Il corpo inerme e dolorante di Mary Black era steso sul freddo pavimento di Villa Malfoy. Al suo fianco v'era quello di Hunter Johnson, e i tanti altri corpi dei mangiamorte che avevano partecipato all'ultima missione, fallendo miserabilmente e non concludendo nulla, tornati a casa senza la profezia, ahimè, distrutta. E fu proprio Lucius Malfoy, che era a capo della missione e colui che aveva permesso la distruzione della delicata sfera, ad essere punito di più.
Tutti i corpi erano stremati dalle torture inflitte per ore dal loro Oscuro Signore, che li stava punendo per il fallimento compiuto.
Hunter, steso a pancia in giù, avvicinó con sforzo la propria mano verso quella di Mary Black, stringendogliela delicatamente, anche perché privo di forze.
Mary, stesa a pancia in su, anch'essa stremata dal dolore delle torture, guardò con occhi socchiusi l'amico. Inizialmente pensó che Hunter gli avesse preso la mano perché volesse dimostrare la sua vicinanza affettiva in quel momento critico, ma poi Lord Voldemort si avvicinó alla donna e disse con la bacchetta puntata verso di lei«Crucio!».
L'ennesima scossa di dolore pervase il corpo della Black, e assieme, più di tutti, il corpo di Johnson, subendo l'atroce dolore.
Avevano subito così tanta tortura che nemmeno emisero più lamenti.❦︎
Dopo quelle torture Mary svení, ormai troppo stanca.
Fu svegliata da dei bibisgli, ma era talmente debole e dolorante da non riuscir nemmeno a muoversi.
Con occhi semi aperti guardò la sorelle, Bellatrix e Narcissa, ma le palpebre si fecero pesanti, la vista appannata e chiuse gli occhi. Le voci si fecero ovattate. Sentí il suo corpo fluttuare delicatamente: qualcuno la stava portando da qualche parte con la magia. Si fece buio.❦︎
Si svegliò madida di sudore, nonostante la superficie dove era distesa era gelata.
Si tirò su con i gomiti e si guardò attorno, nel panico: era in una stanza priva di arredamento e luce solare; l'unica luce proveniva dalla candele appese al muro, che emanavano una luce fioca. Il pavimento era grezzo, sporco di polvere, la grandezza della stanza enorme; davanti a lei c'era una porta fatta da sbarre, come quelle nelle celle ad Azkaban che tanto conosceva dopo anni di visite a Sirius.
Improvvisamente gli balenarono in testa mille pensieri: dov'era Hunter? E Sirius? E i suoi figli? L'Ordine Della Fenice? Quanti giorni erano passati? Ancora gli doleva la testa. Doveva scappare e andare da loro.
Si alzò traballante, sbandando un po', dirigendosi il prima possibile verso la porta, ma ad un tratto venne bloccata. Guardò i propri polsi, dove erano legate delle catene, in modo da non farla scappare; la stessa cosa valeva per le caviglie.«aiuto!» proferí con voce fragile.
Ripeté così più volte.
Questo, fino a quando da un corridoio lontano si fece largo una figura scura. Mary si allontanó, appiattendosi al muro, priva di bacchetta e indifesa.«Bellatrix...».
La sua sorella più grande la guardava, sorpresa dalle sue condizioni, come se non ne fosse veramente la causa. In viso aveva un espressione preoccupata, come se gli importasse veramente delle condizioni della sorella e di come stava.
«Bellatrix... Liberami, ti prego...!» gemette Mary con voce tremolante.
La signora Lestrange si avvicinó alla sorella, lentamente e con finte lacrime di coccodrillo diceva
«mi dispiace sorellina, ma non posso...devo farlo, mi hai dissubidito, non hai fatto ciò che ti ho detto. Mi hai ferita lo sai? Quindi, per il bene della famiglia, per il tuo bene, dovrai subire una piccola punizione... CRUCIO!».
L'incantesimo colpí Mary in pieno petto, e la fece cadere a terra dal dolore.
La donna guardò la sorella a terra schifata. Un'espressione rabbiosa e folle apparve nel viso della signora Lestrange.
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The fourth Black sister
FanfictionMary Black, sorella della mangiamorte pluriomicida Bellatrix Lestrange, della traditrice di sangue Andromeda Tonks e della madre con un'amore ossessivo verso il figlio Narcissa Malfoy. Portatrice di uno dei cognomi purosangue delle sacre 28, ovvero...