Informazioni utili: Come avrete notato ultimamente pubblico anche di domenica, dato che è diventata quasi un'abitudine per me e ho visto che viene apprezzato da voi, ho deciso di ufficializzare il giorno di pubblicazione. Spero possa farvi piacere questa certezza sul capitolo domenicale!
Attenzione: Questo capitolo è piuttosto lungo, lettore avvisato mezzo salvato.
Cammino nell'oscurità, lo scudo di Renata è teso a proteggerci entrambe, è stabile e forte. Quando procediamo verso l'interno della collina intravedo altre tenui luci nel buio, non riconosco i tratti di nessuno ma spengo tutte le luci là fuori, ben attenta a non attenuare la luce di Renata che faccio brillare più intensamente per sicurezza.
Per la prima volta percorro più di qualche metro senza uno sforzo mentale incalcolabile, anzi è tutto molto più naturale e rilassante di quanto potessi immaginare. Sorrido nell'oscurità mentre alcuni bagliori mi informano che ricevo, con scarso successo, attacchi fisici. Non posso vedere lo sguardo carico d'odio di Jane, ma sono sicura sia innervosita dall'impossibilità di colpirmi e sorrido trionfante.
Rischio di cadere un paio di volte procedendo nell'oscurità totale, ma Renata si preoccupa di non farmi capitombolare su pietre aguzze e taglienti in mezzo ad una ressa di vampiri. Ringhi, colpi e movimenti d'aria arrivano da ogni direzione, l'effetto eco rende tutto ancora più spaventoso. Le mie pupille sono completamente dilatate alla ricerca di un qualunque input luminoso, nella speranza di poter intravedere qualcosa che non sia Renata alle mie spalle ed alla fine individuo una tenue luce lontana e rossastra davanti a me.
Sorrido trionfante sentendo nel cuore di aver raggiunto la mia meta, percorro gli ultimi metri senza curarmi più degli esseri immortali che cercando di aggredirmi: ce l'ho fatta!
In effetti è proprio così, quando sbuco dal cunicolo faccio capolino in una stanza circolare scavata nella pietra della collina, innumerevoli altri cunicoli sfociano in questa stanza rocciosa; Renata mi raggiunge subito dopo. A illuminare appena la miniera una grossa torcia accesa, credo sia stata posta proprio come segnale del punto di arrivo. Da ogni passaggio buio, che confluisce nell'incrocio a cupola, giungono echi di combattimenti vampireschi. Mi volto quando dall'oscurità di uno di questi sbucano gli occhi cremisi di Aro.
"Ottimo lavoro Adelaide" sussurra suadente con un sorriso trionfante.
"Grazie" la voce è acuto per la soddisfazoone di aver infine superato la sfida.
"Sei stata molto brava" un delicato buffetto sulla spalla da parte di Renata; le sorrido grata per tutto il sostegno che mi ha dato negli innumerevoli tentativi. Dopo un cenno del leader la guardia del corpo guizza via e rimaniamo solo io e Lui.
"Cosa succederà ora? Cosa dovrò fare?" chiedo fissandolo curiosa.
"Questa sera ti insegnerò quella cosa là" sorride avvicinandosi. Per la seconda volta mi accarezza il viso e non vede nulla, scuote il capo con un sorriso, sembra quasi stia scacciando il dubbio "Vieni, ti faccio vedere una cosa" dice con una luce emozionata negli occhi, come se si fosse appena ricordato di una cosa importante.
Aro mi prende dolcemente per mano e mi guida verso uno dei cunicoli opposti a quello da cui sono arrivata, entriamo e sento il terreno inaspettatamente in discesa. Le scarpe slittare sulla pietra liscia, mi irrigidisco temendo di cadere, ruzzolare e quant'altro, lo sento ridacchiare.
"Ti tengo io" soffia praticamente al mio orecchio stringendomi e bloccando la mia deriva verso la fine del cunicolo; è inaspettatamente vicino e sobbalzo appena. Avendo spento il suo dono non posso più individuarlo nel buio totale, ma non intendo fargli vedere il sogno ora che pare ben disposto nei miei confronti.
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La Regina degli Scacchi
Fanfiction{COMPLETA} Scacco matto al Re per Aro Volturi, sta per incontrare La Regina degli Scacchi. Adelaide, giovane donna di scienza, si è da poco trasferita in un bilocale sotto le mura di Volterra quando si scontra con l'esistenza del sovrannaturale cono...