Il manoscritto di Wade

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Esiste un libro o forse solo un foglio, nascosto da qualche parte nel mondo. Potrebbe anche essere a casa tua, sembra si tratti di un manoscritto datato 18 agosto 1846. Si dice sia firmato col nome di Wade, comunque sia non si sa cosa ci sia scritto. Qualcuno dice che si tratti della verità sull'universo, altri dicono che si tratti di un semplice foglio vuoto. L'unica cosa certa che si sa è la data, la firma e quello che, a quanto dice qualcuno, accade a chi legge questo manoscritto. Si dice che si muoia all'istante, oppure che si soffra lentamente per il resto della vita. In tanti affermano di aver conosciuto qualcuno che lo ha letto ed è scomparso dalla loro vita, senza lasciare traccia. Io so solo che è un manoscritto firmato da Wade. E' datato 18 agosto 1846. Questo è tutto ciò che so. Se mai troverai un documento simile non leggerlo, fermati alle prime righe. Qualunque cosa sia non vale una sola vita umana, contattami, cerca in tutti i modi di non leggerlo e contattami, per me è molto importante. Ricorda, non leggerlo, potresti non sopravvivere. 18 agosto 1846, Wade. Secondo un'antica leggenda, il manoscritto un tempo era conosciuto con un altro nome, "il tomo di Uskebasi". Questo interessante testo sarebbe stato la rovina dei più curiosi, che alla ricerca della conoscenza suprema avevano finito per trovarla e rimanerne scottati dalla sua potente luce. L'origine del manoscritto è alquanto insolita, si racconta che durante il suo regno, re Salomone, il piu' grande re d'Israele, benedetto da Dio con la saggezza degli anni che nessun mortale avrebbe mai incontrato, divenne ossessionato dalla ricerca della conoscenza durante il periodo di punta del suo potere. Egli era solito circondarsi di una moltitudine di saggi e uomini di grande esperienza, fece loro domande su ogni genere di sapere, dalle arti arcane alle scritture perdute, qualunque cosa gli passasse per la testa. La domanda che piu' lo ossessionava, tuttavia, era la piu' antica di tutte: "qual'e' il senso della vita?". Egli lo domando' a centinaia di uomini saggi, finche' incontro' fianalmente Uskebasi, un anziano pellegrino indiano, del lontano oriente. La leggenda vuole che Uskebasi fosse legato a qualche divinita' pagana, ed era solito montare un coniglio bianco delle dimensioni di un bue, con gli occhi rossi e che si muoveva silenziosamente come un'ombra tra il giorno e la notte. Uskebasi decise di ritirarsi in solitudine dentro una grotta e rimase in silenzio per 10 anni, durante i quali medito' sul significato della vita. Alla fine di questo lungo periodo di meditazione egli aveva trovato la risposta alla domanda del re, "il segreto della vita", ma la verita' era cosi' orribile da portarlo a decidere di non dirla a nessuno, poiché solo all'udire certe verita' un uomo poteva essere condotto alla pazzia. Egli invece scrisse tutta la sua scoperta in un misterioso tomo, non si sa di quante pagine, può darsi una sola o forse centinaia, e nascose il tomo dentro la caverna affinche' nessuno avrebbe mai potuto trovarlo. Successivamente, si tolse la vita, suicidandosi con un grosso coltello. Si racconta che, dopo quell'orribile atto, il suo spirito galoppo' attraverso il mondo, cavalcando il suo bianconiglio, in quello stato di immortalita' che gli Dei gli garantirono per la sua saggezza, e da quel giorno fu conosciuto come "il signore del Silenzio". Molti anni dopo, alcuni monaci cristiani ritrovarono il tomo dentro la grotta, e lo lessero. Sulla copertina in pelle del libro vi era scritto: "Io sono Uskebasi. Io sono colui che e' il silenzio. Io ho tutte le risposte ai tuoi interrogativi. Domandami e verrai soddisfatto. Ma poi svanirai nella pazzia". Ogni monaco che lesse il successivo contenuto, divenne pazzo a tal punto da togliersi la vita. Chiunque, da coloro che avevano una volontà più ferra fino ai più ingenui e spensierati con tutta una vita da vivere ancora, facevano quella fine. I leaders dei vari ordini decisero in seguito di proteggere il mondo da quelle terribili verita', cospargendo il volume con un veleno permeabile, che poteva uccidere un uomo in pochi minuti, ma senza sofferenza, solo con la follia. Cosi' la leggenda dice, che da quel giorno, chiunque avesse semplicemente toccato quel libro sarebbe incorso in una morte insana, solitamente uccidendo se stessi dalla pazzia, anzichè dallo shock ricevuto nel ricevere la risposta contenuta nel libro di Uskebasi. Ciò portò tuttavia la gente a credere che fosse il veleno la causa delle morti misteriose e non il vero contenuto del libro. Fu così che la leggenda proseguì, finchè il tomo non venne rubato, dal grande monastero che lo custodiva, da un'insolito ladro. Un ragazzo accolto dai monaci per elemosina. Dopo aver dormino in un caldo letto ed essersi ristorato, durante un notte buia e senza stelle, vagò per le stanze e incappò nella biblioteca, qui sentì come un richiamo proveniente dal misterioso volume rinchiuso, con catene, nella sezione proibita della biblioteca. Trovate le chiavi, lo portò via, non potendo leggerlo data la sua bassa istruzione ed ignoranza. Ma lo prese con lo scopo di venderlo ad un bibliotecario che si procurava libri a basso costo e poi li restaurava per venderli ad alto prezzo. Fu così che naque "Il manoscritto di Wade", nome scelto semplicemente in onore del ragazzo che glielo aveva venduto. Non si seppu più nulla di certo sul ragazzo, c'è chi dice che i monaci l'avessero cercato a lungo per recuperare il libro perduto, ma non lo trovarono mai, altri che proseguì le sue piccole razzie fino al giorno in cui venne arrestato ed imprigionato a vita. Ma il manoscritto rimane sempre lì, in una libreria senza nome, con un proprietario senza nome, facendo vittime del tutto casuali.



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