capitolo centodiciotto: mai abbastanza.

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"Sshhh fermo" si lamentò il più grande mentre stava ancora addosso al piccolo, che per chissà quale motivo adesso si stava dimenando sotto di lui.
"Shh o fermo?" domandò Riccardo con un sorriso stampato sul volto.
Aveva ancora bisogno del suo tempo di recupero ma di certo di prenderlo in giro non si sarebbe mai stancato, neppure dopo il sesso.
"Vaffanculo" biascicò come immaginato Alessandro, coricandosi meglio su di lui, non dando penso alle sue parole.
Voleva solo riprendere fiato mentre stava poggiato esattamente lì dov'era, esattamente su quel piccolo petto che faceva su e giù per la stanchezza.
"Ale spostati un secondo, mi fa male" decise di dire il piccolo, nonostante la vergogna.
Da quando avevano finito Alessandro era rimasto fermo nella stessa posizione, senza togliere nulla, senza spostarsi di un centimetro e adesso il fastidio iniziava a farsi sentire.
Alessandro, dopo uno sbuffo, si alzò dal suo comodo posto, sdraiandosi accanto a lui, sul letto.
Riccardo si coprì appena con le coperte, sentendo dei brividi aumentare sulla sua pelle ancora sudata poi, mettendosi a pancia in giù, iniziò a toccare le spalle del moro per infastidirlo.
"Dimmi" sospirò lui.
"Perché ti sei girato? Perché mi dai le spalle?" domandò il ricciolino con una vocina triste.
"Mi hai detto di togliermi di dosso tu" disse Alessandro senza seccatura nella voce, ne rabbia.
Riccardo prima di rispondere analizzò a lungo di che natura fosse quel tono ma era stranamente piatto.
"Ti ho detto di toglierti da lì" rispose il piccolo e senza volerlo le sue guance si accesero come due tizzoni.
"Non da su di me" proseguì poi felice di essersi guadagnato di nuovo lo sguardo di Alessandro addosso.
Infatti dopo averlo sentito parlare il più grande si voltò all'immediato e si ritrovò a sorridere dolcemente di fronte ai tramonti sulle guance di Riccardo.
Lo attirò a sè un secondo dopo, prendendolo per il collo e avvicinandolo, per poi lasciargli dei baci sul collo e tra i capelli.
Riccardo rimase immobile sotto quei tocchi gentili, godendosi quelle prime coccole dopo il sesso.
Non era mai successo prima di quel momento, non si erano mai spinti oltre al dormirsi addosso dopo una scopata.
Adesso invece erano vicini, stanchi, bisognosi di quel contatto che per troppo tempo avevano soltanto desiderato.
Se quelle coccole fossero però dovute al fatto che non si erano visti in quel modo per tanto questo non lo sapeva.
Avrebbe potuto capirlo solo se fosse riaccaduto ancora.
Godendosi beatamente quell'opportunità però decise di coglierla del tutto e, con un movimento rapido, si mise sul petto del più grande, struggendosi forte a lui.
Alzò poi la testa, lasciandogli dei baci nell'incavo del collo.
I primi erano dolci, pieni di tranquillità e rispettosi di quella stanchezza che entrambi stavano provando.
Quelli successivi si fecero più umidi, arrivando quasi a fare male.
"Non lasciarmi segni Richi" disse Alessandro spostandosi appena con la testa.
"Shh" mormorò il piccolo spingendosi con i piedi più vicino a lui, arrivando ad affondare del tutto la sua faccia nell'incavo del suo collo "non te ne lascio promesso" gli sussurrò poi a fior di pelle.
Alessandro sentì dei brividi corrergli lungo tutto il corpo.
"Voglio solo..baciarti" sussurrò ancora il piccolo.
La verità era che gli piaceva, Alessandro ci pensò di colpo di seguito all'ennesimo di quei brividi. A Riccardo piaceva e basta avere il controllo, mandarlo fuori di testa, prendere in mano la situazione.
A Riccardo piaceva e basta sentirlo respirare più forte, sapere che era lui il motivo di quell'eccitazione.
"Tu ti diverti a farmi perdere la testa" piagnucolò Alessandro di seguito a quei pensieri mentre cercava dar poco conto al suo fiato accelerato, alla sua nuova eccitazione, ai brividi e a quel bisogno di ricominciare tutto da capo.
La stanchezza gli sussurrava di tenere a bada sé stesso e quel ragazzo, di lasciarsi semplicemente vincere dal sonno.
Ma come poteva dormire accanto ad un ragazzo che lo toccava in quel modo?
Riccardo conosceva i punti giusti, li conosceva da sempre.
Sapeva come rendergli la vita impossibile semplicemente con uno sguardo, figuriamoci quando lo aveva nello stessa stanza, figuriamoci quanto lo aveva nello stesso letto, figuriamoci quando lo aveva nel suo stesso letto nudo.
"Da sempre" sorrise il piccolo sulla sua pelle.
Alessandro sentì la forma di quel sorriso incisa sulla pelle.
Pensò di colpo che mai più l'avrebbe dimenticata, che quel collo non avrebbe più potuto accogliere altri sorrisi dopo quello di Riccardo.
Quando un sorriso ti resta incollato sulla pelle, ti diventa tatuaggio in quel modo, raramente ne puoi uscire, raramente puoi apprezzare altri sorrisi. E questo Alessandro lo sapeva bene.
Con dolcezza lo strinse a sé, gettandosi su di lui per immobilizzarlo.
Voleva distrarlo da qualsiasi cosa avesse in mente, voleva che quelle coccole diventassero sonno entro poco.
"Ale" piagnucolò Riccardo tra le sue braccia felice si, di essere lì, ma triste di non poter proseguire nel suo gioco.
Quel collo gli stava piacendo, il fiato accelerato anche, l'idea che fosse lui a provocarglielo ancor di più.
Una vocina dentro di lui gli stava sussurrando già da un po' di prendere finalmente in mano la situazione, di far ciò che da un po' desiderava.
Molto spesso si era trovato a pensare a come sarebbe stato il sesso con Alessandro se fosse stato lui a far ciò che di solito aveva fatto il più grande.
E delle notti si era persino ritrovato a ripiangere di essersi fermato quella sera.
E adesso che lo aveva lì, adesso che avrebbe potuto soddisfare quella curiosità che da mesi lo mangiava vivo ecco che non ci riusciva affatto, ecco che non lo voleva.
Voleva farlo dopo, non stasera, voleva essere certo.
"Ale" ripetè ancora, cercando di nuovo un contatto che il più grande non gli permise ancora.
"Che c'è?" rise Alessandro guardandolo "Che c'è Riccardo? Che hai?" domandò ancora.
"Vieni qui" borbottò Riccardo stringendolo ancora più forte a sè ribaltando ancora la situazione, mettendosi di nuovo sul più garberebbe.
Iniziò a baciargli il collo piano, per poi salire alla mascella, lasciandogli piccolo baci in qualsiasi parte del suo viso.
Scese poi alle orecchie, con delicatezza, con calma, iniziando a far muovere le sue labbra sui lobi di Alessandro che, ad occhi chiusi, cercava di resistergli ancora, seppur invano.
Poi, ecco che per sua gioia il piccolo tornò a sfogarsi su quel collo, cercando si, di non lasciarci segni sopra ma trovando comunque il modo di mostrare quanto desiderava quella pelle.
La strinse tra le labbra, poi tra i denti, facendolo lamentare.
Quando arrivò sul suo petto Alessandro sapeva per certo di non poter resistere ancora.
Era esausto, stanco come non mai ma non avrebbe resistito ancora.
"Sei masochista" tentò di salvaguardarsi per l'ultima volta.
'Ultimo tentavo' si ripetè prima di parlare, 'ultimo tentativo e poi cedo'.
"Perché?" domandò il più piccolo alzando la testa per guardarlo.
Aveva gli occhi grandi, le pupille dilatate rendevano il colorito più scuro e profondo.
Alessandro ebbe di colpo paura di potersi perdere al loro interno.
"Perché hai detto che hai dolore e poi.." prese a parlare ma Riccardo lo zittì mettendosi un dito sulla bocca come chiedendo silenzio.
Silenzio che Alessandro, colto alla sprovvista, non tardò a dare.
"Non ho dolore" sorrise sedendosi sul suo petto.
"Non voglio farti male" incalzò imperterrito Alessandro.
"Il male è l'ultima delle cose sulle quali mi soffermo al momento" sorrise Riccardo per rassicurarlo.
Alessandro gli sorrise di risposta e inconsapevolmente con questo gesto diede il via libera il piccolo di proseguire.
"Sono stanco Richi" sussurrò ancora Alessandro mentre, sotto i tocchi di quel ragazzo, aveva ormai del tutto dimenticato quel suo bisogno di dormire.
"Almeno rifiutami senza scuse" borbottò Riccardo facendo per togliersi ma Alessandro lo bloccò giusto in tempo.
"Non ti sto rifiutando" gli sussurrò all'orecchio per poi ribaltare la situazione, mettendosi seduto sopra Riccardo.
"Ti stavo solo informando" proseguì sorridendogli.
"Per giustificarti per le tue pessime prestazioni sessuali?" rise il piccolo per provocarlo.
"Pessime? Le mie prestazioni sessuali?" domandò il moro alzando un sopracciglio "a me non sembra"
"Non sei niente di che" disse ancora Riccardo con un sorriso ebete stampato sul volto.
"Il tuo corpo dice e pensa altro" sorrise Alessandro soddisfatto.
"So fingere bene" incalzò il piccolo.
"Sai che c'è?" domandò di colpo Alessandro interrompendo quei baci che gli stava dando tra una frase e l'altra "Non me ne frega un cazzo se ti faccio male" disse con un sorriso, per poi scendere con una scia di baci lungo il suo corpo.
"Ale" deglutì il piccolo "Vedi che stavo scherzando" rise nervosamente.
"Ale" lo richiamò ancora per poi ritrovarsi senza fiato nè parole un istante dopo, sotto i tocchi del più grande che stavano finendo proprio lì dove voleva.
"Io no" disse Alessandro un secondo prima di impegnare la bocca in altro "io non stavo scherzando Richi" finì con un sorriso.
Il piccolo, di colpo in estasi, non ebbe più fiato per dire altro se non il nome del più grande, più e più volte, mentre con il bacino aumentava il ritmo assecondando la bocca di Alessandro.
Non poteva più mentire a sé stesso, non ora che aveva potuto pregustare ancora il piacere che Alessandro poteva provocargli.
Non poteva più nascondere a sé stesso ciò che provava, non ora che stringendo Alessandro forte a sé aveva capito quanto non desiderasse altro.
Quando venne abbandonò anche tutti i suoi pensieri, finendo senza sfiato, disteso sul letto, stanco e soddisfatto.
"Basta così se vuoi" disse cercando di attirare a sè il più grande.
"Col cazzo principessina" lo guardò male Alessandro "non regalo servizi io"
"Che cosa sei una puttana?" domandò Riccardo scoppiando a ridere.
"Ti chiederei soldi in quel caso" rise Alessandro tornando sulle sue labbra, per baciarlo ancora.
Da quando era riuscito ad averlo di nuovo nel suo letto, da qualche ora prima in ascensore non riusciva più a smettere di baciarle quelle labbra.
Forse le aveva desiderate per troppo, forse doveva solo recuperare questo non lo sapeva.
Poteva essere desiderio represso, bisogno mancato, rivincita personale.
Nel peggiore dei casi si trattava di amore, ma questo pensiero non voleva neppure considerarlo.
"E cosa mi chiedi invece?" domandò il piccolo e un sorriso si accese nel buio della stanza.
Alessandro sorrise di risposta, lasciandogli un bacio a stampo dolce e fuori luogo in quel momento.
"Piacere reciproco" disse poi "Io do a te tu dai a me, hai presente?" domandò alzando un sopracciglio.
"Okay" sospirò il piccolo facendo per alzarsi e ribaltare le cose, forse sperando di cavarsela con un pompino.
"Nono" lo bloccò Alessandro sorridendo più di prima "Quello magari un'altra volta"
"Ale che vuoi?" lo guardò male il piccolo.
"Altro" sorrise il ragazzo "Prima mi provochi e poi vuoi cavartela solo con un pompino?" domandò poi.
"Come se i miei pompini non fossero ottimi" si pavoneggiò il piccolo.
"È passato troppo tempo..non ricordo" cantilenò Alessandro al suo orecchio "Mi rinfrescherai la memoria domani magari"
"Te lo puoi scordare" borbottò Riccardo, per poi sorridere.
Stava giocando, giocava sempre, persino in quei momenti così adulti.
Lui restava bambino in qualsiasi circostanza.
"Staremo a vedere" tirò corto Alessandro
per poi sistemare il corpo del più piccolo tra le sue gambe.
"Scherzavi prima vero? Non vuoi farmi male?" domandò Riccardo con un sorriso innocente.
Alessandro scoppiò a ridere "Per stavolta passo" sospirò "solo perché non voglio ritenermi il responsabile che ti fa salire sul palco di sanremo zoppicando" disse dandogli un bacio.
"Fai schifo" lo guardò male il ricciolino.
"Dimmelo tra dieci minuti" lo provocò Alessandro.
"Così poco?" lo prese in giro Riccardo.
"Va bene, diremo che sei caduto" tirò corto Alessandro.
"Smettila Alessandro, non mi farai male" borbottò il piccolo.
Poi, non ebbe più modo di dire altro, di nuovo senza fiato, di nuovo pervaso da quel piacere nuovo.

*spazio autore*
scusate l'assenza ma sono in viaggio.
a voi come va?
sono triste perché manca sempre meno alla fine ma mi sa che farò il secondo.

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