Era una notte buia e uno strano silenzio avvolgeva la città. Teresa era nel suo letto, ma non riusciva a dormire. Si girava e si rigirava tra le lenzuola mentre mille pensieri le affollavano la mente: i compiti, l'interrogazione, la partita di pallavolo del giorno dopo, i nuovi compagni che aveva appena conosciuto, quel ragazzo carino seduto all'ultimo banco...Che cosa difficile, trasferirsi in una nuova città, iniziare l'anno in una nuova scuola, lasciare tutti gli amici...I nuovi compagni erano strani: tutti ordinati, silenziosi, diligenti. Tutti con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Lei, con i suoi ciuffi castani e ribelli, spiccava come "diversa" ...Tutta la città era strana: non c'erano cartacce per terra, nessuno parlava a voce alta, tutti tenevano gli occhi azzurri bassi e si muovevano come...come zombie. Ma la cosa più strana di tutte era l'assenza di rumori. Troppo silenzio. Anche ora, nella sua nuova camera, nel suo letto sconosciuto, Teresa ascoltò il silenzio. Nella sua vecchia casa sentiva il traffico della strada, le grida dei passanti, i clacson delle macchine. Ma qui no: qui non si sentiva niente... La notte era perfettamente nera e silenziosa. Ad un tratto udì un rumore, e ne fu sollevata: allora anche lì qualcuno era in giro quando calava il sole! si accoccolò tra le coperte e si preparò a dormire. Ma proprio mentre si appisolava, si rese conto che i suoni che sentiva erano strani. Anche più strani del silenzio. Era come se tutte le porte delle case della sua via si fossero aperte e poi richiuse all'unisono, e se tanti passi risuonassero sui vialetti che conducevano in strada. Tutti nello stesso momento, ordinati e diligenti come i suoi nuovi compagni. Si alzò, andò alla finestra e lì vide una cosa davvero bizzarra: tutti gli abitanti del quartiere, i suoi silenziosi vicini, erano usciti di casa, vestiti di tutto punto, nel cuore della notte. E camminavano verso la piazza principale, un piede davanti all'altro senza guardarsi, in perfetta sincronia. Come se fossero addormentati o come se fossero...In un attimo Teresa fu in strada, con una felpa infilata sopra al pigiama, per seguire quella strana processione. Arrivò nel palazzo del municipio e vide che tutti entravano nell'edificio. Seguì la folla e si intrufolò nella sala principale, dove tutti si erano seduti con gli occhi rivolti al palco. Si nascose dietro la porta e attese. I cittadini rimanevano immobili, seduti, fissando il palco della sala vuoto. A un certo punto, molto, molto, molto lentamente, il sipario del palco iniziò ad aprirsi, rivelando un'immagine gigantesca stampata su un cartellone. Era una foto ingrandita, e lei all'inizio non capiva chi o cosa ritraesse. Man mano che il sipario si apriva, si intravedevano i particolari. Era una persona. Si vedevano le mani, con lo smalto blu. Era una ragazza! Lentamente, le tende rivelarono le orecchie: portava orecchini piccoli, a forma di cuore. Istintivamente, Teresa si portò le mani ai lobi. L'immagine diventava sempre più chiara: ecco la maglietta gialla, i jeans scoloriti, il neo sul collo, la piccola cicatrice sul braccio, ciuffi ribelli dai capelli castani era...lei. La foto che tutti stavano fissando ritraeva lei. Nell'istante in cui la ragazza se ne rese conto, tutti i cittadini si voltarono all'unisono e, come se avessero sempre saputo della sua presenza, la fissarono. Potè vedere che i loro occhi non erano azzurri, ma di un verde intenso e chiaro, innaturale...E di colpo si svegliò. Era nella sua nuova camera, nel suo nuovo letto, nella nuova casa. I raggi del sole le accarezzavano il viso, mentre i rumori della strada riempivano la stanza. Era stato solo un sogno! si stiracchiò, scese a fare colazione, si vestì e uscì di casa dandosi della stupida. Come aveva potuto farsi spaventare da un sogno? Come aveva potuto pensare che quella città fosse così silenziosa? Ora sentiva tutti i rumori, i suoni, le risate... Arrivò a scuola leggermente in ritardo. Erano già tutti entrati! Quando entrò in classe vide i suoi compagni chinati sui libri, stavano facendo un esercizio. Entrò scusandosi e si diresse verso il suo posto. Senza pensarci, gettò uno sguardo verso il ragazzo carino dell'ultimo banco, che in quell'istante alzò la testa e la guardò sorridendo. Lì, vide nell'azzurro dei suoi occhi un riflesso verde. Non era stato un sogno. Non si sentiva più tranquilla.
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I Racconti del Delirio
Mystery / ThrillerUna raccolta di tutte le storie che ho scritto nel corso degli ultimi anni da quando ho sviluppato la passione per la scrittura. Le storie si differenziano per personaggi, ambientazioni ed eventi, oltre che per la loro lunghezza. Ogni racconto e fru...