capitolo ottantuno: non resistersi.

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Quando i due arrivarono a casa l'unica cosa udibile nel silenzio che li avvolgeva furono una
serie di "shh" sussurrati da entrambi, a volte alterne, di seguito a rumori che goffamente facevano.
Prima Alessandro nell'aprire la porta di casa senza fare troppo rumore, poi Riccardo nel posare le chiavi nel vaso all'ingresso, poi ancora Alessandro che nel corridoio stava per cadere.
A seguire quei movimenti impacciati erano risata strozzate e poi ancora altri "shh" sussurrarti, un po' per ricordarsi che fosse il caso di non farsi sentire.
Quando entrambi si chiusero la porta del bagno alle spalle tirare un sospiro di sollievo venne automatico.
Alessandro, sbattendo un po' ovunque, trovò l'interruttore della luce e, nel giro di un secondo, Riccardo si ritrovò a chiudere gli occhi a causa della luce improvvisa nella stanza.
Quando li riaprì vide Alessandro con i pantaloni abbassati, intento a fare la pipì.
"Alessandro" si lamentò voltandosi e mettendo una mano davanti alla faccia per non guardare.
"Che vuoi, lo consoci" sbuffò il più grande mentre rialzava i pantaloni.
"Si okay ma non mi sembra il caso" balbettò quasi il piccolo tornando a guardarlo.
"A me si" sorrise il più grande mentre sistemava la cintura.
"Io davanti a te comunque non la faccio" sbuffò ancora il piccolo, facendo avanti e indietro nel piccolo bagno.
"Io al contrario tuo so non guardare" disse Alessandro sedendo sul bordo della vasca "Senza mettere le mani davanti perché sono tentato a farlo" lo guardò ancora con un sorriso furbo.
"Io non ero tentato a farlo" lo guardò male Riccardo.
"Lo eri così tanto da farti venire le guance rosse" rise il più grande.
"Non me le vedi le guance rosse con tutto questo sangue" disse Riccardo guardandosi allo specchio mentre cercava di cambiare discorso.
Ecco che la tensione e l'imbarazzo tornavano sempre ogni volta che i due si trovavano da soli in una stanza.
Certo si, Alessandro pur sentendoli era più tranquillo rispetto al solito grazie all'alcol.
Ma Riccardo no, a lui l'alcol stava soltanto facendo aumentare sia il panico sia quella sensazione.
"Te le vedo" sussurrò il ragazzo raggiungendolo "Ma tornando al sangue" riprese a parlare facendo voltare Riccardo verso di lui "Era tra le cose che potevo fare aiutarti a toglierlo dalla faccia?" domandò con un sorriso.
"Non ha senso, non ti importa se ci sia o meno, la pipì davanti a me non c'era eppure l'hai fatta lo stesso" sbuffò Riccardo.
"Mi scappava, se ti scappa falla anche tu" disse Alessandro per poi guardarlo, in attesa di conferme per iniziare a esaminare la sua faccia.
"Non ne devo fare" lo guardò male il piccolo.
"Okay" esclamò Alessandro alzando le mani in segno di resa per poi avvicinarsi al water e abbassare la tavoloccia "Almeno ti ci puoi sedere così ti medico?" domandò.
"Se non mi fai male" biascicò Riccardo mentre, rassegnato, si sedeva.
"Ti farò male" disse Alessandro mentre cercava nel mobiletto sul water chissà cosa.
Nello sporgersi in avanti la camicia gli si alzò leggermente, e Riccardo si ritrovò ad aver vicino il petto del più grande.
Si spostò appena, cercando di stargli lontano ma il più grande, approfittando della situazione, si sporse un po' di più per avvicinarsi ancora.
Nel farlo però, forse a causa dell'alcol che aveva ancora in circolo, perse l'equilibrio e Riccardo fu costretto a prenderlo per i fianchi per far sì che non gli arrivasse addosso.
"Non mi fossi caduto addosso giuro che ti avrei fatto cadere Alessandro" lo guardò male Riccardo.
"Che cazzo ridi?" proseguì guardandolo male.
"Scusa" biascicò Alessandro cercando di tornare in equilibrio sulle sue gambe e, entro poco, ci riuscì.
"Okay, sono in piedi ora" disse poi guardandolo.
"Okay" biascicò il piccolo guardandolo ancora.
"Quindi le mani se vuoi le puoi togliere" proseguì il più grande guardando prima Riccardo, poi le mani che teneva sui suoi fianchi "Sempre se le hai messe per reggermi eh" proseguì con un sorriso furbo.
Riccardo di colpo tolse le mani come se il corpo del più grande di colpo scottasse.
Alessandro si ritrovò a ridere ma, vedendo l'espressione severa del piccolo, smise, seppur a fatica, poco dopo.
"Fatti guardare dai" disse poi chinandosi appena su di lui e iniziando a esaminare il suo volto tastando piano con due dita.
"Ahi" si lamentò il più piccolo facendo per spostarsi.
"No" disse Alessandro fermandogli la testa con la mano "Non iniziare eh" disse con tono severo ricevendo uno sbuffo di ricambio.
"Devo capire" proseguì poi guardandolo "Posso?" chiese poi.
"Ma capire cosa?" domandò Riccardo confuso.
"Da dove cazzo esce questo sangue" disse Alessandro sedendosi sul bordo della vasca di fronte e sporgendosi in avanti.
"Avvicinati" disse poi.
"Vuoi altro?" rispose il piccolo infastidito.
"Mi devo sedere Richi, che cazzo vuoi?" proseguì alzando gli occhi al cielo.
"Okay" biascicò Riccardo per poi mettersi seduto per terra, tra le gambe di Alessandro.
"Va bene così?" domandò guardandolo annoiato.
"Potrei abituarmi sai?" lo punzecchiò il più grande.
"Ma zitto Ale" sbuffò Riccardo per poi sospirare "E sbrigati, c'ho sonno" mentì.
"C'hai sonno si" biascicò Alessandro per poi tornare a guardargli la faccia.

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