Pace

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Quando la luce entra nella mia camera stringo ancora la Sua giacca, il mio naso è piantato nel tessuto nero e morbido che profuma ancora di Aro. Non mi sveglio all'alba ancora troppo stanca per tutti gli avvenimenti.

Sulla tarda mattinata mi alzo, mi sistemo tranquillamente, rifaccio il letto, ripiego la sua giacca stropicciata nel sonno e la posiziono sullo schienale della sedia, infine decido di meritarmi una bella colazione. Esco e vado al bar rivedendo dopo moltissimo tempo Chris.

"Ehi ma quanto tempo!" mi saluta solare come sempre "Pensavo fossi andata via da Volterra" intanto mi siedo su uno sgabello moderno vicino al bancone del bar.

"Lo credevo anch'io" gli sorrido e lui pare divertito. Mentre giro il mio cappuccino parliamo del più e del meno.

"Non stai più con il signore inquietante?" chiede all'improvviso e per poco non gli sputo tutto in faccia "Dai su, si vedeva l'intesa Adel! E poi un giorno siete venuti insieme a fare colazione..." mi sorride complice. Si riferisce alla mattina della Vigilia di Natale, quando Aro mi ha concesso la prima chiamata a casa.

"Non stavo con Aro" rispondo quasi borbottando nascondendomi dietro alla grande e calda tazza.

"Mh al passato... e ora?" il suo sguardo è malizioso e io roteo gli occhi.

"No, neanche ora" sbuffo arrossendo e Chris non pare affatto convinto mentre si allontana a servire un altro cliente.

Penso che porterò la mia famiglia qui, così mia mamma vedrà questo bar di cui le avevo accennato e Chris potrà appoggiarmi sull'esistenza di Aro, fare da testimone delle nostre partite a scacchi. Ho paura che la mia famiglia possa pensare che Aro non esista affatto, che possano iniziare ad indagare più del necessario e non voglio assolutamente che incontrino l'elegante leader dei Volturi.

La giornata procede placidamente a palazzo e mi assicura che Heidi non esca proprio i giorni seguenti, quando è prevista la loro visita, non vorrei li accalappiasse con il suo fascino letale.

Girovago per casa di Aro alla ricerca della segreteria, infine trovo Bianca proprio in procinto di entrare in una stanzetta che suppongo essere appunto il suo ufficio. Si trova in una zona piuttosto isolata del palazzo quasi come fosse lasciata in disparte dagli stessi abitanti dell'edificio, credo che non sia affatto un male per lei.

"Bianca puoi assicurarti che il portone rimanga sigillato per i prossimi giorni?" la raggiungo con una piccola corsetta. Lei si volta tenendo il pomolo della porta, il viso è sorridente e disponibile ma insieme perplesso.

"E' un ordine di...?" chiede dubbiosa.

"No no è per me, ci saranno i miei genitori a Volterra e non voglio succeda nulla di male. Sono sicura i Maestri siano d'accordo" sorrido nel modo più convincente possibile. L'aria sospettosa di Bianca evapora insieme al sorriso educato, formale e professionale. Mi osserva con sguardo caldo e sincero, poi sorride dolcemente.

"Ti assicuro che non entreranno qui dentro, puoi contare su di me, loro sono al sicuro". La voce è sincera e comprensiva, penso capisca la preoccupazione per la mia famiglia, sono certa anche lei ne abbia una e che desideri proteggerla con tutto il cuore "Aspetta, prendo un paio di volantini che ho su Volterra, così sai cosa fargli vedere per tenerli lontani da qui" scivola dentro alla stanzetta per poi riuscirne con un piccolo plico di fogli colorati.

Sono sinceramente colpita dalla sua premura e disponibilità, per la prima volta ha eliminato la barriera professionale che la divide dagli abitanti del Palazzo dei Priori, trovando un punto di contatto con me. Le sono profondamente grata e la ringrazio per l'immenso aiuto che mi ha appena dato.

Mi informo su tutte le cose belle che si possono visitare a Volterra, nonostante sia rimasta qui per molto tempo non ho mai fatto la turista. L'unica esperienza è stata brevissima e pessima, mi riferisco alla volta che ho seguito Heidi dentro a queste mura. Intanto la sera si avvicina e Bianca mi porta la cena in camera.

La Regina degli ScacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora