capitolo settantaquattro: senza farsi scoprire.

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A tavola regnava il silenzio più totale, inspiegabilmente.
Anna e Francesca erano troppo concentrate su di un programma di musica e anche i ragazzi, seppur non con il loro stesso interesse, lo stavano guardando con molto interesse.
Riccardo fu felice di quel silenzio, di quello scarso interesse verso di lui e Alessandro, tanto che si ritrovò per la prima volta a godersi un pasto da quando era lì.
Da quella mattina aveva avuto gli occhi addosso, costantemente, senza tregua se non quando si trovava da solo con Alessandro.
E non erano poi così diversi gli sguardi che gli riservava lui. Anche quelli gli mettevano il panico, anche quelli gli facevano venire voglia di scomparire delle volte.
E invece quella sera, per la prima volta, non una sola persona lo stava guardando, neppure lo stesso Alessandro.
Non si soffermò sul perché di quel suo evitarlo, piuttosto preferì concentrarsi sulla calma appagante che provava nel non essere sotto supervisione.
Di tanto in tanto si guardava attorno, scrutando i volti di tutti, evitando quello di Alessandro per paura di poter ricevere uno sguardo di ricambio.
Poi si concentrava sui quadri nella cucina, sul suono che facevano i grilli fuori dalla finestra.
Un fresco profumo di estate entrava dalle persiane aperte, lasciando il permesso all'aria della sera di correre tra i componenti di quella tavolata, scompigliandogli leggermente i capelli.
Riccardo si fermò ad osservare anche quello, quel fruscio leggero dei vestiti di tutti i presenti a causa del vento leggero.
Fu importante perché quell'essere l'unico a guardare, senza la pressione dello sguardo ricambiato, gli fece notare molte cose.
Ad esempio notò il modo in cui Anna arricciasse il naso quando non capiva qualcosa, e capitava davvero molto spesso.
Notò nei capelli di Gabriele qualche filo più chiaro in più in quel biondo miele, fili che prima non aveva notato.
Da questa prospettiva sembrava di colpo più biondo che castano e Riccardo si ritrovò a pensare a quante cose potesse svelare uno sguardo più attento.
Guardando Ylenia osservò quanto in realtà fosse assai più bella rispetto a quanto aveva già notato.
Con i suoi occhi verdi grazie al sole, le lentiggini sul volto e quel rame ormai più chiaro a causa dei raggi aveva uno dei volti più singolari che avesse mai visto.
Eppure sembrava avere un'aria seria rispetto al solito, come fosse spenta rispetto alla prima volta in cui l'aveva vista.
A cena, quel giorno a casa di Ale, lei non aveva fatto che ridere, facendo ridere di conseguenza anche Alessandro.
Adesso entrambi non sorridevano più l'uno alle battute dell'altro ed erano tristi di quegli sguardi non ricambiati.
A Riccardo venne di colpo la paura che potesse essere stata a causa sua quella lite e, appuntò nella sua mente, il pensiero che avrebbe davvero dovuto chiedere qualche informazione in più ad Alessandro su quella lite, quando si sarebbero trovati nuovamente da soli.
Di seguito a quel pensiero, guardare Alessandro gli venne automatico.
Si soffermò sui tratti del suo volto.
Con quell'espressione distesa sembrava assai più giovane e fresco.
Il suo volto si riempiva di piccole rughe d'espressione quando era teso e vederlo rilassato era assai più bello.
Alessandro era davvero molto bello quando se ne stava tranquillo.
"Richi ti piace?" domandò Anna concentrando di colpo l'attenzione su di lui.
Gli stava riservendo sempre lo stesso straordinario sorriso, e fu proprio quello a non far venire nuovamente il panico a Riccardo quando, di seguito alla voce di sua madre Alessandro si era voltato cogliendolo con le mani nel sacco.
Aveva colto quello sguardo che gli stava riservendo di nascosto, rendendolo palese.
Ed era stato come aprire le tende del suo cuore.
Gli sguardi a senso unico erano sempre quelli che mostravano un po' più di cuore.
Perché erano quelli destinati a restare nascosti, a non essere ricambiati.
Erano sguardi timidi ma sicuri, sguardi concessi dal sentimento, per uscire, per mostrarsi, consapevole che nessuno lo avrebbe notato.
Eppure Alessandro si era voltato, aveva colto forse quel sentimento che c'era celato dietro quegli sguardi timidi?
Riccardo se lo domandò per poco, preoccupandosi di più di rispondere ad Anna.
"Moltissimo" sorrise sincero.
In effetti quella carne che stava mangiando era forse una tra le migliori che avesse mai assaggiato.
Si scioglieva quasi sul palato, dando quel tocco di perfezione in più al tutto.
La tavola imbandita, la musica che risuonava tranquilla, i commenti di tanto in tanto da parte di tutti, il profumo di sere d'estate.
Era tutto così perfetto da sembrare irreale.
Riccardo si guardò ancora una volta attorno quando Anna smise di guardarlo, chiedendosi come potesse sentirsi così tanto a casa tra gente che conosceva appena.
"Sistema qua" sussurrò Alessandro sporgendosi verso di lui e sistemandogli il colletto della camicia sul collo, meglio.
"Ecco, fatto" proseguì lanciandogli un sorriso.
"Grazie" biascicò il piccolo osservandosi meglio, e fu felice nel notare che quella camicia, quei segni rossi, li copriva proprio tutti quanti.
Di conseguenza poi osservò Alessandro, preoccupandosi che anche il lui tutto fosse al posto giusto.
"Che c'è?" domandò lui allarmato guardandosi.
"Nulla" fece spallucce lui in un sussurro.
"Okay" sospirò il ragazzo per poi tornare a mangiare.

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