Inquieto

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Giorno 2

Sera

Torno al tavolino, riprendo il mio pasto e mi godo l'aria calda e la tranquillità della villa, mi osservo attorno cercando di svuotare la mente, riordino il tavolo portando gli avanzi in casa. Cerco solo di trovare un equilibrio sereno nella mente e nel corpo, quando sono tornata completamente rilassata posso concedermi di pensare.

Mi dirigo nel piccolo salottino sui toni del marrone, poi noto in un angolo un lenzuolo che non è stato alzata. Pare celare una piccola poltrona, scosto il tessuto bianco e leggero curiosamente per ritrovare davanti ai miei occhi una bellissima poltrona Barcelona bianca avorio.

Un sorriso furbetto tira le mie labbra, è bellissima e mi ci siedo immediatamente, accavallo le gambe, chiudo gli occhi congiungendo le mani in grembo, mi lascio trasportare dalla mia mente.

Ripercorro l'intera giornata precedente: le mie parole ai gemelli stregati, le tonache dei tre maestri, il mio ingresso nei Volturi, il piccolo filo misterioso creato da Chelsea a forma di elegante V, il regalo di benvenuto di Marcus e Caius, il regalo di Aro.

La pelle percepisce esattamente la presenza e il peso della collana che non ho mai levato, nemmeno per dormire, un senso di entusiasmo mi pervade, sono una Volturi.

Rientro nel flusso di pensieri e mi ritrovo a percorrere le vie di Roma con i tre immortali, la chiacchierata con Aro e infine il suo sguardo sognante al ricordo di Cleopatra, il dolore nel petto e le parole di conforto di Felix mentre Lui è andato a fare un 'lavoro'. Io che inizio a bere per essere spensierata e allegra riuscendoci, le nostre imitazioni di Aro: no ferma, torna indietro.

Riavvolgo come fosse un nastro e ripercorro diverse volte l'ultima parte cercando l'errore, lo sbaglio. Poteva essere una bellissima serata, doveva essere una bellissima serata: perché è finito tutto male?

Ripercorro più e più volte capendo infine che la mossa sbagliata era stata fatta a Volterra, quando si è sentito la necessità di festeggiare la mia immortalità non ancora giunta. Semplicemente la serata di ieri non sarebbe dovuta esistere, ma non è certamente colpa di nessuno dei partecipanti all'infausta festicciola.

Quando torno alla realtà è tardo pomeriggio, osservo la stanza attorno a me notano quanto l'arredo su cui sono seduta sia estremamente in contrasto con il resto, in realtà è in contrasto con l'intera villetta. Mi rendo conto che la casa sembri deserta, come se Aro fosse andato via ma non credo si sia allontanato molto. La sera sta calando e decido di sistemare le ultime cose nella stanza superiore, preparo qualcosa per cena. Mangio fuori osservando il tramonto, il silenzio mi circonda mentre le rondini volano sopra agli alberi davanti alla villa. L'aria è calda e sembra tutto tranquillo, l'atmosfera è rassicurante, in realtà una battaglia è oramai alle porte.

L'agitazione cresce in me mentre ogni dettaglio rilassante e tranquillo sembra trasformarsi in un'ombra oscura, un altro giorno è terminato, un giorno in meno mi separa da Vladimir, Stefan e Afton. Improvvisamente non sembra di assistere al tramonto di una piacevole giornata estiva, bensì al tramonto della mia vita umana, il cielo diventa arancione e poi rosso come rosse saranno le mie iridi.

"Partiamo tra un'ora, sistemo le ultime cose, cambiati" sospira una voce calma alle mie spalle. È il mio leader, volto appena il capo perché possa vedere il mio profilo, un leggerissimo cenno d'assenso con il capo poi torno a fissare il cielo rosso oltre le fronde degli alti alberi davanti alla casa.

Aro fa capolino nella mia visuale e mi tende una mano come fosse un invito a posarvi la mia, esaudisco il suo desiderio pensando voglia semplicemente vedere i miei pensieri. Con un inchino mi fa il baciamano, le Sue labbra si fermano ad un millimetro dalla pelle delle dita mentre tiene fisso lo sguardo nei miei occhi, quando torna ritto mi invita dolcemente ad alzarmi seguendolo.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora