Capitolo 10 • TI RICORDI QUELLA PROMESSA?

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L'indomani Mary si svegliò presto. Aveva la bocca impastata e gli occhi serrati dal sonno. In qualche modo si alzò dal letto, nonostante la protesta del suo gatto, e si diresse verso il bagno. Uscì poco dopo in intimo, e cercando di non svegliare nessuno, aprí il suo baule con incese le sue iniziali, MB. Prese la sua divisa, composta da: una leggera camicetta bianca, la cravatta verde smeraldo, con fini scrisce argente, il cardigan con lo stemma della casata dei serpeverde, la gonna e le calze grigie insieme alle ballerine nere. Il tutto era coperto da una mantella nera e verde. Scese poco dopo nella sala grande dove il giorno prima era avvenuto lo smistamento. Si diresse verso il tavolo di Serpeverde e si sedette difronte alla sorella Narcissa che, come sempre, aveva appiccicato Malfoy.

«mattiniera eh?» disse Lucius Malfoy

«oh ma per favore fatemela finita. Non ho dormito per niente stanotte»

«perché?» chiese Narcissa incuriosita

«non sono abituata a dormire fuori casa»

«ah. Beh se vuoi puoi farti un pisolino. Siamo di Sabato e non ci sono lezioni»

«mhh non ho voglia di dormire, ora che sono ad Hogwarts. Avevo idea di andare in biblioteca, leggere, imparare qualche incantesimo per rimanere avanti con il programma e poi scrivere a Bellatrix, mamma e papà»

«strano. Tu di solito sei studiosa, ma mai fino al punto di mandarti avanti con il programma» sogghignó Narcissa

«lo faccio tanto per sfoderare a tutti il fatto che sono un genio, e anche perché ho voglia di usare la mia benedettissima bacchetta» disse Mary estraendo la sua bacchetta. Era un ramoscello fine, curvo come la bacchetta di sua sorella Bellatrix. Aveva inoltre delle rune incise con il suo nome sopra, che avevo richiesto. Era una bacchetta di 12 pollici e ¾, legno di noce, corde di cuore di drago. Olivander, il signore che gli vendette la bacchetta, disse che era una quasi simile identica copia se non per alcuni dettagli più, come dire, "delicati". Gli incantava il fatto che lei e sua sorella Bellatrix avevano lo stesso nucleo di bacchetta, per che ciò significava che anche Andromeda e Narcissa avevano lo stesso. La sua famiglia poteva fare di tutto, tra cancellare il nome di Andromeda sulla tappezzeria, a togliere a loro tre la memoria, ma, per pura sorte del destino, e per quanto tra loro fossero diverse, avevano un legame potente.
Un legame indistruttibile.

«beh se vuoi stasera, prima di cena, posso darti una piccola lezione di incantesimi e prepararti»

«si grazie. Per caso hai visto Sirius?»

«no. Ed è meglio se lo eviti»

«perché?»

«sta tradendo la nostra famiglia. È una vergogna! Hai visto? Un Black in Grifondoro. Mai visto prima. Non voglio che tu ti faccia influenzare da lui. Voglio che tu diventi il meglio, sposando un ottimo partito purosangue»

«Cissy dai. Dopotutto è soltanto una stupida casata. Può darsi che, come dice zia Walburga, si calmerà, prima o poi. E comunque, non credi che stando nella mia compagnia, io riuscirò a influenzarlo, portandolo nella giusta strada? Chissà, forse sarà il figlio perfetto che ogni purosangue delle sacre ventotto vorrebbe» mentí Mary.

Era incredibile come la sua famiglia era così chiusa di mente.

«sarà lui, piuttosto, ad influenzare te!»

«seh come no»

«io vado. Ho l'allenamento di Quidditch. Ciao» disse Lucius dando un bacio sulla guancia a Narcissa

«parlando del diavolo» disse Narcissa indicando un grifone dai capelli lunghi

«Sirius!» esclamò Mary entusiasta

The fourth Black sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora