Gioco ad Halo da quando ero piccolo. E' stato uno dei miei primi giochi e perciò ci sono abbastanza affezionato ed è anche il motivo perché ho preso una xbox one al posto della playstation 4 nonostante tutti i miei amici possedessero quest'ultima. Mi sono così ritrovato a giocare da solo ad Halo 5 sia alla campagna in singol player che al multiplayer. Mi sarebbe piaciuto giocare con qualcuno che conoscessi di persona dato che non sono proprio il tipo che va a cercarsi gli amici online. Per questa volta decisi di fare un'eccezione. Iniziai a scrivere su un Forum di Halo se qualcuno fosse interessato a giocare con me una partita amichevole. Una di quelle in cui ci coalizzavamo contro altri giocatori o contro i nemici del gioco stesso. Durante la prima settimana non arrivò nessuna risposta. Dopo qualche giorno mi arrivo un messaggio su xbox live da un certo player117. Dal nome pensai si trattasse di un fan della saga e che mi avesse scritto per via del messaggio sul Forum. Il messaggio diceva "Ciao, ho letto il tuo messaggio sul dibattito di Halo, ti va di diventare il mio compagno perfetto?", all'inizio non capì cosa intendesse con questo "compagno perfetto" e decisi di lasciar perdere. Gli risposi che ero contento che qualcuno mi avesse scritto dato che ormai stavo perdendo le speranze. Ricordo che mi rispose pochi secondi dopo avergli inviato la mia risposta, come se la stesse aspettando impaziente di poter parlare ancora con me. Mi scrisse di trovarci nel pomeriggio di quel giorno alle 16:00, infine mi mandò una richiesta d'amicizia e io accettai. Come concordato ci trovammo a quell'ora. Presi le mie cuffie ed esordì con un semplice "ciao", poi gli chiesi a che difficoltà volesse iniziare a giocare. Mi rispose di voler cominciare a difficoltà leggendaria. In Halo, come in pochi altri giochi come ad esempio The last of us, esistono 4 livelli di difficoltà. La Leggendaria è la più difficile, si tratta dell'equivalente di sopravvissuta. Rimasi deluso da questa sua scelta perché io volevo solo divertirmi con qualcuno e invece lui sembrava essere sempre all'erta, come se stesse cercando di capire se fossi davvero un fan di Halo. Successivamente, mentre giocavamo mi chiese il mio vero nome. Io glielo dissi e gli risposi che poteva chiamarmi tranquillamente Michele anziché con la mia gamertag "EliteHammer". Un gamertag è il tuo alter ego nel mondo di Xbox. È composto da un alias, un'immagine o un avatar facoltativo, denominato gamerpic, oltre che da alcune info per rappresentarti quando giochi e condividi contenuti con altri nella community di Xbox. Lui mi rispose quasi subito "Io mi chiamo John117". Trovai parecchio strano il fatto che si chiamasse come il protagonista del videogioco. Poco dopo senti al microfono una strana risatina, un po' inquietante. Pensai che mi stesse prendendo in giro ma non avevo voglia di litigare e perciò lasciai perdere. Di situazioni strane da lì in poi c'è ne sono state parecchie. Passarono sei giorni e io e John stavamo giocando la sesta missione della campagna sempre con la stessa difficoltà. Il motivo era che lui sostenesse che le altre difficoltà fossero solo per i dilettanti e per le femminucce. Poi iniziò a raccontarmi che lui fosse in possesso di tutti i cd della saga comprese le edizioni speciali. In oltre aveva anche tutti i libri e i fumetti collegati alla trama del gioco. Mi domando se li avessi pire io. Gli risposi che avevo venduto alcuni dei miei vecchi giochi con la mia precedente xbox 360 per fare spazio ai nuovi e per ricavarne un po' di soldi per comprarne di nuovi. Fra di essi vi erano pure Halo 1 e 2 che ormai conoscevo come le mie tasche. A quel punto sentì uno strano rumore provenire dal microfono, come se si fosse rotto qualcosa seguito da alcuni sussurri. Gli chiesi se andava tutto bene. Lui dapprima iniziò a respirare pesantemente e poi disse "Non avresti dovuto farlo, collezioni come queste sono inestimabili. Non capisci che così stai facendo il gioco di quei dementi che giocano a Call of Duty. Tu non sei un vero fan come me" Io come appassionato di giochi d'azione e sparatutto ne avevo alcuni di Call of Duty ma non glielo dissi perché dal suo tono mi sembrava particolarmente nervoso. Un pomeriggio feci tardi a causa di alcuni impegni universitari e mi ritrovai alle 17:00 ad accendere il pc, cioè un'ora di ritardo. Qui trovai almeno 10 messaggi, si domandava che fine avessi fatto ponendo alcune frasi come delle minacce alla mia persona. L'ultimo diceva "Io ero convinto che tu fossi il mio compagno perfetto, ma evidentemente mi sbagliavo". Cominciai a pensare che ci fosse qualcosa che non andava in lui, così decisi di spegnare la xbox e di non giocare per qual pomeriggio. Prima che potessi farlo mi arrivò una richiesta di gruppo proprio da lui. Non sapevo se accettare o meno, alla fine lasciai perdere e decisi di entrare nella comitiva. Sembrava particolarmente arrabbiato, come se gli avessi fatto un torto o fossi arrivato in ritardo. Mi disse che mi stava aspettando da un po' e che lui aveva rinunciato ai suoi impegni per poter giocare con me. Poi mi disse di nuovo quella strana frase "sto cercando il mio compagno perfetto, non vuoi diventarlo?". Si sentì di nuovo quella risata inquietante dall'altra parte. Dopo che finimmo di giocare in quel pomeriggio decisi di andare a visitare il suo profilo, cosa che non avevo mai fatto prima. Mi ero limitato solamente ad accettare la sua amicizia. Notai subito che come Avatar aveva uno di quelli predefiniti della xbox one però con alcune modifiche che lo facevano assomigliare a Master Chef. Guardando fra gli obbiettivi di gioco completati vidi che vi erano solo quelli di Halo, però erano tutti, non ne aveva saltato nemmeno uno. Tuttavia non mi stupì perché era chiaro fosse un fan sfegatato della saga e che vi era fissato. Per ultimo guardai fra gli amici, non vi era nessuno tranne me. Neppure altri follower che lo seguivano. Nella descrizione del suo profilo vi era la sua solita frase: "Sto cercando il mio compagno perfetto". Cominciai davvero a trovare seccante questa situazione e decisi di cambiare il mio profilo in off-line. In questo modo John non avrebbe più potuto vedere quando mi sarei connesso. Quando ricominciai a giocare ad Halo da solo quella sera mi arrivarono diverse richieste di gruppo sempre da lui, forse sperava che mi fossi collegato e che gli rispondessi. Mi inviò un messaggio dicendomi "So che ci sei, perché non rispondi?". Non immaginate quanto la rabbia mi avesse sopraffatto in quel momento. Decisi di risponderli solo per porre fine a questa storia una volta per tutte. Così gli scrissi: "Lasciami stare, mi sono stancato di giocare con te, sei una persona ingestibile e ho deciso di giocare da solo, per ora". Lui mi rispose in un modo veramente assurdo: "Mio caro Michele, credi che ti lascerò andare così facilmente, tu sei il mio compagno perfetto, vieni a giocare con me". A quel punto iniziai a preoccuparmi e perciò decisi di bloccare il suo profilo così che non potesse più contattarmi. Continuai a giocare per circa una settimana. Ad un certo punto trovai un messaggio, scritto in un'altra lingua però, da un certo RememberMe00. Era in inglese, lo tradussi usando google e a quel punto rimasi di sasso per ciò che c'era scritto: "Tu non sei il primo e di certo non sarai neppure l'ultimo, c'è ne sono stati altri prima di te e di certo ne troverò ancora. Troverò il mio compagno perfetto". Nel gennaio del 2019, iniziarono ad arrivare diverse chiamate da un numero sconosciuto al mio cellulare. Le cose diventarono strane quando qualcuno iniziò a chiamare i vari membri della mia famiglia minacciandoli di morte. La cosa durò per mesi finché non ci rivolgemmo alla polizia e si scopri da dove arrivarono le chiamate. Dal mio telefono. Fui sconvolto come tutti in famiglia. Mi iniziarono ad accusare di aver perpetrato chissà quale strano scherzo malato per il mio divertimento personale. Pensavano davvero di aver risolto il mistero, ma non fu così. Perché una volta che il mio telefono fu sequestrato e bloccato, le chiamate continuarono ed arrivare con la stessa frequenza. La cosa peggiore era che il molestatore riusciva a descrivere i momenti della giornata della mia famiglia e anche la nostra conversazione con la polizia. Le forze dell'ordine iniziarono anche a pensare che potesse essere tutta una storia inventata di sana pianta. Ma dovettero ricredersi quando altre due famiglie della zona si trovarono nella stessa situazione con i loro figli. Sapevo che era ancora lui. Da allora non giocai più ad Halo online e anche quando lo facevo da solo a casa mi ricordava quello strano individuo.
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I Racconti del Delirio
Mystery / ThrillerUna raccolta di tutte le storie che ho scritto nel corso degli ultimi anni da quando ho sviluppato la passione per la scrittura. Le storie si differenziano per personaggi, ambientazioni ed eventi, oltre che per la loro lunghezza. Ogni racconto e fru...