L'ultima sigaretta

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I figli sono tutto il mondo per alcuni genitori. Sono la cosa più importane per cui come padre o come madre faresti qualsiasi cosa per loro. Faresti qualsiasi cosa per proteggerli, per aiutarli e per farli stare meglio. Era una bella serata di febbraio, al bar della città una giovane e attraente madre stava seduta da sola al bancone del locale in attesa di incontrare qualche affascinante individuo che le avrebbe cambiato la serata. Era un bellissimo locale, ci andava da quand'era piccola, con su madre. Lei dopo la portava sempre sopra la collina per vedere il grande ciliegio che si ergeva lì. Quello era il suo rifugio, il luogo dove conservava tutti i suoi bei ricordi. Dopo aver avuto una brutta giornata al lavoro non voleva far altro che bere in compagnia e passare una splendida serata. Non aveva amiche con cui addolcire quei momenti, il lavoro impegnava quasi tutto il suo tempo settimanale e suo figlio il restante tempo libero. Un uomo di circa trent'anni le si avvicino e propose di offrirle da bere. Si chiamava Giovanni, faceva l'operaio in un cantiere edile. I due parlarono per un po', ad un certo punto lui le chiese se era sposata e lei le rispose di essere divorziata e di avere un figlio di circa 10 anni. L'uomo si mise a ridere e disse di dover andare un attimo in bagno, si alzò e si diresse lì. Lei era tesa e perciò decise di uscire un attimo dal locale per fumare una sigaretta. Aveva iniziato a fumare da qualche anno, ma la tranquillizzo. Prima di rientrare nel locale vide l'uomo che parlava con un'altra donna e capì che l'aveva scaricata. Decise di calmarsi e di andare a bere da un'altra parte per incontrare qualcun'altro. Mentre se ne andava ripensò a cosa aveva detto per portare quell'uomo ad abbandonarla senza neppure dire una parola. Pensò in quel momento a sua sorella, da piccole sua madre le scambiava sempre, anche se in realtà era figlia unica. Si domando se quell'uomo le avesse involontariamente scambiate. Poi si ricordò della sua risata maligna, dopo che ella citò suo figlio. A quel punto decise di fumare la sua seconda sigaretta e tornò indietro per recuperare qualcosa che aveva lasciato al bar. Tornata a casa con la sua auto andò ad avvisare la babysitter del suo rientro, pagarla e si diresse verso la camera da letto di suo figlio per dargli il bacio della buona notte. Il bambino dormiva beato nel suo lettino e lei lo guardò con aria serena e tranquilla. Dopo aver aperto un po' la finestra della cameretta per garantirli una buona aerazione e chiuso la porta d'entrata alla stanzetta per evitare di svegliarlo con qualche rumore assordante, si diresse verso il soggiorno per sedersi sulla sua comoda poltrona. Mentre si scompigliava la sua abbondante chioma di capelli neri decise di fumare la sua terza sigaretta, sapeva che a minuti avrebbe acceso la quarta; Ecco, quello di solito era il momento in cui entrava in scena sua sorella, rifletteva, guardando le sue mani. Sapeva che ormai era tardi, non poteva ritirarsi, il misfatto era quasi consumato, ed ella non era abituata a lasciare le cose a metà. Prima che la paura s'impadronisse della sua sicurezza innata, le rimaneva solo una cosa da fare, alzarsi e guardare per l'ultima volta quell'uomo che l'abbagliò al bar, ingannandola, e ammazzarlo all'istante affinché non soffrisse più. Sapeva che ormai era l'unica cosa da fare, si diresse verso la sua auto, aprì il bagagliaio e pose fine alla vita di quel meschino impomatato legato e imbavagliato lì dietro, con una pugnalata alla gola e via... lo gettò nella fossa dietro al grande ciliegio sulla collina. Quello dove sua madre, da piccola, la portava sempre per rilassarsi un po'. Era la quinta buca che riempiva in una settimana... ma sapeva che non sarebbe stata l'ultima sigaretta che avrebbe fumato in vita sua. Una donna ferita è pericolosa perché mette la vendetta prima di ogni cosa.

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