CAPITOLO 62 • L'ASSASSINO

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Era notte fonda in casa Black.
I tre Black dormivano, tranne Mary, che se ne stava sdraiata a sfogliare un vecchio album di foto di famiglia sopra il letto, cullata dal rumore della pioggia estiva che sbatteva sul vetro della finestra.

Riguardava con dolore le vecchie foto, pensando a quando Regulus era ancora vivo e quando Sirius era ancora con lei.
Si asciugó una lacrima, nel mentre che continuava a perlustrare l'album.

D'un tratto udì il rumore del portone di casa chiudersi.
Si alzò lentamente dal letto, con la bacchetta in mano, e pian piano di diresse verso il corridoio dove affacciava verso l'entrata di casa.
Ma, al posto di un ladro trovò qualcun'altro.
Si portò le mani alla bocca dallo stupore, facendo cadere la bacchetta a terra, nel mentre che le lacrime gli scorrevano nel viso.

Vicino al portone di casa c'era Sirius Black, con ancora addosso le vesti di Azkaban, con i capelli bagnati dalla pioggia esterna.
Nonostante le pene inflitte durante la prigionia era uguale a prima, bello come sempre.

«scusami, non volevo svegliarti» disse l'uomo cercando di sorridere.

Mary non proferí parola, scese le scale il più velocemente possibile, sfiorando il corrimano delle scale con la mano, e abbracciò il marito piangendo, stringendolo a sé.

«q-quanto... m-mi sei... mancato... amore mio...» cercò di dire Mary tra le lacrime.

«anche tu mi sei mancata...» disse Sirius scoppiando a piangere.

Mary gli prese il viso tra le mani e baciò suo marito appassionatamente, dopo dodici anni di agonia.

«sono evaso... dopo dodici anni...sono riuscito ad avere la forza di trasformarmi in cane... sai, sono un animagus non registrato... è stato facile» disse Sirius sorridendo, con le lacrime agli occhi.

Mary gli sorrise, poi disse

«dai vieni, ti do dei vestiti nuovi così ti lavi e ti cambi, e devi essere affamato... dirò agli elfi di cucinarti qualcosa, quando hai finito aspettami in camera... poi mi racconterai tutto».

Mary condusse Sirius in bagno, dopo aver preso un pigiama pulito, poi gli disse

«stai attento quando esci, sai per non farti vedere».

Andò in cucina, dove gli elfi stavano già incominciando a cucinare.
Appena ebbero finito Mary prese il piatto e si diresse in camera.

Si sedette ai piedi del letto, aspettando suo marito.

Poco dopo Sirius aprí la porta, toccandosi i capelli e sorridendo a sua moglie. Si era tagliato pure la barba.

«Sirius! Sei a petto nudo!» disse Mary arrosendo a quella vista.

Lui ghignó, poi si sedette affianco a lei, baciandole il collo.

«Sirius, per favore!» protestó Mary cercando di non ridere.

Lui la baciò, e Mary gli passò il piatto.
Incominciò a mangiare, nel mentre che raccontava a Mary tutti i dettagli della sua fuga e del suo sospetto sul fatto che Peter Minus fosse ancora vivo.
Quando ebbe finito di magiare Mary appoggiò il piatto sul comodino.
Sirius si stese sul letto, stremato, e Mary si sdraió accanto. L'uomo le cinse le spalle con il braccio, nel mentre che parlavo di ogni cosa che gli passava loro per la testa.
Dopo un po' Mary si coprí con le coperte, e si strinse a Sirius.

«mi era mancato tutto questo...» disse la donna abbracciata al marito

«anche a me. Ti amo».

Mary sorrise, e chiuse gli occhi.

Sognó un vecchio ricordo.

Si trovava dentro il corpo di lei da ragazzina.
Si trovava nel giardino di casa Black, e stava giocando ad acchiapperella con Sirius, nel mentre che la pioggia le bagnava i capelli.
Ridevano e scherzavano, correndo in mezzo agli alberi. D'un tratto Sirius acchiappó da dietro Mary, abbracciandola. Lei rise, nel mentre che il cugino si avvicinava sempre di più al suo viso. Le baciò la punta del naso e poi scappò, nel mentre che la ragazzina lo rincorreva.

The fourth Black sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora