La tavola demoniaca

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La tavola Ouija. Il termina Ouija nacque dall'unione di due parole aventi lo stesso significato ovvero Oui, in francese e Ja, in tedesco che significano si, anche se nessuno conosce il motivo di questo accostamento. La tavola esisteva già intorno al 500 a.C. si credeva infatto venisse usata persino da Pitagora, rinomato filosofo dell'antica Grecia. Il quegli anni, però, era molto diversa, poichè l'aspetto con cui noi abbiamo imparato a conoscerla le è stato dato soltanto nel 1891, negli Stati Uniti, in cui venne brevettata dall'inventore e avvocato Elijah Bond e successivamente prodotta in massa dalla Kennard Novelty Company, ad opera di Charles Kennard. Questo perhè in quel periodo le sedute spiritiche, lo spiritualismo e i medium erano di grande interesse per la gente, dal momento che in molti nutrivano un certo fascino e allo stesso tempo un certo timore per il mondo dell'occulto. Pensate che i ricchi erano, addirittura, disposti a spendere delle cifre esorbitanti, per entrare in contatto con i propri parenti defunti. Proprio questo, il più delle volte faceva nascene delle vere e proprie truffe. Fu all'ora che in tale clima la tavola si affermò come strumento per poter parlare con i morti, raccogliendo numerosissime testimonianze misteriose ed inspiegabili. Più di un secolo dopo, i diritti del marchio vennero comprati dalla famosa marca di giocattoli dei Parker Brothers, ovvero la Hasbro. Ciò fece diventare la tavola Ouija uno strumento di facile accesso per chiunque, specie per le fascie più giovanili, spesso incuranti dei rischi che si possono correre nel praticarla. Nata come semplice gadget diventò lo strumento principale per mettersi in contatto con gli spiriti, mediante una seduta di due o più persone. Durante le sedute, ognuna tiene un dito su di un'oggetto denominato puntatore, talvolta addirittura sostituito con un oggetto di uso comune, come una moneta, un tappo o un bicchiere. Le anime richiamate, dal mondo dei morti, muoverebbero il puntatore e comunicherebbero indicando le lettere sulla tavoletta, componendo così parole e frasi di senso compiuto, in risposta alle domande dei presenti. Spesso visto come poco più di un gioco, l'uso della tavola ouija è considerata da occultisti irreligiosi, a prescindere si tratti di una semplice seduta spiritica o di un contatto demoniaca. Spesso, infatti, il suo utilitto ha portato a risultati immediati e sorprendenti con risvolti terrificanti. Nel peggiore dei casi a vere e proprie possessioni da parte di spiriti o entità che fingono di essere amici o parenti defunti che vogliono solo comunicare dall'aldilà. Ad ogni modo su internat è possibile trovare una mole imponenete di video con testimonianze di persone che hanno provato il brivido di parlare con i morti e dato che il fenomento potrebbe essere tra le più clamorose dimostrazioni dell'esistenza del paranormale e stato oggetto di numerosi studi che hanno portato alla divisione tra scettici e credenti. Gli scettici si dividono in due categorie di pensiero, i primi ritengono sia solo il frutto dell'intervento di un membro all'interno della seduta stessa che esercitando una forza minima ed impercettibile sia in grado di far muovere il puntatore dove preferisce, i secondi suppongono invece che il contatto sia vero, ma che avvenga ad un livello subconscio tra le persone che partecipano alla seduta e cioè muovano il puntatore per via di un'ignara autosuggestione. I credenti dall'altra parte ritengono che la tavola ouija sia una vera e propria porta verso altri mondi, un faro nella nebbia per creature potenzialmente pericolose. Insomma una vera e propria trappola o come si sente spesso dire uno specchietto per le allodole che provocherebbe un subdolo contatto con esseri non meglio precisati, ragion per cui è fortemente sconsigliato il suo utilizzo. Proprio per queste ragioni, chi pratica queste sedute non ha la minima idea di come ci si debba comportare, ovvero ignora che prima di tutto andrebbe svolto un rituale di purificazione dell'ambiente circostante precedente all'inizio di qualunque seduta. oltre a questo si dovrebbero prendere alcune precauzioni, un esempio è il classico "cerchio di sale", sino alla supervisione di un medium esperto, possibilmente non un ciarlatano. In ogni caso il problema più comune del rito sarebbe che se non si è a conoscenza del modo più corretto per chiuderlo, la presenza manifestatasi potrebbe rimanere in loco e una volta spezzata la catena di persone partecipanti e rimossi i vincoli rituali sarebbe libera di infestare il posto o di annidarsi nell'animo di uno dei presenti senza che questi nemmeno ne sia consapevole. I danni causati da uno di questi spiriti potrebbero essere visibili anche a lunga distanza e manifestarsi in danni psichici, depressione, alterazione o perdita della personalità, tendenze suicide o omicide e addirittura possessione. Nel corso della storia sono stati fatti innumerevoli studi sulla tavola ouija per dimostrare se il fenomeno fosse effettivamente reale, tra di essi il più famoso video un gruppo di ragazzi americani, supervisionati da alcuni scettici e altrettanti medium, in tale test si decise di bendare tutti i ragazzi e successivamente, a loro insaputa, di ruotare la tavola di 180°. Il risultato fu davvero soprendente e allo stesso tempo raccapriciante, perchè le risposte fornite dallo spirito con cui i ragazzi vennero in contatto avevano tutte un senso compiuto, arrivando persiono a svelare ai partecipanti che fuori dall'abitazione, sopra un palo della luce, vi era un adesivo rovinato con sopra un numero ben preciso, qualcosa che tutti quella notte, una volta controllata l'autenticità di quell'affermazione, dovettero accettare. Non mancano anche le esperienze che non hanno portato a niente, terminate con un pugno di mosche in mano, quindi bisogna precisare che da entrambe le parti ci sono innumerevoli testimonianze in cui la tavola ouija rimane sempre nel mezzo. Il caso di Estefania Gutierrez Lazaro è stato del tutto documentato dalle forze dell'ordine, tale storia ebbe inizio nel 1990 a Vallecas in Spagna, quando Estefania, appena diciottenne, perse il suo ragazzo in un incidente con la moto. Distrutta dal dolore per la sua perdita decise con la sua migliore amica di usare una tavola ouija dentro un'aula scolastica, durante la seduta vennero scoperte da un'insegnate, quando capì cosa stavano facendo distrusse la tavola interrompendo la seduta. Dopo quell'avvenimento iniziarono a succedere cose davvero inquietanti, Estefania iniziò a soffrire di convulsioni e di stati alterati di coscienza in cui vedeva delle ombre dalle sembianze umane molto alte e con delle dita lunghissime, in queste occasioni le dicevano che doveva andarsene via con loro. La famiglia testimoniò che in quel periodo, durante la notte, sentivano rumori macabri dentro casa simili allo strisciare dei piedi sul pavimento oppure intravedevano ombre muoversi lungo il corridoio nei pressi della stanza della figlia. Estefania arrivò ad un tale stato di logoramento fisico e mentale che i suoi genitori decisero di farla visitare molti medici diversi, ma nessuno di essi riuscì a capire che cosa avesse finchè dopo un'anno entrò in coma ed il 14 agosto del 1991 morì. In seguito alla sua dipartita la situazione in casa peggiorò sempre di più, i familiari assistettero all'apertura e chiusura di porte, i crocifissi si staccavano dalle pareti con violenza, udivano bisbigli e altre volte delle vere e proprie urla nel cuore della notte. Venivano addirittura svegliati da rumori di graffi sulle pareti e quelli di mobili che si spostavano con violenze dalle altre stanze. Una notte in cui i fenomeni erano molto più potenti decisero di chiamare la polizia, erano le 2:30 del mattino e per il terrore uscirono tutti dalla casa. Una volta arrivati i polizziotti entrarono per controllare la situazione e si racconta che videro tutti questi eventi soprannaturali con i loro occhi, documentandoli nei minimi dettagli. Scrissero che la temperatura era incredibilmente fredda, nonostante si trovassero a metà estate, inoltre videro i crocifissi ruotare alla rovescia, i graffi sui muri, i mobili spostarsi da soli ed una presenza oscura molto alta ferma in fondo al corridoio, davanti alla porta della ex-camera di Estefania. Terrorizzati scapparono e l'indomani, rientrati nell'abitazioni, trovarono la foto di Estefania per terra e bruciata. Tale storia ha ispirato il film horror di Paco Plaza, intitolato "Veronica", anche se non regge minimanete il confronto con la storia vera.

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