Dire la verità

13 1 0
                                    

Perdere un figlio è alquanto tragico, ma se succede alle persone giuste, può smuovere montagne. Mio figlio Ismaele non ha mai avuto problemi nel fare amicizia, era il giocherellone della classe, quello simpatico, buffo, divertente. Ha sempre avuto un animo buono e gentile. Una cosa che mi rendeva fiero di lui. Gli ho insegnato tutto ciò che so. In particolare che la conoscenza è potere. E' morto due mesi fa lanciandosi da un cavalcavia, aveva 17 anni. Scrivo questo racconto per lui perché so che vorrebbe che ve lo raccontassi. Lui adorava navigare su internet. So che molti di voi conoscono Internet, ma non so quanti conoscono e come conoscone la Rete Oscura e tutto ciò che ha a che fare con il Dark Web. Il fatto è che io non sono pratico di queste cose e forse se avessi prestato più attenzione mio figlio sarebbe ancora vivo. Per favore, state lontani dal Dark Web.......  Il gioco si chiama "Veritatem Dicere", tradotto in italiano dal latino il nome ufficiale è "Dire la Verità" . Ho iniziato a notare la cosa solo nei suoi ultimi mesi. Problemi a scuola non ne ha mai avuti. Iniziarono un giorno, a scuola, quando si sedette dietro una ragazza della sua classe e le tagliò una ciocca di capelli dalla testa. Fui sorpreso e insospettito del suo comportamento. Diedi un'occhiata nel suo portatile e trovai dei filmati molto violenti, in cui si vedevano persone che venivano assassinate e sodomizzate. Nella sua stanza aveva cosparso del sale, soprattutto sul davanzale della sua  finestra.Qualche tempo dopo lo portammo dal dentista a causa di un'infezione su un lato della bocca. Il dentista lo esaminò e mi prese da parte per farmi sapere che mio figlio si era schiacciato tre denti, una forma di autolesionismo. L'ultimo suo strano comportamento è stato quando l'ho beccato in bagno e si stava incidendo una sorta di simbolo nel braccio, il tutto in live streaming. Ho pensato che il suo strano comportamento fosse un grido d'aiuto,  che fosse depresso e che avesse tendenze suicide. Fu ricoverato in ospedale per tre settimane e poi dimesso. Due settimane dopo, mio figlio è morto. Un mese prima della sua morte, ognuno dei membri della mia famiglia ha ricevuto un'email con scritto:

 "chiedi ad Ismaele della bambina che è morta in fondo alla strada. Chiedigli cosa sa. Fagli dire la verità."

 L'email proveniva da un mittente anonimo e quando la lessi ad Ismaele iniziò a diventare nervoso. Gli chiesi spiegazioni <Chi l'ha inviata? Voglio sapere se si tratta di una specie di scherzo oppure di una cosa seria>. Mi sono appoggiato al tavolo e ho incrociato le braccia, lui teneva la testa bassa, evitando il contatto visivo. <Non so cosa sia papà. Probabilmente qualche e-mail di spam o roba del genere>. Borbottò, quasi guardandomi, ma distogliendo sempre lo sguardo. <Un' e-mail di spam con il tuo nome e le informazioni sul crimine commesso in strada qualche settimana fa? Io non la penso così!>. Diede un'occhiata allo schermo per un momento. <Allora... c'è qualcosa che non stai dicendo a tuo padre?> Dissi, guardandolo di nuovo. <No>. Gli occhi gli si riempirono di lacrime mentre fissava lo schermo del pc. <Non so niente>. <Cosa sta succedendo Ismaele? Per favore, se non stai bene, ti preghiamo di dircelo, vogliamo aiutarti. Rivogliamo nostro figlio>. Misi le mie mani sulle sue, ma lui si staccò rapidamente e si asciugò gli occhi. <Non so niente papà, l'ho già detto. Sto bene.> Si alzò di scatto e si diresse verso la porta. Potevo sentire le  lacrime cominciare a formarsi nei miei occhi mentre lo vedevo allontanarsi. Mio figlio era irriconoscibile. Era diventato pelle e ossa, aveva delle borse sotto gli occhi come se non dormisse da giorni e mentre camminava dentro la sua stanza notai che i suoi abiti erano tutti sudati. Si avvicinò a me e mi sussurrò nell'orecchio <Ti voglio bene>. Poi uscì di casa per andare a scuola. Prima di varcare la soglia di casa, si fermò per un momento e mi guardò. Lo giuro su Dio, non avevo mai visto così tanto dolore negli occhi di qualcuno. Lasciò cadere una lacrima per terra mentre mi voltò le spalle di nuovo. Da qual giorno peggiorò ancor di più. Diventò ancor più magro, fragile, stanco e affaticato. Io e mia moglie abbiamo tentato di tutto, portandolo da vari medici, lo abbiamo anche allontanato da scuola pensando che ptesse essere un problema inerente i compagni di classe, abbiamo fatto tutto ciò che ritenevamo necessario per ripristinare la sua salute. Circa una settimana dopo la sua morte, mi sentivo come se mancasse metà di me. Non riuscivo al alzarmi al letto, a mangiare e neppure ad uscire di casa. Mia moglie passava ore nella sua stanza, era convinta che stare più vicina alle sue cose fosse come essere con lui. Andai pure al cimitero a trovarlo e a rileggere la frase scritta sulla sua lapide sotto il nome. <Ti pensiamo con amore, ma non è una novità, pensiamo a te ogni giorno che passa. Ti pensiamo in silenzio, spesso pronunciamo il tuo nome, tutto ciò che ci rimane sono ricordi e la tua foto in una cornice. Il tuo ricordo è il nostro ricordo da cui non ci separeremo mai. Ti vogliamo bene, ci manchi>. Tutto quello che potevo fare era pensare a Ismaele con il senso di colpa che mi divorava. Sapevo che la mia mail doveva essere piena di messaggi dei miei clienti e sapevo che sarei dovuto tornare a lavoro, presto. Per me, per mia moglie e per il resto della mia famiglia ancora in lutto. Due settimane dopo ho finalmente controllato. Nella parte superiore della mia casella di posta elettronica c'era una mail con mittente anonimo e nessun oggetto. Ho iniziato a piangere, desiderando che chiunque fosse non mi facesse più soffrire. Ma la curiosità ha avuto la meglio su di me e l'ho aperta. Vorrei tanto non averlo fatto. L'email non era altro che una frase scritta in maiuscolo che recitava: "L'ha fatto è il gioco non e ancora finito". Facendo delle ricerche ho capito cos'era successo a mio figlio, era entrato nel Dark web. Si tratta di una rete informatica illegale nascosta di internet a cui non tutti possono accedervi. Lì, dopo molte ricerche riuscì a trovare un gioco chiamato "Veritatem Dicere", quando lo selezionai col mouse trovai diverse chat a qui partecipare. Tra di esse, trovai una chat chiamata "HOLY3". Le persone che l'hanno provata hanno affermato di essersi sentiti a disagio e di averla abbandonata dopo pochi minuti in preda a degli attacchi di panico. Non esistono purtroppo delle prove certe di ciò che affermano ma le fonti col passare degli anni aumentano sempre più. Ciò che fa pensare sempre più alla veridicità di tali fonti è che di questo argomento se ne parla dal 2009. Se si fosse trattato di una trovata pubblicitaria per un qualsiasi film dell'orrore esso sarebbe uscito ormai da diverso tempo. Trovare la vera "HOLY3" non è stato affatto semplice perché spesso il sistema mi orientava verso chat fittizie. Ho dovuto avere molta pazienza, inoltre quando iniziavo dovevo fare attenzione a fare le domande giuste, aspettare e sperare che le risposte fossero sincere. Una volta trovata la vera chat, mi ritrovai davanti una pagina bianca. In essa erano presenti tre moderatori:

I Racconti del DelirioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora