammi pensare Aro... fammi pensare..."

Il pomeriggio si conclude con una mia sonora sconfitta, temo di sembrare un avversario noioso e poco stimolante ma non sembra interessato alla vittoria, quanto a parlar ancora e ancora con me riempiendomi sempre più di domande. È davvero tanto curioso su qualunque cosa: dalla musica, agli studi, il carattere, gli sport e il cibo. Pare capire molto rapidamente chi sono, mentre io ottengo scarse e generali informazioni su di lui, scopro però essere un tipo brillante e molto divertente, intelligente e colto.

Quando usciamo dal locale verso l'ora di cena ha ripreso a piovere forte, frugo nella borsa cercando l'ombrellino d'emergenza. Scopro di averlo dimenticato in ospedale qualche giorno prima, impreco sottovoce.

"Posso accompagnarti? Me lo permetti, vero?" chiede Aro con tono galante.

"Io... davvero mi spiace farti allungare la strada, posso correre sotto la pioggia, ho il cappuccio della giacca" rispondo imbarazzata.

"Non dire sciocchezze e poi queste pietre sono scivolose con la pioggia, possono essere molto pericolose.." sussurra con tono suadente.

Manco a dirlo mi ritrovo affianco a lui sotto il suo largo ombrello nero, andiamo a braccetto per non bagnarci entrambi, la mia mano posata sopra al suo braccio. Sono in lieve imbarazzo non so che dire e Aro rimane in silenzio, guarda fisso davanti a sé sembra quasi non respirare, non vedo condensare il suo respiro nell'aria fredda, è davvero molto strano. Il mio passo riecheggia per le vie deserte, è come se la sua presenza fosse nulla, se qualcuno fosse ad occhi chiusi potrebbe constatare la presenza di un solo individuo. Esattamente come nel bar qualche tempo prima Aro pare fluttuare sul terreno con un'eleganza disarmante, noto che è di circa dieci centimetri più alto di me. Così vicina a lui per la prima volta vengo avvolta dal suo profumo pieno, rotondo, dolce e frizzante insieme ma non stucchevole.

Giunti al portone del mio palazzo, guarda la struttura con un'espressione totalmente indecifrabile: starà pensando che è un luogo squallido? Probabilmente per i suoi standard sì.

"Grazie mille per il passaggio sotto l'ombrello Aro, ora devo scappare" sono completamente in imbarazzo, vorrei scappare via ma i miei piedi sono letteralmente piantati in terra, come se il suo sguardo mi tenesse bloccata, immobile davanti a lui.

Aro si sporge verso di me piegandosi leggermente in avanti, l'ombrello rimane perfettamente immobile a coprirci entrambi sotto l'acqua. Sotto la luce del lampioncino la sua mano rivestita al guanto in pelle sale verso il mio viso con le dita rilassate leggermente piegate, con le nocche mi sfiora delicatamente la guancia sinistra.

"Buon lavoro Adel" sussurra facendo un leggero cenno di assenso con il capo tenendo i suoi occhi fissi nei miei. Esattamente in quel momento è come se il peso che mi immobilizzava davanti a lui sparisse volatilizzandosi nell'aria, quando arrivo all'androne e mi volto la stradina dove eravamo pochi istanti prima è deserta.

Angolo autrice: Come promesso ecco il seguente capitolo con una pubblicazione 'straordinaria' per farmi perdonare il capitolo 'Volterra' puramente descrittivo. Spero possa piacervi anche questa parte della storia, fatemi sapere le vostre impressioni. Un bacione, Layla Lilshepherd

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora