E' un'esperienza più unica che rara per un essere umano, ho la sensazione che il mio cervello, il mio fisico non siano adatti a sopportare emozioni e sensazioni così intense, prorompenti e forti. Come fossi un computer che deve gestire una mole troppo grande di dati contemporaneamente, sono rallentata mentre smaltisco fisicamente ed emotivamente tutte le conseguenze di quello che è successo. Probabilmente sono dieci minuti buoni che sto riprendendo fiato e la mia testa è leggera, mi sembra di galleggiare, il mio sguardo è perso sulle tende rosso porpora del baldacchino, non riesco ad articolare una frase di senso compiuto.
Io sono sotto il pesante copriletto per difendermi dalla gelida aria che caratterizza questo palazzo e dalla fredda pelle di Aro. Lui è sdraiato su un fianco rivolto verso di me, con il braccio sorregge il capo, i suoi occhi rossi sono su di me ma penso sia immerso profondamente in un pensiero mentre lascia scivolare distrattamente le sue dita sulle mie forme coperte.
Mi volto verso di lui, lo guardo in viso, esattamente come il giorno del picnic pare un senatore romano steso elegantemente sul suo triclinio sfarzoso, ma senza la tonaca in un'accezione decisamente più sensuale ed erotica. Arrossisco alla sola visione del suo corpo perfetto e stringo a me le coperte nell'istinto di nascondermi, perché sicuramente non posso essere paragonata a tanta perfezione.
In quel momento mi ricordo anche di quel che mi aveva risposto, sdraiato sul prato, quando l'avevo paragonato all'importante figura dell'alta società romana: 'E se lo fossi stato?'. Già allora, in qualche modo, potevo capire che si trattava di una persona davvero particolare e soprattutto avrei potuto dedurre indicativamente la sua età.
"Sei stato davvero senatore romano?" chiedo quasi in un sussurro. Non voglio strapparlo malamente ai suoi pensieri, dopo un secondo di titubanza la sua memoria infallibile capisce tutto, un sorriso amplio e gentile insieme a un cenno d'assenso del capo mi danno la risposta.
"Allora non siete sempre stati qui a Volterra" deduco.
"Non siamo sempre stati noi il Potere Giudiziario dei vampiri. Io e Marcus eravamo insieme da secoli quando si è unito Caius, da lì ha avuto tutto inizio la nostra ascesa al potere, se la vuoi chiamare così. Comunque abbiamo sempre voluto avere una certa influenza nella storia, quindi io e Marcus siamo stati senatori romani" mi racconta placidamente.
"Come facevate con gli occhi?" sono estremamente curiosa.
"A quel tempo la società era molto più tollerante alle differenze e alle stranezze, la vita era decisamente più libera e tranquilla. Non dovevamo nasconderci, non sapevano esattamente cos'eravamo ma che qualcosa eravamo, non serviva dare alcuna giustificazione" sorride probabilmente immerso nel ricordo.
"Chi era il Potere Giudiziario prima di voi? Non interveniva se vi facevate vedere così in giro?" chiedo perplessa.
"Prima dei Volturi il clan dei Rumeni era il capo incontrastato. Durante il loro governo, durato quasi mille anni, i Rumeni vissero sfacciatamente e in modo decadente, erano conosciuti e temuti ovunque. Hanno governato sia sugli umani che sui vampiri; di tanto in tanto gli umani creavano eserciti per cercare di liberarsi dal potere che li soggiogava ma tutti questi attacchi erano futili, risultando in una facile festa per i Rumeni".
"Quindi non dovevate nascondervi per legge..." sono sbalordita all'idea di quale vita potrebbe esserci la fuori se si sapesse dell'esistenza dei vampiri.
"No infatti, è stata una nostra idea, è la legge più importante di tutte: 'Tenere nascosta la nostra esistenza alla razza umana', nonché l'unica che facciamo rispettare in modo ferreo, la pena è la distruzione" sospira "La nostra politica si è rivelata davvero lungimirante, perché ora ci sono armi umane in grado di distruggerci".
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La Regina degli Scacchi
Fanfic{COMPLETA} Scacco matto al Re per Aro Volturi, sta per incontrare La Regina degli Scacchi. Adelaide, giovane donna di scienza, si è da poco trasferita in un bilocale sotto le mura di Volterra quando si scontra con l'esistenza del sovrannaturale cono...