capitolo sessantatre: sulla tavola di battaglia.

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"Ciao a tutti" fu la prima cosa che disse Riccardo una volta raggiunta la cucina.
Certo si, ci sarebbero state mille altre frasi più giuste da dire, eppure non è che avesse granché in mente in quel momento.
Non era affatto un tipo timido, non lo era mai stato, eppure tutti quegli sguardi addosso in quel momento gli fecero venire le guance rosse e il bisogno di starsene a testa bassa.
"Allora" battè le mani Alessandro cercando di prendere in mano la situazione.
"Mamma Anna la conosci" disse indicando la madre che fece un sorriso talmente tanto rassicurante che Riccardo, dopo aver ricambiato, si sentì subito meglio.
"Lei è zia Francesca" proseguì il più grande indicando la donna a capotavola.
"È la mamma di Gugu, ma dov'è Gugu?" proseguì guardandosi attorno.
"Salve signora" disse Riccardo camminando verso di lei e porgendole la mano "Sono Riccardo" sorrise appena.
"Riccardo" urlò quasi la donna, come se lo conoscesse, e Riccardo, osservando Alessandro, capì che sicuramente, poco prima che lui si voltasse, aveva lasciato qualche sguardo torvo alla zia.
Trattenne le risate e l'imbarazzo avvicinandosi a Gabriele, per poi gettarsi quasi sulle sue spalle per lasciargli un bacio sulla guancia.
"Ciao" sorrise guardandolo e fu subito chiaro a Gabriele la richiesta di aiuto negli occhi del piccolo.
"Lui è Andrea" disse infatti indicando il ragazzo moro che tanto, fino a quel momento, aveva destato preoccupazioni in Riccardo.
Quando il piccolo capì infatti che non era lui Vittorio tirò un sospiro di sollievo, e fu tutto chiaro il suo improvviso buon umore nel modo in cui strinse la mano ad Andrea.
"È un piacere" disse con un sorriso.
Ma la sua attenzione durò ancora per poco.
Infatti il suo sguardo, subito dopo aver sciolto la presa con Andrea, si concentrò sul ragazzo riccio che se ne stava seduto sulla sedia di legno intento ad osservarlo.
Lo guardò con attenzione, tenendo sempre addosso lo stesso sorriso furbo.
"E lui chi è?" disse guardando Gabriele.
"Vittorio" rispose il ragazzo trattenendo appena le risate.
Cercò con gli occhi quelli di Alessandro che, ignaro di tutto, se ne stava sulla porta a parlare con Gugu, che aveva appena recuperato in chissà quale stanza della casa.
"Che piacere Vittorio, io sono Riccardo" sorrise il piccolo porgendogli la mano.
Vittorio, prontamente, si mise in piedi e con un sorriso fintissimo ricambiò la stretta.
"Vittorio, il piacere è tutto mio" disse mentre osservava attentamente Riccardo.
Finalmente lo sguardo di Gabriele incrociò quello di Alessandro e il biondino con il mento gli indicò i due.
"Cazzo" biascicò Gugu capendo ancora prima dell'amico e Alessandro non ebbe bisogno di dire nulla, il migliore amico aveva già parlato anche per lui.
"Lui è Gugu" disse poco dopo spingendo l'amico dalle spalle verso Riccardo.
"Ciao" sorrise il piccolo smettendo finemente di focalizzare la sua attenzione su Vittorio.
A passi svelti raggiunse il ragazzo e gli porse la mano.
"Il famoso Gugu" disse con un gran sorriso mentre lo osservava meglio.
Era alto quanto lui, scuro di pelle, i tratti erano simili a quelli di Alessandro, gli occhi scuri allo stesso modo, le labbra carnose quasi quanto quelle dell'amico.
"Il famoso Riccardo" rispose Gugu stringendogli la mano.
"Non vedevo l'ora di conoscerti" proseguì con un piccolo sorriso.
Era felice di conoscere il ragazzo di cui tanto Alessandro gli aveva parlato.
Passare un po' di tempo con lui era tutto ciò che voleva, per conoscerlo meglio, per capire cosa avesse di tanto speciale per attirare così tanto l'attenzione di Alessandro.
Da un primo sguardo qualcosa l'aveva già capita.
Di certo non era il classico tipo "da Alessandro" diciamo, era magrolino rispetto a tutti quelli di cui Alessandro solitamente si circondava.
Ma aveva gli occhi profondi, il sorriso magnetico e tutte le prerogative per essere il prossimo errore di Alessandro.
"Anche io" rispose il più piccolo sincero.
"Sediamoci" parlò Alessandro cercando il consenso e il supporto negli occhi della madre.
"Si, la pasta è pronta" disse infatti lei facendo segno a tutti di sedersi.
Tutti presero i propri posti e quando Gugu stava per farlo Alessandro si schiarì la voce per farsi guardare.
Gli fece segno di sedere accanto a Vittorio, di cedere il suo posto a Riccardo.
Non voleva che il ragazzo si sedesse accanto a Vittorio, si sarebbe sfiorata la tragedia, e Gugu era il giusto tampone e il giusto freno da mettere tra i due.
"No" sbuffò il ragazzo avvicinandosi all'orecchio di Alessandro per sussurrare.
"Dai" rispose il moro con tono supplichevole.
La fortuna era che Riccardo in quel momento stesse aiutando zia Francesca al piano cottura, nel riempire i piatti.
"No, non do mai il mio posto a nessuno e lo sai" rimase irremovibile Gugu.
"Gugu ti prego, non voglio che stiano vicini" indicò con lo sguardo prima Vittorio e poi Riccardo e gli venne automatico restare fermo per un secondo sul più piccolo accennando un sorriso.
Vederlo così tranquillo e inserito, mentre parlava con la zia e teneva il piatto fermo in attesa che lei mettesse la pasta lo riempiva di gioia.
"Gugu" disse dopo poco tornando in sé e rimproverando il ragazzo che si stava sedendo al suo solito posto, di fianco ad Alessandro.
"Mi devi un favore" biascicò lui sporgendosi in avanti, per farsi sentire bene.
"Sisi" rispose rapido Alessandro per poi alzare la testa, e sorridere a Riccardo che gli stava mettendo il piatto davanti.
Erano passati solamente cinque minuti da quando era in quella stanza e già sentiva il bisogno di scappare.
Troppe persone alle quali prestare attenzione e due soli occhi per farlo.
"Dove mi siedo io?" domandò Riccardo mentre teneva il suo piatto tra le mani.
"Qui" rispose vittorioso Alessandro indicando il posto di fianco a lui.
Gugu lo guardò male, ma non disse nulla, rassegnato di fronte al ovvio.
"Okay" sospirò il piccolo e sentì il suo corpo distendersi quando si sedette sulla sedia.
Starsene seduto significava non avere lo sguardo di tutti addosso ed era felice di ciò.
"Ciao Yle" disse di colpo notando la ragazza entrare.
"Ciao Richi" rispose lei con lo stesso sorriso "Ciao a tutti" proseguì osservando tutte quelle facce.
Gugu, Riccardo e Vittorio erano i nuovi abitanti della casa, era così strano abituarsi.
Ma una cosa era certa: quella casa era un albergo sicuramente.

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