capitolo sessantasei: questione di crema e di spazio.

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Riccardo se ne stava già con i piedi nell'acqua e un'espressione serena sul volto.
Con gli occhi piccoli piccoli a causa del sole lanciava sguardi al più grande, cercando di capire quando lo avrebbe raggiunto.
Ma Alessandro, al contrario suo, di fretta non ne aveva affatto.
E si stava in realtà assicurando che la sua asciugamano non volasse mentre la sistemava meglio sulla sabbia.
Mise lo zainetto di fianco ad essa, le infradito ai suoi piedi, e si sedette alla ricerca della crema solare.
"E dai" urlò Riccardo dalla riva, saltellando come un bambino impaziente.
"Me la metti la crema?" domandò Alessandro senza dargli tanto peso.
"No" rispose rapido il piccolo per poi far qualche passo in più verso il mare "Dopo" sbuffò poi notandolo non arrivare.
"Okay" rispose Alessandro mentre metteva gli occhiali da sole.
"Voglio fare il bagno, ti sbrighi?" proseguì il ragazzo andandogli incontro.
"Ti servo io? Hai dieci anni?" rispose Alessandro guardandolo.
"Vaffanculo" si lamentò il piccolo mentre faceva qualche passo in più verso il mare, ormai deciso a far il bagno senza di lui.
"Scusami, volevi ti mettessi i braccioli?" urlò Alessandro dopo essersi steso di spalle sulla sua asciugamano.
Non udì alcuna risposta e si alzò appena con il capo per guardare il ragazzo "Sei già affogato?" proseguì tra un risate e l'altra.
"Vaffanculo" ripetè il ragazzo per poi far un tuffo dentro l'acqua.
Alessandro tornò con la testa sull'asciugamano, felice di potersi finalmente concedere un po' di tranquillità, lontano da Riccardo.

Ma quel silenzio durò per poco, e la quiete fu interrotta da delle gocce che gli caddero sulla schiena.
"Riccardo" si lamentò il più grande, tenendo comunque gli occhi chiusi.
Sperava, seppur fosse consapevole di esser uno sciocco nel pensarlo, che un solo richiamo bastasse per riacquistare la sua tranquillità.
"Sono le vecchie" rispose il piccolo ridendo, e le gocce non finirono di cadere.
Questa volta colpirono la testa di Alessandro, facendolo sussultare per i brividi che gli stavano provocando.
"Riccardo" ripetè Alessandro alzando la testa per guardarlo e un sorriso uscì spontaneo a quella vista.
Riccardo se ne stava in piedi su di lui, con la testa abbassata per far cadere le goccioline apposta.
Sembrava tanto un bambino dispettoso in quel suo atteggiamento.
Alessandro faceva sempre quel genere di dispetti, a sette anni, proprio su quella spiaggia.
"Hai finito?" domandò dopo poco, alzando un sopracciglio.
"Si" rispose con un sorriso Riccardo, per poi allontanarsi appena prendendo l'asciugamano che stava sulla sabbia, per stenderla sulla sabbia.
"Riccardo non farmi arrivare la sabbia addosso" si lamentò Alessandro mentre si girava sulla schiena, per osservarlo.
"Nono" rispose rapido il piccolo, intento a sistemarsi sull'asciugamano, riempiendola di sabbia un istante dopo.
Se la ritrovò di colpo sulle spalle, sulle gambe, tra le mani.
"Che palle" sbuffò mentre cercava di liberarsene, ma essendo bagnato era difficile risolvere quella situazione.
"Ecco perché l'asciugamano si sistema prima" disse con un sorriso vittorioso in volto il più grande "inutile che mi prendi in giro" finì.
Il più piccolo lo guardò male per poi, rassegnato, mettersi in piedi.
"Vado a sciacquarmi" disse rassegnato.
"Ti conviene sistemarla prima o finisce punto e da capo" sbuffò Alessandro "Possibile che tu debba sempre farmi sentire tuo padre?" lo guardò annoiato.
Stare dietro a Riccardo era alle volte come stare dietro un adolescente problematico quale realmente era, mentre altre era come dover badare ad un bambino di cinque anni a cui dover insegnare cose basilari come quella.
E Alessandro non riusciva a capire quale dei due aspetti gli si addicesse di più, forse uno non escludeva l'altro, forse era entrambe le cose, forse era bambino quanto adolescente ma certo era che, entrambi quegli aspetti di Riccardo lo facevano sentire vecchio.
Certo, c'erano quei discorsi in cui entrambi sembravano sospesi, senza età, senza tempo.
Quei discorsi in cui invece Riccardo sembrava persino più grande di lui, più maturo.
Ma capitava di rado e la maggior parte delle volte quei dieci anni di differenza si sentivano tutti.
E la verità era che ad Alessandro Riccardo piaceva proprio per questo, per il sul tratto bambino che lo contraddistingueva da tutti gli altri.
"Me la sistemi tu?" domandò Riccardo con un sorriso tenero e quella frase, senza che lui ne sapesse nulla, fu come se avesse letto la mente di Alessandro confermando ogni suo pensiero.
"Okay" sorrise Alessandro facendo due o tre volte segno di no con la testa "Vai ora" lo cacciò con la mano mentre si metteva in piedi.
Vide il ricciolino sorridergli, per poi correre in acqua con lo stesso entusiasmo di prima.
Smise di guardarlo giusto dopo il tuffo, ancor prima che emergesse.
Si concentrò piuttosto sull'asciugamano e, dopo averla sbattuta e sistemata, fu costretto a far lo stesso con la sua che si era riempita di tutta quanta la sabbia che Riccardo aveva alzato nel giro di un secondo.

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