Il fuggitivo

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La sera è uno dei momenti più importanti della giornata. È l'attimo in cui dopo le fatiche del giorno, si può riflettere in tranquillità di quel che si è fatto e di quel che si poteva fare. È il momento in cui la luce inizia a calare e sorge un altro giorno. Alcuni la vedono come il momento del riposo e altri come il momento che precede la vita notturna. Una ragazza stava guidando la sua macchina lungo la statale. Era una tarda serata e in giro c'erano poche auto. In macchina con lei non c'era nessuno, ma si poteva sentire l'autoradio che trasmetteva un po' di musica house. Ad un certo punto la musica s'interruppe per il notiziario. L'annunciatrice diede la notizia di un brutale omicidio, avvenuto a pochi chilometri da lì. Il killer, ancora ignoto, aveva barbaramente ucciso il personale di un ristorante lungo una strada secondaria. Gli inquirenti temevano che l'assassino potesse nascondersi lì attorno e avvertivano tutti di prestare molta attenzione. La ragazza però aveva un problema. La benzina nel suo serbatoio stava finendo e, se non voleva rimanere a piedi, doveva per forza fermarsi a un distributore. Per fortuna ce n'era uno all'orizzonte e decise di entrare, cercando di fare tutto il più in fretta possibile. Dopo quello che aveva sentito alla radio, non le piaceva rimanere in giro troppo a lungo. Alla pompa di benzina trovò un uomo, vestito con la divisa della compagnia petrolifera. Era vecchio e malridotto, oltre che brusco, ma non appariva pericoloso. Gli chiese di farle il pieno. Lei rimase seduta dentro alla vettura, guardando continuamente gli specchietti retrovisori per tenere sott'occhio il benzinaio. Tutto appariva normale, ma la ragazza non si fidava di quel tipo. Attorno non pareva esserci nessun altro, anche se nell'edificio di fianco al distributore vi era una luce accesa e forse dentro c'era qualcuno. I secondi sembravano interminabili mentre il serbatoio si riempiva di benzina. La ragazza non riusciva a staccare gli occhi dagli specchietti, mentre il benzinaio manifestava una noncuranza un po' artefatta. Impaurita dal silenzio, la ragazza accese di nuovo l'autoradio. Ci fu un altro notiziario che diceva che la polizia non riusciva a trovare il killer. Non si avevano descrizioni né alcun identikit, ma adesso sapevano il modello della macchina con cui era scappato. Era una Ford blu, un modello di qualche anno fa. La ragazza si guardò intorno rapidamente. Ora che lo notava, c'erano un paio di auto parcheggiate di fianco all'edificio, in lontananza. Non poteva vederle bene, e neppure se ne intendeva troppo di auto, ma una era blu. Una macchina blu, di sicuro, e vecchia. Toc toc. Si gira di soprassalto e vide il benzinaio che bussava al finestrino. Le prese il crepacuore, ma l'uomo non aveva in mano nessuna arma. Anzi, le stava indicando qualcosa, forse proprio quell'auto blu. Che avesse sentito anche lui il notiziario? La ragazza tirò giù il finestrino, lentamente. «Sì?», chiese. «Per pagare deve andare là dentro. La cassa è là», le spiegò l'uomo. Detto questo andò a sedersi su una sedia qualche metro più in là. La ragazza prese la borsetta e scende lentamente dall'auto, guardandosi continuamente attorno. Ormai si stava facendo buio e l'illuminazione era scarsa. Comunque, il fatto che il benzinaio non la accompagnasse significava che là dentro c'era qualcun altro e che i due non erano soli. Quando entrò, infatti, vide una vecchia signora, forse la moglie, alla cassa. Il posto fungeva anche da minimarket, però, la ragazza si accorse che vi era anche un uomo sulla quarantina che si aggirava tra gli scaffali. Lo fissò per qualche secondo, anche perché sembrava non stesse comprando nulla. «Deve pagare la benzina?», le chiese la signora alla casa, distraendola dai suoi pensieri. «Sì – dice la ragazza, girando le spalle all'uomo. «Quanto le devo?». Qualche minuto dopo nello stesso distributore entrò un'auto. Procede molto lentamente. Alla guida c'era un ragazzo. Andò alla pompa di benzina ma non vide nessun inserviente. Si chiese se si trattasse di un distributore self-service, ma non vi era la macchinetta in cui introdurre il denaro. C'era però un'altra auto ferma lì. Un'auto blu. Provò a guardare dentro al finestrino ma l'abitacolo era vuoto. Decise allora di andare verso l'edificio a pochi metri di distanza, da dove arriva una luce. Quando fu quasi alla porta si vide piombare addosso un'ombra che stava uscendo di corsa. «Mi scusi, io cercavo...» La persona non rispose e corse via indisturbata. Il ragazzo si tocca la spalla dov'era appena stato colpito e vi trovò una macchia di sangue. A quel punto, ignaro del killer, entrò nell'edificio. A terra, crivellati di colpi, vi erano l'anziana cassiera, il benzinaio e l'uomo che prima stava girando tra gli scaffali. Uscì per chiamare la polizia e in quel momento vide la ragazza che era uscita dal luogo, che infilava una pistola nella sua borsetta, allontanarsi e capì che il killer, di cui si stava parlando alla radio, continuava a girare per la statale indisturbato.


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