CAPITOLO 43 • SI TORNA INDIETRO

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Si trovava in un posto a sua insaputa sconosciuto.
Era buoio, e l'unica luce di quello strano posto era emanata da una candela.
Mary si alzò da terra, cercando di orientarsi.
Vide a terra del sangue, e iniziò ad esitare. Cercò di fare qualche passo, e intravide da lontano un corpo in fin di vita.

«ANDROMEDA!» urlò Mary

Si inchinó di fianco al corpo di Andromeda Tonks, e prese la sua testa tra le mani, singhiozzando.
D'un tratto quattro figuri avanzarono di fronte a lei, e come ipnotizzati dicevano coordinati

«... purosangue...».

Erano Cignus, Druella, Walburga ed Orion.
Una voce senza via di provenienza chiamò Mary più volte. Era Sirius.

Mary Black si svegliò di soprassalto, bagnata di sudore, nella sua stanza a Grimmauld Place numero 12.
Aveva finito il sesto anno, e decise di stare dagli zii una settimana per staccare un po' la solita monotonia.

Si alzò traballante dal lento, dirigendosi in cucina per mangiare qualcosa, avendo saltato la cena.
Scendendo le scale sentì delle urla, e vide Regulus, suo cugino, seduto al fine della scalinata, a testa bassa.

«Reg... Che succede?» chiese Mary sedendosi affianco al ragazzo

«Sirius sta litigando con mamma e papà... Ma stavolta le cose sembrano serie» disse Regulus guardando il pavimento

«DEVI ANDARTENE DA QUESTA CASA! DA ANNI STAI PORTANDO ONTA SUL NOME DI FAMIGLIA, PORTANDOCI IMBARAZZO IN TUTTO IL MONDO MAGICO!» disse la voce stridula di Walburga che rimbombó per tutta casa.

Di colpo la porta della cucina si aprí, ed uscì Sirius fermandosi all'inizio del corridoio. Guardò con lo sguardo da cane bastonato Mary e suo fratello Regulus,nel mentre che la ragazza iniziò a lacrimare in silenzio.

«Mary...» sibilló Sirius

«VATTENE!» incitó Walburga Black al figlio.

Sirius aprí la porta di casa, e con il viso rigato dalle lacrime amare disse a voce bassa

«addio...».

Si sentí la porta di casa chiudersi, mentre Walburga si fece spazio tra Mary e Regulus per andare nella stanza dove i Black contenevano il loro albero genealogico, a cancellare il nome di Sirius dalla tappezzeria.

Mary iniziò a singhiozzare, nel mentre che Regulus, senza farsi vedere, si fece scappare qualche lacrima.

La ragazza si alzò in piedi e uscì fuori, nella speranza di trovare ancora Sirius.

«Sirius!» lo richiamó Mary più volte, senza risposta.

Si accasció a terra piangendo il nome di Sirius. Non poteva sopportare un'altra diseredazione da parte della sua famiglia, specie stavolta che aveva avuto la possibilità di impedirla.
Poggió la mano sul petto, sfiorando con le dita la Gitamepo, che possedeva dal terzo anno.
"Cosa misteriosa il tempo: potente e, quando ci s'intromette pericolosa... Quando si è in dubbio, forse è saggio tornare sui propri passi per ricominciare" pensò Mary.
Doveva tornare indietro di qualche minuto, così in tal modo avrebbe fermato il litigio letale tra Sirius e i suoi zii.
Girò i cerchietti della giratempo.
Tutto intorno a lei cambiò, tornando indietro di qualche minuto.
Tornó dentro casa, dove regnava ancora la tranquillità.
Entró in cucina, dove Orion era seduto capo tavola, Walburga stava ricamando e Sirius se ne stava in un angolino, a guardare il vuoto.

«Mary cara, ti sei svegliata! Noi abbiamo già cenato, ma se hai fame posso chiedere agli elfi di cucinare qualcosa» disse Walburga

«si zia, gradirei qualcosa» disse Mary dubbiosa

The fourth Black sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora