capitolo cinquantadue: il mio cuore è nella mia camera da letto

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Alessandro se ne stava seduto nel terrazzo incantato davanti alla vista di quello splendido tramonto.
La chiamata con Riccardo lo aveva messo di ottimo umore e allo stesso modo anche il pranzo in famiglia.
Nel pomeriggio era arrivato anche Gugu, il suo migliore amico e adesso, finalmente, poteva dire di aver accanto tutto ciò che voleva.
Se Riccardo fosse partito davvero con lui tutto sarebbe stato perfetto.
Era il pezzo mancante di quel puzzle che aveva tanto preso la forma della felicità in quella casetta tanto familiare.
"Posso sederti accanto?" domandò qualcuno alle sue spalle e Alessandro, senza neppure voltarsi a guardare, fece un semplice e leggero cenno con la testa.
La verità era che poco gli importava di qualsiasi cosa in quel momento.
Se ne stava incastrato in un ricordo assai piacevole e non riusciva né tantomeno voleva distogliere lo sguardo da quel sole rosso.
"Tutto okay? Hai l'aria triste" parlò Gugu una volta seduto di fianco a lui.
Il moro si sentì di colpo confortato in sua presenza e fu come rendersene conto solo in quel momento.
Gugu e lui erano amici sin da piccoli.
Avevano sempre passato del tempo assieme, prima perché vivevano nella stessa casa in Sardegna e poi nella moderna Milano nella quale erano fuggiti per rincorrere i propri sogni.
Da allora molte cose erano cambiate.
Alessandro aveva iniziato a far strada nel mondo della musica e Gugu si era trasferito a Londra per seguire la sua strada.
Eppure neanche la distanza aveva intaccato la loro amicizia.
Alessandro aveva iniziato a passare del tempo a Londra per star accanto al suo amico e Gugu molto spesso si trasferiva a casa di Alessandro per lunghi periodi.
E poi, finalmente, in estate tornavano a vivere assieme, in Sardegna potendo passare finalmente tanto tempo assieme.
"Ho l'aria tutt'altro che triste" sorrise appena il moro mettendo una mano sul braccio dell'amico per poi stringerlo.
Iniziò a fargli delle carezze con il pollice sentendosi subito meglio.
Capiva solo quando lo aveva accanto quanto forte gli fosse mancato nel tempo in cui non si erano visti.
Anche l'amico, con un gran sorriso sul volto, mise la mano su quella di Alessandro stringendola forte.
"Posso sapere cosa sta succedendo? Qui sembrano tutti sapere ogni cosa" sbuffò Gugu.
"La storia la sai, come la sanno loro" rispose Alessandro sorridendo ancora.
Gli aveva infatti raccontato tutto gradualmente, tutte le sere in cui gli era stato possibile parlarci al telefono.
Gugu sapeva forse più di tutti, persino più di Ylenia stessa.
Eppure non si era mai espresso in merito a quella situazione, non che di solito lo facesse.
Era un tipo molto tranquillo, evitava sempre di dire la sua per paura di influenzare negativamente con le sue idee.
Voleva che Alessandro vivesse la cosa così come la voleva vivere, senza pareri esterni.
"Eppure io so che è successo altro" sospirò l'amico "e so anche che gli altri questa cosa non la sanno" finì.
Alessandro, di seguito ad un sospiro gigante, si mise in piedi, avvicinandosi al balcone.
"Non so se voglio dirlo" esclamò Alessandro mettendo le mani in tasca, nervoso.
"Nemmeno a me?" domandò Gugu andandogli incontro.
Era più giovane di lui di qualche anno, tre o quattro al massimo.
Con i suoi capelli sempre di un colore nuovo, la pelle scura quanto quella di Alessandro e gli occhi ambrati sembrava più suo fratello che un suo amico.
"Forse a te si" sussurrò Alessandro adesso che lo aveva vicino.
"Solo se ti va di dirmelo, non sentirti obbligato" rispose il più giovane tra i due per confortarlo.
"Non voglio avere segreti con te e lo sai" disse sincero il moro.
"Certi segreti valgono la pena delle volte, non tutto deve essere detto" rispose Gugu affacciandosi al balcone.
"Gli altri poi, come me, non sanno" finì iniziando a guardare il cielo.
"Gli altri non sono te e lo sai bene" rispose il più grande mettendosi accanto a lui con le braccia poggiate al muretto.
Piuttosto che guardare il cielo però rimase ad osservarlo.
Era grato di averlo accanto e ancora più grato per quella sua comprensione.
Gugu era sempre stato diverso da chiunque altro, e Alessandro non intendeva la cosa in modo negativo.
Voleva bene a tutti in maniera diversa ma non per questo qualcuno era minore rispetto ad un altro.
Ognuno era importante a suo modo, ognuno era fondamentale nella sua vita.
Eppure Gugu aveva un tipo di profondità più simile alla sua, un po' come Ylenia.
Non a caso li considerava i migliori amici tra tutti.
Ma il ragazzo era assai diverso da lei, lui non si arrabbiava mai di seguito a suoi comportamenti sbagliati, non era neppure tipo da ramanzine facili e discorsi troppo pieni di propri pensieri.
Lui lo ascoltava soltanto, gli dava consigli come fossero non suoi, consigli sempre attendibili, sempre giusti.
Gugu era una di quelle persone in grado di dire sempre la cosa giusta.
E non la cosa giusta per lui ma piuttosto la cosa giusta per gli altri.
Non era facile da spiegare ma era come se quel ragazzo facesse uscire pensieri e conclusioni che avevi già dentro, cose che sapevi e non avevi il coraggio di dire.
"Perché non eri qui ieri sera?" domandò a questo punto il ragazzo.
Ora che Alessandro gli aveva dato il permesso porre domande gli venne facile.
"Ero con Riccardo" disse Alessandro guardandolo.
"E cosa facevi con Riccardo?" domandò ancora il più giovane iniziando a guardarlo di conseguenza.
"Noi..noi facevamo.." prese a parlare il più grande ma fu costretto a fermarsi.
Era come se non avesse il coraggio di dire nulla, non gli era mai successo prima di quel momento.
"Facevate?" domandò Gugu.
Era strano il modo in cui quel ragazzo riuscisse sempre a restare lucido e tranquillo.
Le sue domande erano dirette, vere e arrivavano sempre dritte al punto.
"Noi..facevamo.." balbettò ancora il ragazzo.
"Ale non hai mai avuto problemi nel raccontare le tue scopate" rise appena il più piccolo.
"Ma non è stata una scopata Gu" esclamò il moro quasi con tono disperato.
"Ah" disse l'altro ragazzo con sguardo fisso.
"Ah e basta?" domandò Alessandro guardandolo ancora.
"Vuoi che ti dica che sei nella merda?" disse ancora Gugu mettendosi a sedere sul muretto.
"No, non dirmelo" sospirò sincero Alessandro.
"Ma sai che è così no? Anche se non te lo dico" parlò ancora il ragazzo.
"Si" sbuffò il più grande "Lo so che è così" finì staccandosi dal muretto e iniziando a camminare avanti e indietro.
Aveva la testa tra le mani e gli occhi chiusi.
"Okay, va bene così" disse Gugu cercando le giuste parole da dire.
"Ale" lo richiamò poi scendendo con un balzo dal muretto.
Gli si avvicinò rapido, fermandolo per le spalle e costringendolo a guardarlo dopo uno strattone.
"Non c'è nulla di sbagliato però" proseguì con un sorriso sincero.
"Dici?" domandò Alessandro di colpo più tranquillo.
"Dico" sorrise il ragazzo iniziando ad accarezzargli le spalle che prima aveva tenuto salde.
"Anche se lui è etero?" domandò ancora il più grande.
"Sei nella merda" sospirò Gugu abbassando le braccia.
"Grazie eh" sbuffò Alessandro tornando a sedersi sulla sedia.
Il tramonto si era ormai dissolto. La luna stava mano a mano salendo in quel semi buio che si era creato.
Quella era sempre stata l'ora preferita di Alessandro.
Quella subito dopo il tramonto, in quel tempo sospeso.
Non era né giorno né notte, non c'era ne buio né luce.
Il sole era appena calato e la luna stava salendo.
Quello era l'esatto momento in cui loro si incontravano.
E persino in quel momento trovò quel momento il suo preferito, tanto che quel profumo d'estate gli diede di nuovo conforto.
Si ritrovò a distendere i muscoli e il fiato tornò regolare.
"Mi tocca dissentire però" riprese a parlare Gugu sedendogli accanto "Non è poi così etero se avete fatto sesso" sorrise ancora.
"Beh in effetti" osservò Alessandro "ma sai, sembra proprio etero" rise poi.
"Anche tu lo sembri" parlò Gugu.
"Ma quando mai?" urlò quasi il moro.
"Beh fin quando non parli, o ti muovi, o respiri, o fai qualsiasi cosa" fece spallucce il più giovane "Questo è ovvio"
"Ah ecco" disse Alessandro trattenendo le risate.
"Pensavo fosse ovvio" rise poi Gugu facendolo ridere di conseguenza.
"Immagino che questa discussione resterà tra noi" sospirò poi Gugu tornando in piedi e sistemando la maglietta.
"Immagini bene" sorrise il più grande.
"E sai che Ylenia ti ha organizzato una specie di appuntamento al buio?" domandò il ragazzo guardandolo.
"Cosa?" urlò quasi Alessandro.
"L'ho sentita prima, sono amici di Gabriele e Andrea e ne ha scelto un per te" scrollò ancora le spalle.
"Non voglio" disse Alessandro quasi nel panico "Che faccio Gu? Non voglio " riprese a parlare guardando l'amico.
"Dille la verità, dille che il tuo cuore è altrove" lo guardò il ragazzo mentre accendeva una sigaretta.
"E dov'e il mio cuore?" domandò Alessandro mettendosi in piedi.
"Non so, questo devi dirmelo tu" sospirò il più piccolo buttando via il fumo dalle narici.
"Dov'è il tuo cuore Alesaandro?" chiese poi guardandolo.
"Il mio cuore è nella mia camera da letto" finì convinto Alessandro.

*spazio autore*
ECCOMI, domani capitolo più lungo promesso.
vi voglio bene.

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