Un decimo di secondo

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Avrò avuto 26-27 anni. Ero a caccia come al solito, in un bosco davvero isolato dell'Ontario settentrionale. Li non ci sono strade principali, al massimo qualcuna forestale. Avevo portato con me il mio fedele compagno canino, Ciro. Ero in ritardo nella stagione degli orsi, perciò ero sicuro di essere da solo all'interno del mio quadrante. Mi ero accampato vicino ad un fiume ed avevo iniziato a cacciare nei dintorni. Il giorno dopo ricordo di essermi imbatutto nelle tracce di un orso, che decisi di seguire per un paio d'ore, senza risultati. A un certo punto vidi un'uomo, con il suo cane, che girava per quella zona, probabilmente un'altro cacciatore. Egli mi salutò e poi sorrise, come per augurarmi una buona giornata. Da qui in poi tutto prese una piega confusa, perchè ricordavo di aver seguito le tracce del grizzly mantenendomi sempre a sinistra, ma stavolta, tornando indietro, avevo notato delle altre impronte umane. Certamente non potevano essere mie ed andavano verso ovest. Il mio cane non sembrava fiutare nulla di particolare, perciò non ebbi la minima preoccupazione. Arrivai al campo verso il tramonto e mi preparai una cena veloce. Verso sera, mi fumai un sigaro e successivamente mi addormentai. A mezzanotte circa lo schiocco di un ramo interruppe il mio sonno e con l'esperieza che avevo allora nella caccia solo due cose potevano spezzare rami, gli animali e le persone. Cercai immediatamente il fucile e la torcia elettrica, individuati, andai fuori a controllare. Scansionai l'area per circa 100 metri con la luce della torcia, quando improvvisamete Ciro impazzi e iniziò ad abbaiare. Rinchiava furioso e avanzava nel bosco. Cercai di tirare più volte il guinzaglio per trattenerlo o farlo rallentare, ma ad un certo punto notai un paoi di occhi che mi fissavano e un ringhio feroce che fuoriusciva dall'ombra. Così mi ritirai lentamente verso il campo, con l'inquietante sensazione di essere osservato durate l'intero tragitto. Ero profondamente a disagio e non chiusi occhio fino al mattino. Quando finalmente mi addormentai per un paoi d'ore.

Tornai a caccia per tutto il pomeriggio e sfruttai quel pretesto per cercare impronte o indizi sulla presenza di qualcuno. Non notai nulla di strano, niente di niente. Tornata la sera il mio cane si scatenò di nuovo, non lo avevo mai visto in quello stato. Si era allarmato e in poco tempo lo divenni anch'io. Rimasi a guardare la linea degli alberi con la torcia, finchè non crollai esausto. Mi svegliai intorno alle 3 sudato, confuso e alcuanto affamato. Uscì dalla tenta ed iniziai a scandagliare nuovamente l'area, in preda alla paranoia. Mi allontanai più o meno di 300 metri dalla tenda, quando in lontananza... notai... un cervo. Armai il fucile e sistemai il mirino laser, poi guardai attraverso l'obiettivo e mi prerarai a fare fuoco. Ero molto concentrato e mi prudeva il dito del grilletto, a quel punto il mio cervello inviò il segnale elettrico necessario alla mia mano per premerlo e lì, in un decimo di secondo prima di sparare, vidi un'ombra sollevarsi davanti a me da terra. Non sono riuscito a fermarmi. Dopo aver fatto fuoco, ho visto il cervo fuggire, anzichè cadere. Speravo di averlo almeno ferito, ma io avevo mirato alla giugulare, forse avevo colpito qualcos'altro.

Mi diressi lentamento in quel punto del bosco. Pregai si trattasse di un'animale, ma non era un animale. Ero pietrificato, non riuscivo a dire una parola. Notai solo il suo aspetto trasandato. La cosa che mi turba più di tutte erano i suoi occhi spalancati, completaente privi di vita. Solo decimo di secondo, tutto qui il tempo che ci era voluto per spezzare una vita e distruggerne un'altra. Non sapevo che fare, rimasi in silenzio, temevo ci fossero altre persone in zona. Non potevo lasciarlo lì, così decisi di seppellirlo. Ero senza una pala, quindi scavai con le mani, fino a spezzarmi le unghie. Ciro intanto era sempre in allerta, come un bravo cane da caccia. Riversai il corpo nella buca e lo ricopri sempre usando le mani. Mi sentivo come se il mondo si fosse capovolto. Io ero il cane, ora, e lui il padrone. Appena finito, mi diressi verso la tenda poco distante da quella zona e quando la raggiunsi cominciai a raccogliere le mie cose. Ad un certo punto Ciro inizò a produrre dei piccoli versi, come se fosse intimorito da qualcosa, e guardandomi intorno notai vero est come delle piccole luci. Erano sempre più brillanti e si intravedevano appena. Poi in pochi minuti sopra la mia testa iniziarono a passare stormi di uccelli, come se fossere diretti tutti verso ovest per una migrazione. Mi accrosi solo allora cos'erano quelle luci. Fiamme!

Ci fu un incendio quel giorno. Era notte e non accennava a rallentare. La situazione andava di male in peggio, e insieme a Ciro mi ritirai il più velocemente possibile in una grande vallata aperta, ai piedi di un'enorme foresta a ovest, un migliaio di ettari di pini alti e densi, tutti verdi e pieni di resina. All'improvviso, si alza un vento selvaggio, portandosi dietro un maremoto di tizzoni e fiamme che travolge ogni albero e così, in un batter di ciglia, l'intero tratto si trasforma in un altoforno, il fuoco è dappertutto intono a noi. Per fortuna individuai una serie di rocce abbastanza grandi da salirci sopre. E poi... proprio dal cuore delle fiamme, all'improvviso sbuca fuori... un orso. Era un orso avvolto dalle fiamme. E corre veloce. Molto veloce. Lo vidi sfrecciare davanti a noi, non si ferma, si getta dritto nell'oscurità. Quell' orso in fiamme è stata la cosa più bella e più incredibile che io abbia mai visto.

Il corpo di quell'uomo venne rinvenuto completamente carbonizzato. Le autorità non si scomodarono neppure a cercare altre possibili cause della morte. Date come era ridotto, non li posso biasimare. Ho tirato un sospiro di sollievo dopo quei giorni di attesa e sono potuto tornare tranquillamente alla mia vita. Non ho mai saputo chi fosse, pare fosse ridotto così male che l'identificazione non fu possibile. In questi giorno penso che Dio esiste e mia ha concesso una seconda chance di diventare un tiratore migliore e un cacciatore migliore. Tornerò il prossimo anno e mi troverò un compagno diverso da un cane. Così potrò essere molto più prudente.

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