Salve a tutti e bando agli incovenievoli, mi presento mi chiamo Lucifero e non si tratta di un gioco del destino, per il quale ho avuto la fortuna o la sfortuna di avere questo nome, dipende dai punti di vista. Sono proprio io, l'unico ed il solo principe delle tenebre, il più bello tra gli angeli. La mia storia più o meno la conoscete tutti, forse sarebbe più giusto dire che da sempre sono stato dipinto come l'essere spregevole e senza cuore che in realtà non sono. Tentai di sovvertire le posizioni di classifica con l'onnipotente e per questo fui punito e gettato all'inferno. Questo si dice di me, ma lasciate che vi racconti la mia versione dei fatti:
Tanto per cominciare io esisto e ve lo dimostrerò, potete anche chiamarmi Satana o Beelzebub, se preferite, a me piacciono tutti i nomi che mi vengono attribuiti. Cacciato nelle profondità infernali, dopo la caduta, non ho mai avuto la possibilità di raccontare la storia dal mio punto di vista. La mia versione dei fatti è sempre stata oscurata da un Dio onniscente, terribimente noioso e sopratutto dalla chiesa con i suioi seguaci, che tutt'oggi portano avanti questa tesi. Ho deciso di vivere come un comune mortale nei panni di un uomo qualsiasi in Italia, ed in particolare a Venezia. Devo ammettere che non è affatto male la vita di un comune mortale. Ricca di piaceri e colma di vizi. Ahimè, per dimostrare di essere un angelo e non un demone, dovrò saper gestire tutto questo senza eccellere. Girovagare tra le vie della città sull'acqua, tra le altre anime perdute che la popolano è un problema serio. All'improvvisso, durante una passeggiata mattutina, incontrai Diana. Una donna bellissima e così irresistibile da farmi perdere la testa. Cedo così alla lussuria e al piacere della carne. E' proprio difficile comportarsi egreggiamente in quest'epoca colma di depravazioni e ricca di perbenismo. Dopo qualche drink in piazza San Marco, la invito in uno dei miei appartamenti e lì, ubriaca più che mai, lascio che si addormenti, coprendola con una coperta. Accendo la radio e sorrido sulle note armoniose degli "Stones", che intonano la mia canzone "Sympathy for the Devil" . A quel non posso fare altro che procedere con la cena, scelgo con cura il coltello più affilato e inizio ad incidere lievemente. Fuoriesce un po' di sangue, il suo polso delicato è così invitante. Assaggio la sua più prelibata bevanda, che raffinatezza, maglio di un Brunello di Montalcino. Forse mi sto facendo prendere un po' la mano, tant'è che si sveglia di colpo, mi scruta terrorizzata e grida a squarciagola. Immerso nel mio piacere le mie sembianze riprendono la forma naturale. La poveretta non vede più l'uomo affascinante visto poco prima, ma il demonio per come lo immagina nelle sue più infime paure. Carnagione rossa, corna, zoccoli e occhi famelici. Neanche il bisogno di zittirla che la ragazza sviene nuovamente. Sorrido pensando all'ingenuità delle ragazze come lei. La prendo in braccio e la porto in cucina, iniziò ad affettarla per bene, poi la cospargo di spezie e la metto in forno con patate e rosmarino, squisita. Non sarò mi un buon angelo, tuttavia posso vivere sulla terra al pari di molti uomini, non certo migliori di me.
Non si giudica il soggetto dal quadro. Quel riflesso della tempera sulla tela non è il diavolo. È lui l'angelo meraviglioso del paradiso. È lui l'apoteosi dell'ingegno celestiale. Certo non si stuzzica un animo così fallace. Non si getta il fuoco sull'infiammabile. Ma costantemente mi domando, mio Dio dal celato gusto sadico, se volevi che scampassimo alla tentazione perché facesti Lucifero di così tanta bellezza? Quello sguardo mistico e sofferente ai miei occhi è più forte di un magnete. Quelle ossa dove una volta si ergevano delle candide ali da serafino, adesso sono un'intricata foresta di secchi rovi, spezzati e dolenti, che con dolci parole e amorevoli gesti spero di risanare. Questa non è l'immagine di un mostro, nossignore! È un'opera d'arte marmorea, perfetta e irripetibile, ma sfracellata al suolo e fatta a pezzi. Il frastuono della caduta perdura nei millenni come un'eco rimbombante. Quelle labbra scheggiate, io mi chiedo con cuor profano, hanno mai baciato prima d'ora? Quel cuore spaccato ha mai conosciuto il vero amore, la passione o la pietà? Quel cranio fracassato ha mai partorito soavi parole, dolci armonie o creature variopinte? Perché il mondo ricorda di quell'essere solo colpe e misfatti? Uno scrittore dannato lo inviterebbe a sorseggiare dell'elegante vino Château Lafite-Rothschild, una pittrice pazza gli chiederebbe umilmente di fargli da musa, un musicista lo ascolterebbe per cavare dalla sua voce una soave musica, mentre una poetessa gli donerebbe una poesia straripante d'amore e di pazzia. I suoi baci sono ardenti, infuocati, che ustionano le labbra e vi lasciano un segno. I suoi abbracci sono una gabbia, dove lo stesso prigioniero si rinchiude e getta la chiave. Le sue carezze vigorose che penetrano nella carne e sfiorano l'anima. A far l'amore con Lucifero ci vuole un cuore incandescente, che sostenga le fiamme della sua ira, della sua lussuria, della sua gelosia. Che non si spenga nel gelo del suo antro al centro dell'inferno. Che palpiti al pari di un dolce canto che con delicatezza plachi il suo eterno dolore.
Lucifer Morningstar
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I Racconti del Delirio
Misterio / SuspensoUna raccolta di tutte le storie che ho scritto nel corso degli ultimi anni da quando ho sviluppato la passione per la scrittura. Le storie si differenziano per personaggi, ambientazioni ed eventi, oltre che per la loro lunghezza. Ogni racconto e fru...